Gimbe: «La salute degli Italiani ostaggio della deriva finanziaria del Paese»

«La nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def) del 20 settembre (VEDI ) lascia trasparire un chiaro disegno di smantellamento del Ssn, che spiana la strada all'intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati». È questo l'allarme lanciato da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze), per sottolineare l'urgenza di azioni concrete a sostegno di un SSN equo e universalistico, conquista sociale irrinunciabile per tutti i cittadini italiani.

«Dopo i 25-30 miliardi euro già sottratti al Ssn per il periodo 2012-2015 – spiega Cartabellotta – il ministero dell'Economia cala inesorabilmente la sua scure programmando un definanziamento che riduce la quota di PIL destinata alla sanità pubblica dal 7.1% al 6.7%. La riduzione inizierà nel 2015 (ultimo anno interessato dai tagli già deliberati) con un timido 7.0%, per poi perdere un altro 0.3% nel biennio 2016-2017, giusto il tempo necessario per "far partire anche la terza gamba della Sanità, quella delle assicurazioni integrative" come ha dichiarato ieri il ministro Lorenzin».

«Alla concretezza del dato finanziario – continua il Presidente – nelle misere 2 pagine del lungo documento destinate a "Rispondere alle grandi sfide della sanità e dell'assistenza" non fa eco una programmazione sanitaria coerente, anzi tra le righe emerge la volontà di subordinare alle esigenze finanziarie del Paese i diritti dei cittadini sanciti dall'articolo 32 della Costituzione e dai principi fondanti del SSN. Infatti, al di là di una serie di concetti alla moda (appropriatezza, governance, lotta agli sprechi, informatizzazione, HTA), si leggono espressioni decisamente preoccupanti, quali "prestazioni non incondizionate", "ridisegnare il perimetro dei LEA", il tutto sotto una "regia nazionale" di fatto gestita dal Dicastero dell'Economia e delle Finanze».

«Inoltre, accanto a un disordinato elenco di azioni da tempo annunciate (e mai attuate) – segnala Cartabellotta – dal Def emergono clamorose contraddizioni: come verranno attuate le misure di prevenzione secondo il principio health in all policies che, se rigorosamente applicate, contribuirebbero di fatto a ridurre il Pil? Quante risorse è disponibile a sacrificare lo Stato (da tabacchi, alcool, giochi pubblici) per attuare "la prevenzione di tutti i comportamenti a rischio"? Senza investimenti, come sincronizzare la riorganizzazione degli ospedali e lo sviluppo dei sistemi territoriali socio-sanitari in un sistema dove convivono la resistenza della cultura ospedale-centrica e la carenza di esperienze e modelli consolidati di cure primarie?»

«Se le Istituzioni intendono liberarsi di una consistente parte della spesa pubblica attualmente destinata alla Sanità – conclude il Presidente – non possono e non devono nascondere i loro piani tra le righe di un documento finanziario. Un cambiamento epocale di tale portata merita una riforma del SSN condivisa da tutti gli stakeholders della Sanità italiana».

La Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto «Salviamo il nostro Servizio sanitario nazionale»: www.salviamo-ssn.it .