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Coronavirus: Iss, dati in miglioramento ma non allentare misure di protezione

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"In tutte le regioni i casi sono in decremento ma il virus continua a circolare e bisogna mantenere l'attenzione alta" Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa settimanale, sottolineando che "anche in Lombardia c'è un decremento giornaliero dei casi". " Il sistema di monitoraggio attivato - ha aggiunto - non è un giudizio o un pagella per le regioni ma è uno strumento sensibile per individuare subito in nuovi casi ". Per Brusaferro "non è escluso che possa esserci un rialzo dei contagi" anche perché "sta crescendo la quota degli asintomatici". Ed è per questo che "non si possono allentare le misure di protezione individuale".

Per Brusaferro "l'Italia si muove a più velocità ma non abbiamo segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, sia per quanto riguarda le terapia intensive sia per quanto riguarda i reparti. L'obiettivo è evitare la ripartenza di curve epidemiche sapendo che ci potranno essere degli episodi di ricrescita dei casi nei territori".

Anche per il neo direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, occorre "mantenere costantemente alta l' attenzione di identificazione dei focolai anche durante il periodo estivo". In tal senso "globalmente mi sembra stia aumentando la resilienza da parte delle Regioni". e resta importante "dalla fase 1 alla fase 2 la responsabilità dei singoli e la responsabilità pubblica in grado di rilevare piccoli segnali d'allarme".

Anche la questione della "mobilità tra le Regioni va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo". Per Brusaferro l'indice di contagi Rt "cambia su base settimanale e andrebbe escluso come criterio al riguardo per gli spostamenti". "Ma sono importanti - ha avvertito - anche le modalità di movimento, cioè come ci si sposta e le cautele usate".

Dal canto suo, il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini, ha sottolineato che "i primi vaccini contro il coronavirus saranno disponibili a partire dalla prossima primavera, non credo che sarà possibile metterne a punto qualcuno entro settembre anche se le sperimentazioni sono promettenti". Sono "5/6 vaccini già in fase avanzata in tutto il mondo". Magrini ha precisato anche che "l'Italia sta partecipando con i 4 paesi europei maggiori per avere a disposizione una quantità adeguata di dosi, non solo per l'Italia, ma per tutti i Paesi europei". "E speriamo - ha concluso - che anche che la ricerca del nostro Paese dia un impulso positivo alla realizzazione dei vaccini".


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