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Fiaso: protocolli operativi con le forze dell'ordine contro le aggressioni degli operatori sanitari

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24 Esclusivo per Sanità24

Prevedere la stipula di protocolli operativi con le forze dell’ordine in caso di aggressioni in ospedali e luoghi di cura nonché la partecipazione dei rappresentanti delle aziende sanitarie e ospedaliere all’interno dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Sono le due principali richieste contenute nel documento consegnato questa mattina dal presidente della Fiaso, la Federazione italiana delle Aziende sanitarie ed ospedaliere, Giovanni Migliore, al ministro della Salute, Roberto Speranza.

Al centro dell’incontro che si è tenuto al ministero della Salute è stata la sicurezza di medici, infermieri e operatori sociosanitari finiti nel mirino della violenza da parte dei no vax. “Assistiamo con preoccupazione ormai da mesi a una escalation di atti criminali, dai pedinamenti alle minacce di morte, culminati nell’assalto al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, di fronte a cui non possiamo rimanere indifferenti – ha dichiarato Migliore -. Gli episodi di violenza nei luoghi di cura mettono in discussione la sicurezza di chi lavora e quella dei cittadini che frequentano le strutture sanitarie e, soprattutto, il diritto alla salute, una tutela costituzionale fondamentale che non può essere messa a rischio né subire interruzioni. Ogni attacco a medici e infermieri impegnati nella cura è un attacco al servizio sanitario nazionale. Siamo convinti che siano necessari interventi di prevenzione e deterrenza. Per queste ragioni abbiamo presentato al ministro un documento con le nostre riflessioni sul tema e gli abbiamo chiesto di farsi promotore presso il Governo di una iniziativa per l’emanazione di una direttiva specifica da parte del Ministero dell’Interno a tutte le Prefetture, per procedere in tempi certi e rapidi alla stipula dei protocolli operativi con le Aziende sanitarie previsti dalla L. 113/2020 sulla sicurezza del personale sanitario, per garantire interventi rapidi in caso di aggressioni. Abbiamo chiesto inoltre di integrare l’Osservatorio sulla sicurezza degli operatori sanitari con un rappresentante delle Aziende ricevendo la massima disponibilità”.

Al termine dell’incontro istituzionale con il ministro si è riunita inoltre la Presidenza di Fiaso convocata in seduta straordinaria per esaminare la situazione nei diversi territori e per manifestare vicinanza per quanto accaduto il 10 ottobre al Direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma, Fabrizio d’Alba, che ha partecipato ai lavori. “A tutti gli operatori sanitari del Policlinico Umberto I va la solidarietà di Fiaso che non è solo una dichiarazione simbolica ma un impegno concreto attraverso le iniziative che stiamo portando avanti per incrementare la sicurezza di chi lavora in ospedali, ambulatori e strutture sanitarie – spiega Migliore -. Come Federazione ci faremo promotori delle buone pratiche adottate in tutta Italia e chiederemo che siano le Aziende stesse a procedere alla denuncia degli episodi di violenza, evitando di mettere a rischio i singoli operatori”.

“L’escalation di violenza che si è scatenata in questi giorni è inaccettabile, poiché colpisce una categoria che quotidianamente è impegnata in prima linea nella tutela della nostra salute – dichiara Fabrizio d’Alba, Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I -. Ed è per questo che insieme dobbiamo reagire fermamente per condannare questi atti di violenza: saremo sempre al fianco dei professionisti, avvieremo tutte le iniziative necessarie per tutelarli dagli atti violenti come quelli del 10 ottobre scorso”.

Cosa prevede il documento

Il documento presentato al ministro ripercorre le tappe dell’impegno del management della sanità italiana sul tema della sicurezza di operatori e cittadini nei luoghi di cura, sino al percorso che ha condotto alla approvazione della L. 113/2020. L’attenzione della Federazione è stata rivolta non solo all’inasprimento delle pene a fini di deterrenza, ma anche alle strategie ed azioni necessarie per garantire la conoscenza ed il monitoraggio costanti dei molteplici aspetti riguardanti la sicurezza del personale sanitario e socio-sanitario, in maniera da prevenire gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari. In particolare, il monitoraggio degli episodi di violenza commessi ai danni del personale sanitario e degli eventi sentinella, la promozione di studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, il monitoraggio della attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, la promozione e diffusione delle buone pratiche, lo svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto, oltre che al miglioramento della qualità della comunicazione con gli utenti. Funzioni che la L. 113/2020 ha poi attribuito all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

FIASO ha sempre ritenuto utile e necessario prestare la massima attenzione ad iniziative di comunicazione pubblica sul fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari, con attività di coinvolgimento e sensibilizzazione dei cittadini sul valore del bene salute e del lavoro dei professionisti sanitari. Una opportunità per rilanciare, a partire da un fenomeno censurabile, valori positivi di partecipazione e coesione sociale.

Nel corso dell’incontro, inoltre, la Federazione ha proposto che la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari”, prevista dalla stessa L. 113/2020, sia istituita il 10 ottobre, giorno in cui si è verificata l’aggressione agli operatori del Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma.


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