Salute sessuale e riproduttiva: le ostetriche tendono la mano ai giovani sulla contraccezione d'emergenza. E fanno "rete" con i ginecologi

Formare medici e ostetriche per renderli più in grado di sostenere i giovani nelle scelte sulla salute sessuale e riproduttiva, a partire dalla contraccezione d'emergenza. È l'obiettivo di un progetto targato Aio (Associazione italiana di ostetricia ), la "casa comune" di ostetriche e ginecologi, presentato oggi a Milano. Un primo corso è stato già promosso a Roma il 10 e l'11 maggio (tra i docenti Barbara Sulligoi, dell'Istituto superiore di sanità). Altri saranno organizzati nei prossimi mesi.

Sul web dubbi e ansie. Il progetto è stato preceduto da un'indagine realizzata da Boto Srl in collaborazione con Frozen Frogs, che ha analizzato 1.370 conversazioni sui forum on line tra settembre e novembre 2012. Il web è una cartina di tornasole dei timori della generazione 2.0, che riconosce nel consultorio la "stella polare" ma non distingue in maniera chiara le figure professionali di riferimento. Le difficoltà e l'eterogeneità dei percorsi di accesso alla contraccezione d'emergenza non aiutano, data la caratteristica di "urgenza" del trattamento.

Spinti dall'impellenza di trovare soluzioni, su internet le ragazze e i ragazzi si mettono quindi a nudo, raccontando spesso nei minimi dettagli la propria situazione, sia rispetto ai rapporti non protetti o a rischio sia rispetto a eventuali contatti con i professionisti sanitari. Per il 71,6% le fonti principali di informazioni sulla pillola del giorno dopo continuano a essere istituzionali: nel 39,5% dei casi arrivano da un ginecologo, nel 20,5% dal pronto soccorso o dalla guardia medica; nel 15,4% dal farmacista; nel 12,9% da un consultorio; nel 10,2% da un'ostetrica e dal 5,1% soltanto dal medico di base. Per il restante 28,4% degli utenti le fonti non sono ufficiali (on line 47,4%, esperienze di amici il 21,1%).

Nel 76% dei casi la causa principale di richiesta di contraccezione d'emergenza è la rottura del preservativo, seguita dal coito interrotto o dal non aver usato metodi anticoncezionali (18%). Più di tre donne su dieci hanno informazioni parziali, se non del tutto sbagliare, sulla pillola del giorno dopo. Nel 63,5% delle conversazioni emerge la paura di una sua possibile non efficacia. Nel 24,5% è espresso il timore di effetti collaterali del farmaco. Soltanto lo 0,5% dei ragazzi si dice preoccupato per la possibile trasmissione di malattie, che si rivelano drammaticamente in coda nella classifica delle preoccupazioni dei giovani on line.

Ostetriche counsellor. L'intuizione dell'Aio è una: occorrono punti di riferimento affidabili e chiari che indirizzino le ragazze e i ragazzi verso i percorsi più adeguati nelle situazioni di incertezza. Che li aiutino cioè sia nella rotta da seguire per ricorrere alla contraccezione d'emergenza sia in una maggiore consapevolezza sulle malattie sessualmente trasmissibili.

«L'analisi delle conversazioni web - sottolinea Antonella Marchi, presidente Aio - ci conferma che l'ostetrica rappresenta il front office per le donne e i giovani in generale, che si rivologono alle strutture sanitarie per la loro salute sessuale. L'ostetrica spesso agisce da trait d'union tra medico e paziente, effettuando un adeguati counselling durante quel delicato momento che è la richiesta di contraccezione d'emergenza». L'idea allo studio «è quella di creare centri territoriali aperti 24 su 24, 7 giorni su 7», soprattutto perché i fine settimana, a detta degli esperti, sembrano essere i momenti in cui gli italiani sono meno attenti.

Rossella Nappi, ginecologa all'Università di Pavia, ricorda che in Inghilterra già esistono figure formate ad hoc. E invita a sgombrare il campo da pregiudizi e false credenze: «Si tratta di una semplice forma di contraccezione da attuare dopo un rapporto a rischio di gravidanza, una scelta fondamentale per evitare il più possibile che le donne si confrontino con l'evento traumatico di una eventuale interruzione di gravidanza».

Elsa Del Bo, responsabile del progetto per Aio, osserva che bisogna dare risposte alle donne che arrivano presso le strutture sanitarie «con le idee confuse e un forte carico di ansia e di dubbi»: «Contraccezione e infezioni sessualmente trasmesse richiedono attenzione e partecipazione da parte dei professionisti sanitari del territorio e dell'ospedale».

È d'accordo Giovanni Fattorini, presidente dell'Associazione ginecologi territoriali (Agite): «Avere una figura professionale come l'ostetrica in grado di mediare e preparare adeguatamente le donne al successivo incontro con il medico semplifica e rende più fruttuosa la relazione terapeutica. Il medico può dedicarsi alla parte più strettamente "tecnica", la prescrizione, e completare il lavoro di counselling».