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Speranza, in due anni +8% risorse ordinarie e aumenteranno ancora. Con il Pnrr la prima scommessa è il territorio. Ora un Patto Paese per trasformare la crisi in opportunità

di Red. San.

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In due anni e mezzo abbiamo aumentato il Fondo sanitario nazionale di 10 miliardi, cioè dell'8%, facendo un salto che non si era mai visto prima nella storia del Ssn. Questo sul piano delle risorse ordinarie: dobbiamo farle crescere ancora e lavorare perché nelle prossime leggi di Bilancio questo ammontare di risorse cresca ulteriormente in modo significativo. Poi ci sono le risorse straordinarie: il Pnrr, che la grande opportunità per il nostro Paese e anche per il rilancio del Ssn, individua circa 20 mld di euro complessivi che cercheremo di impiegare nel modo più incisivo possibile». Così il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto a Exposanità in corso a Bologna. «Inoltre - ha aggiunto - per la prima volta quest'anno abbiamo anche approvato il Pon Salute, una misura rilevante per ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud. Ci sono 625 mln». Una fase nuova di investimento che, ha spiegato il ministro, «è figlia della lezione drammatica della pandemia, che ha fatto capire al Paese come ogni euro che si mette sulla salute non è semplicemente un costo ma il più grande investimento sulla vita delle persone». Insieme a queste risorse «che mi auguro possano crescere, ha ribadito, abbiamo bisogno delle riforme, mettendo mano a pezzi del nostro Ssn che ci aiutino a rafforzare la capacità di assistenza, cura, ricerca e innovazione. Nel Pnrr l'investimento più strategico lo facciamo proprio sul territorio: mettiamo 4 miliardi tra assistenza domiciliare e telemedicina. Una risposta cruciale ad esempio alla non autosufficienza. E l'Italia - che fino a pochi mesi fa aveva una percentuale di copertura dell'assistenza domiciliare del 4% a fronte di una media Ocse del 6% pur avendo una delle popolazioni più anziane del mondo - punta a diventare il primo Paese nella Ue per l'Adi agli over 65 arrivando al 10% di copertura».

Da casa della salute a casa di comunità. Speranza è entrato anche nel dettaglio della nuova terminologia usata per il territorio: il passaggio da casa della salute a casa di comunità - ha detto - «riflette la nostra intenzione di creare dei luoghi in cui trovino spazio sia il punto di vista sociale sia quello sanitario, che tradizionalmente sono sempre stati separati nel nostro Paese mentre nella realtà della vita delle persone stanno insieme. E allora - è la spiegazione - i Punti unici di accesso che abbiamo disposto dentro le Cds hanno esattamente questo senso, di una presa in carico più organica della problematicità del cittadino, con percorsi che si dipanano in base ai bisogni e con l'arruolamento dei Comuni».
In campo come noto, richiamati dal ministro, ci sono poi gli ospedali di comunità che sono i luoghi delle cure intermedie, e l'innovazione tecnologica. «Anche questo - ha affermato Speranza - un altro punto determinante in un'ottica di prossimità. Che si traduce in un Ssn capace di parlare con il proprio interlocutore anche attraverso l'utilizzo della strumentazione più tecnologica di cui si dispone e questo significa investimenti in telemedicina, televisita, teleconsulto e teleassistenza. Significa cioè unire, integrare la tradizionale relazione tra personale sanitario e assistito con una capacità di investire sulle nuove tecnologie».
In questo contesto c'è il lavoro dedicato alla legge sulla non autosufficienza, «un lavoro molto importante che è in corso» e anche questo «condiviso dai ministeri competenti e con una Cabina di regia costruita a Palazzo Chigi».
Infine, ma certo non per importanza, il richiamo e la sollecitazione di un "Patto Paese" all'insegna della necessità di «difendere e rilanciare il nostro grande Servizio sanitario nazionale che ha contribuito a una crescita nel 2021 di oltre il 6,5%, sopra la media europea»: un Patto in cui devono starci tutti, le istituzioni, gli ordini, i sindacati, le imprese e il mondo della conoscenza e le reti della competenza, che hanno dimostrato di essere essenziali. L'asset salute è fondamentale se vogliamo far ripartire l'Italia: su questo - ha promesso il titolare della Salute - ci impegneremo con il massimo della forza e del coraggio nei mesi che stanno arrivando e siamo sicuri che dai tanti interlocutori presenti qui a Bologna ci possano arrivare molti spunti utili a vincere questa sfida determinante per il futuro dell'Italia».


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