Ecco perché la salute è una priorità

di Carla Collicelli (Vicedirettore Censis)

Il ruolo e l'importanza della salute sono in costante crescita e cresce in maniera esponenziale l'importanza della lotta alle malattie, del sostegno ai progressi della scienza medica e della ideazione di nuove strategie politiche per regolare in maniera adeguata l'entità, la qualità e l'accesso alle cure.

Basti pensare alle risorse che la sanità muove, in Italia e non solo, come settore e come filiera produttiva dell'indotto, per rendere evidente l'imponenza economica e il contributo dato all'economia delle nazioni. Ma non è solo economica la sfida del settore. Sono forti soprattutto i driver culturali che ruotano attorno ai temi della salute e della sanità. Gli indicatori di tipo soggettivo, raccolti dalle agenzie internazionali come l'Ocse e l'Unione europea, oltre che dai singoli Paesi, mostrano come nel periodo più recente la salute propria e dei propri cari siano diventati la prima preoccupazione e il primo bisogno. Anche negli approcci sistemici allo sviluppo, appare sempre più frequente l'attenzione alla salute fisica e mentale come criterio di valutazione di tutte le politiche pubbliche, e le posizioni strategiche più avanzate tendono a coniugare economia con umanesimo e benessere sociale. La dimensione corporea della salute rimane per ovvi motivi importante, ma tende a integrarsi con quella psichica e ambientale, secondo un approccio che considera l'insieme degli elementi sociali, clinici, economici, psicologici e ambientali che concorrono alla determinazione del benessere, spostando con ciò l'ottica degli interventi dalla applicazione di schematiche logiche terapeutiche di tipo riparativo, centrate su sindromi e casistiche cliniche preclassificate, alla promozione di processi di prevenzione e di cura dinamici e relazionali, oltre che attenti a tutti i fattori in gioco. Analogo processo dialettico sussiste tra scienza e natura: le moderne scoperte scientifiche in ambito sanitario, con le loro enormi potenzialità euristiche e operative, si scontrano e si fondono con la dimensione del recupero di una naturalità ambientale e sociale, anelito fondante della modernità.

A fronte di tanto peso e di tanto significato, sta una situazione del settore sempre più complessa e densa di criticità, dove le incongruenze tra domanda di salute e offerta di sanità danno luogo a squilibri in gran parte irrisolti, rispetto al prolungamento della vita, alla diffusione esponenziale delle patologie croniche, ai carichi delle famiglie per la cura dei disabili, allo stallo nel miglioramento degli stili di vita; e ancora rispetto alla lievitazione delle spese di produzione dei servizi, al persistere e aggravarsi di tante forme di disagio psicofisico, alla mancata risposta a una domanda sempre più elevata di qualità tecnica, scientifica e umana, ai fallimenti registrati nel tentativo di ricentrare il sistema sulla persona, al persistere di fenomeni di opacità gestionale.

Diventa allora prioritario investire su questo comparto, valorizzando le esperienze che si muovono nell'ottica di un rinnovamento culturale e tecnico della sanità, piuttosto che immaginare una riduzione dell'impegno economico. Tutte le analisi più recenti, in primis quelle molto aggiornate del Censis, mostrano come l'impatto dei Piani di rientro e della spending review sia stato negativo proprio in termini di appropriatezza, aderenza ai protocolli terapeutici e accessibilità ai servizi.

Non c'è quindi più tempo da attendere per muovere rapidamente verso un rilancio del settore che valorizzi: il controllo degli sprechi e le azioni per un buon uso delle risorse; l'integrazione dei servizi sociali e sanitari e lo sviluppo della medicina e della sanità territoriale; la messa a frutto di tutte le risorse private a oggi mal utilizzate (dall'out of pocket alla sanità integrativa); una decisa svolta nei processi di utilizzazione e comunicazione delle informazioni necessarie a chi opera e a chi deve accedere ai servizi (sistema informativo, empowerment di operatori e utenti, trasparenza gestionale e comunicativa).

Fare tutto ciò richiede risorse, oltre che buona volontà e onestà intellettuale. Ma è l'unico modo per costruire un futuro migliore, che prevenga appesantimenti, anche economici, ben più gravi.