Stamina, riunione a porte chiuse del Comitato scientifico Iss. Lettera dell'associazione Luca Coscioni: stop alla sperimentazione

In occasione della riunione a porte chiuse, avviata questa mattina all'Istituto superiore di sanità dal comitato scientifico che lavora alla sperimentazione del metodo Stamina, sono riesplose le polemiche.
A presiedere la riunione Fabrizio Oleari, presidente dell'Iss. All'ordine del giorno alcune questioni importanti, come la scelta delle malattie che dovrebbero rientrare nella sperimentazione e i centri in cui fare la sperimentazione stessa.

Ma a riaprire il dibattito è intervenuta una lettera che l'Associazione Luca Coscioni ha inviato allo stesso presidente della Commissione e per conoscenza a tutti gli esperti che la compongono, per chiedere "precisi chiarimenti sulle dichiarazioni rilasciate da Davide Vannoni sabato scorso a Radio Radicale", e "affinché il Sistema sanitario nazionale non si faccia carico della sperimentazione".


Infatti, come precisano i firmatari della lettera, Filomena Gallo e Giulio Cossu, rispettivamente segretario e co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, "è certo che non esiste un metodo Stamina in nessuna pubblicazione scientifica. C'è una inchiesta in corso da parte della procura di Torino. La comunità scientifica nazionale e internazionale si è espressa contro la sperimentazione di tale metodo, di cui al momento non si conosce nulla e che ha creato un pericoloso precedente in violazione di norme italiane e comunitarie, subendo anche un'ordinanza di blocco da parte dell'organismo competente l'Aifa, a seguito di una ispezione dei Nas".

"Da non sottovalutare che la prescrizione del metodo da parte dei medici vìola l'art. 13 del Codice deontologico medico; e che l'intervento dei Tribunali che ordinano l'applicazione del metodo è assolutamente inappropriato perché non supportato da conoscenze scientifiche", scrivono.

Inoltre "Vannoni durante l'intervista - continuano nella lettera - ha riferito che il protocollo su cui avverrà la sperimentazione non è lo stesso della metodologia utilizzata agli Spedali civili di Brescia ma è una forma semplificata, e ha preteso che il protocollo venisse secretato perchè di proprietà di Stamina e perchè non ha brevetto. Ha aggiunto che la produzione delle cellule è a carico di Stamina Foundantion e della piccola
società farmaceutica Medestea e che i costi per il Sistema sanitario nazionale sono solo di poche centinaia di euro a paziente. Ha precisato che Stamina sta dimostrando che si riescono a produrre linee cellulari anche in un laboratorio non farmaceutico e che non si arriverà mai alla fase 3 perché un membro della Commissione istituita dal ministero della Salute gli avrebbe detto che non ci saranno i soldi necessari, oltre i 3 milioni stanziati ora. Ha esplicitamente dichiarato che lo Stato poteva risparmiarsi i 3 milioni di euro".


Dunque l'Associazione Luca Coscioni, che si dichiara "dalla parte dei malati, degli scienziati e dei medici impegnati a sviluppare terapie sicure ed efficaci, e che chiedono normative rigide per impedire abusi ai danni dei pazienti sulla base di illusioni mascherate da mistificata compassione", si augura "una presa di posizione da parte della Commissione in nome del rispetto del metodo scientifico, della legalità e della trasparenza".