Save the children lancia «Adulti a posto»: un protocollo di sicurezza contro gli abusi sui minori

Un sistema di condotta, segnalazione e risposta ideato per aiutare a proteggere i minori da situazioni di abuso, sfruttamento e comportamenti scorretti da parte degli adulti che dovrebbero prendersi cura di loro, nell'ambito di istituzioni scolastiche, sportive, religiose o umanitarie. E' l'iniziativa «Adulti a posto» promossa da Save the children e presentata questa mattina a Roma presso la sala Caduti di Nassirya del Senato.

Una precisa Policy di riferimento, che prevede un criterio specifico nella selezione del personale, l'adozione di un Codice di condotta rispetto alla tutela dei minori conosciuto e sottoscritto da tutti gli adulti che operano a contatto con bambine, bambini e ragazzi, all'interno della propria organizzazione e di quella di eventuali partner coinvolti, la formazione e sensibilizzazione del personale sul tema dei diritti e della tutela dei minori e la valutazione preventiva dei possibili specifici rischi di abuso relativamente al tipo di attività svolta.

«Veniamo quotidianamente a conoscenza di fatti di cronaca - spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - che hanno coinvolto direttamente minori, vittime di abusi da parte di persone adulte appartenenti a istituzioni scolastiche o religiose, associazioni, organizzazioni o centri aggregativi di varia natura. Una persona che si trova in una posizione fiduciaria e autorevole rispetto ai minori, può più facilmente compiere abusi o adottare comportamenti scorretti nei loro confronti. I casi che vengono alla luce, però, rappresentano solo una parte di una realtà diffusa, fatta di comportamenti più o meno gravi, magari reiterati, che possono avere comunque conseguenze anche molto negative per lo sviluppo psico-fisico dei minori».

Un protocollo di sicurezza già applicato da Save the children e dai suoi partner. Questa Policy già si applica:
• ai membri del Consiglio Direttivo e del Collegio Sindacale, ai Soci dell'Assemblea e ai volontari;
• al personale di Save the Children Italia, assunto con contratto di qualsivoglia natura;
• A donatori, giornalisti, testimonial, e comunque a tutti coloro che entrano in diretto contatto con i progetti ed i servizi di Save the Children Italia;
• al personale e ai rappresentanti di organizzazioni Partner e a qualunque altro individuo, gruppo o organizzazione che abbia relazioni di carattere
formale/contrattuale con Save the Children Italia e che implichino contatti diretti con bambini, bambine o adolescenti (di seguito "il personale di organizzazioni Partner").

Che cosa prevede il protocollo. A livello più operativo, «Adulti a Posto» prevede l'adozione di un Sistema di segnalazione e risposta del sospetto di abuso, sia esso relativo a un adulto interno o esterno alle strutture, che sia condiviso e ben conosciuto da tutti gli adulti di riferimento e da tutti i minori beneficiari delle sue attività, che possono così anche accrescere la loro consapevolezza dei diritti che devono essere tutelati e dei possibili rischi di abuso.

Il sistema è basato su semplici meccanismi che garantiscono la tempestività (entro 24 ore) e il necessario livello di riservatezza della segnalazione, e sull'identificazione in ogni luogo, contesto o settore di attività, di precise figure di riferimento, opportunamente preparate e note a tutti, che hanno il compito di raccogliere le segnalazioni e l'obbligo di darvi seguito in linea con la Policy stessa e la legislazione nazionale.

Ricerca Ipsos: la consapevolezza del rischio è diffusa. Che i tempi siano ormai maturi per un'iniziativa come «Adulti a posto», è dimostrato dalla consapevolezza diffusa del rischio. Secondo l'indagine "Tutela dei minori nei luoghi frequentati con regolarità, siamo in grado di garantirla?" (si veda la ricerca completa in allegato), realizzata da Ipsos per Save the Children, il 94% dei genitori italiani è consapevole del rischio che i propri figli minorenni possano essere oggetto di comportamenti inappropriati o di abusi da parte degli adulti negli ambienti organizzati dove i minori trascorrono la gran parte del loro tempo diurno al di fuori delle mura domestiche. Per i genitori, i luoghi maggiormente a rischio sono i centri sportivi (43%, dato che si assesta al 40% per i ragazzi), seguiti da oratori e parrocchie (39%, contro il 29% per i ragazzi), e dalla scuola (38%, che diventa 31% per i minori), ma anche gli altri contesti come centri aggregativi, ludico-ricreativi e associativi sono considerati come luoghi potenzialmente non sicuri da questo punto di vista.

Che gli adulti, con un loro comportamento inappropriato o abusivo, possano far sentire insicuri i ragazzi, è una realtà purtroppo confermata da più di 1 adolescente su 3 (36%), che dichiara di avere coetanei che hanno subito episodi di questo tipo da parte di adulti almeno qualche volta, o addirittura spesso (7%).

Tra i genitori, solo il 23% ritiene che i propri figli siano completamente tutelati rispetto agli adulti nei luoghi di attività o svago frequentati, per il 59% ci si ferma alla sola sufficienza, mentre il 16% è convinto che di fatto la tutela sia insufficiente o totalmente assente.

Chi dovrebbe applicare il protocollo. Save the Children chiede spressamente alle istituzioni, laiche e religiose, e alle altre organizzazioni di fare la loro parte.

Primo terreno di prova: la scuola. «Chiediamo al Ministro dell'Istruzione si legge nella nota stampa di Save the children - di elaborare e adottare al più presto un Codice di Condotta rispetto alla tutela dei minori, conosciuto e sottoscritto da tutti gli insegnanti e dal personale non docente che operano all'interno della scuola, includendo una formazione specifica nelle attività di aggiornamento e, in particolare, prevedere l'adozione di un sistema di segnalazione e risposta del sospetto di abuso che individui, tra le altre cose, una figura all'interno degli istituti che possa fungere da persona di riferimento che goda della fiducia di alunni e genitori»

Più garanzie nel mondo dello sport. «Chiediamo al Ministro dello Sport di intervenire presso il Coni - continua l'organizzazione - al fine di concertare azioni dirette a sollecitare le singole Federazioni sportive ad agire in modo preventivo attraverso la formazione, sensibilizzazione e informazione dei propri operatori che lavorano a contatto con i minori e la predisposizione di un adeguato sistema di segnalazione e risposta»

Istituzioni religiose sotto la lente. «Chiediamo alle altre organizzazioni, laiche e religiose - specifica Save the Children - di attivarsi da subito per prevedere proprie linee guida a tutela dei bambini, bambine e adolescenti con i quali lavorano, e intraprendere su queste percorsi di informazione e sensibilizzazione dei propri operatori e dei minori e delle loro famiglie al fine di far conoscere i rischi e le modalità per prevenirli efficacemente a partire dalla creazione di un sistema di segnalazione e risposta».

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