Dal governo

Covid/ Draghi: i problemi vengono dai no vax, cautela sulla scuola ma stop alle chiusure

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"Il Governo sta affrontando la sfida della pandemia e la diffusione di varianti molto contagiose con un approccio un po' diverso rispetto al passato: vogliamo essere molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali, soprattutto sui ragazzi e sulle ragazze che hanno risentito delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso di una conferenza stampa "riparatoria" all'indomani del decreto che ha inasprito le misure per combattere la pandemia.

"Non dobbiamo mai perdere di vista una constatazione, ovvero che gran parte dei problemi di oggi dipendono dal fatto che ci sono persone non vaccinate - ha aggiunto Draghi -. Invito di nuovo tutti gli italianiche non si sono vaccinati a farlo e ringrazio veramente di cuore chi lo ha già fatto".

Riflettori puntati, dunque, sui no vax over 50 per i quali scatta l'obbligo di vaccinazione. "Il motivo dell'obbligo - ha spiegato - è stato quello di concentrare il provvedimento sulle classi di età che occupano massimamente le terapie intensive, tra questi i non vaccinati sono i due terzi". Il primo obiettivo del decreto, quindi, è "di proteggere la loro salute mentre il secondo è proteggere la salute di noi tutti, perché con questa situazione ospedaliera anche gli altri che non hanno il Covid si trovano in situazioni molto difficili se devono ricorrere a cure o ricoveri".

Altro motivo che ha portato all'emanazione del decreto "è quello dei colori delle regioni, perché il grado di costrizione sociale dipende proprio dai parametri che riguardano le terapie intensive ma più in generale l'ospedalizzazione. Tanto più riusciamo a ridurre la pressione dei non vaccinati sull'ospedalizzazione, tanto più possiamo essere liberi".

Ampio spazio della conferenza è stato dedicato alla scuola. "Il governo - ha sottolineato il premier - ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza: basta vedere gli effetti di disuguaglianza tra studenti, scolari della Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico che può essere necessario in caso di emergenze drammatiche provoca disuguaglianze destinate a restare tra chi ci sta di più e di meno, tra nord e sud e che si riflettono su tutta la vita lavorativa". In questa direzione esistono già "stime di perdita di reddito di chi è costretto ad avere un grado di istruzione inferiore". Dal canto suo il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha chiarito che "ad oggi i docenti assenti perché positivi o in quarantena sono il 6%, gli studenti il 4,5% mentre gli insegnanti no vax sono lo 0,72 del totale". "Stiamo controllando la situazione perché abbiamo operato con attenzione - ha detto - e non siamo stati fermi".

Al ministro della Salute, Roberto Speranza, il compito di illustrare la situazione su vaccini e ospedali. "Alle ore 6 di questa mattina - ha detto - l'89,41% degli over 12 risulta vaccinato con prima dose e dunque resta non vaccinato poco più del 10% delle persone con più di 12 anni. Eppure questa minoranza occupa i due terzi dei posti in terapia intensiva e il 50% dei posti ordinari". Insomma, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità "sono 23,2 su 100mila le persone non vaccinate che vanno in terapia intensiva, che scendono a 1,5 se vaccinate da più di quattro mesi e a 1 con il ciclo primario completato entro quattro mesi e a 0,9 con dose booster". "Se vogliano ridurre la pressione sui nostri ospedali - ha concluso - e favorire la ripartenza del paese l'obiettivo è ridurre l'area dei non vaccinati che ha piena e compiuta evidenza scientifica".

Evidenza confermata dal coordinatore del Cts, Franco Locatelli. "La variante Omicron - ha spiegato - appare meno pericolosa della variante Delta ma può causare malattia grave. I dati di uno studio sudafricano ci dicono che 256 persone hanno perso la vita per la variante Omicron e la larga maggioranza di esse aveva più di 60 anni di età. Questo fattore continua a incidere". Con la dose booster, invece, "l'efficacia vaccinale sale dell'88% mentre con il completamento del ciclo primario si ferma al 65%".

Locatelli, inoltre, ha smentito voci di presunti contrasti all'interno del Cts. "Non c'è nessuna voce dissonante in merito alle misure adottate dal Governo - ha chiarito - e una posizione unanime c'è stata anche sulla didattica in presenza". In merito alle cure Locatelli ha ribadito che "vi è stata larga attenzione sia agli anticorpi monoclonali che ai farmaci antivirali di nuova generazione". Degli anticorpi" ve ne è solo uno che mostra attività sulla variante Omicron, gli altri hanno perso di attività ed è il motivo per cui come Cts abbiamo sottolineato l'importanza dell'identificazione della variante prima di procedere alla somministrazione di un determinato farmaco". Per quanto riguarda, infine, gli antivirali, "il primo che si è reso disponibile è efficace al 30% nella prevenzione dell'aggravamento della malattia, il secondo che sarà disponibile a febbraio risulta efficace all'89%".


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