Giornata mondiale contro la corruzione: Libera e Gruppo Abele lanciano la petizione on line sulla trasparenza delle Asl. Vargiu: «Serve il massimo sforzo dalle Regioni»

Nella Giornata mondiale contro la corruzione, il Presidente della Commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu, aderisce con convinzione all'iniziativa «Riparte il futuro», promossa dall'associazione «Libera» di Don Luigi Ciotti e dal Gruppo Abele, e scrive a tutte le Regioni perché facciano il massimo sforzo per dare immediata e piena attuazione alle norme anticorruzione in sanità.


Secondo Vargiu (SC), "l'attuale contesto di grave difficoltà economica rende difficile introdurre innovazione nelle Aziende sanitarie, ma in questo caso bisogna davvero fare uno sforzo straordinario, che consenta di eliminare sprechi, illegittimità e malversazioni, con l'obiettivo di ricostruire il rapporto fiduciario tra cittadino e istituzioni che è indispensabile per garantire coesione sociale al Paese".


"La salute" prosegue il presidente della Commissione Sanità di Montecitorio "è un bisogno talmente importante e cruciale per la vita di ciascuno di noi che ogni ombra di illegalità sul sistema diventa odiosa e intollerabile".


"La piena applicazione delle norme anticorruzione della legge 190/2012" conclude Vargiu "è dunque un dovere delle Regioni ma, ancora di più, è il primo passo verso una società libera e pulita, che abbia la cultura della legalità alla base del proprio sistema di valori."

La campagna «Riparte il futuro» di Libera e Gruppo Abele. E' partita in questi giorni la petizione (dal 7 a oggi nelle piazze italiane e da oggi online sul sito www.riparteilfuturo.it) di Libera e Gruppo Abele per Aziende sanitarie trasparenti, una sorta di "monitoraggio civico" per verificare online lo stato di trasparenza della sanità pubblica in ogni singola regione. L'obiettivo finale è quello di avere il 100% delle Aziende sanitarie in regola con la normativa in materia.

La legge 190/2012, prevede che tutti gli enti pubblici, aziende sanitarie comprese, si dotino di strumenti per contrastare la corruzione e facilitare la trasparenza. Le Aziende sanitarie sono quindi tenute, entro il 31 gennaio 2014,insieme ad altri adempimenti, a nominare il responsabile locale anticorruzione, a pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e a fornire informazioni complete sui vertici dell'organo di indirizzo politico (direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo).

La campagna Riparte il futuro monitora lo stato di applicazione di questi tre parametri nelle 237 aziende sanitarie italiane, attribuendo un peso percentuale specifico ai diversi parametri presi in esame, in modo da arrivare a un punteggio unico e sintetico, partendo da una ricerca svolta dalla rete "illuminiamo la salute" promossa da Agenas.

Le risorse sottratte. «Tra il 2010 e il 2012, in Italia - si legge sul sito della campagna - sono stati accertati reati per oltre 1 miliardo e mezzo di euro, quanto basta per costruire 5 nuovi grandi ospedali modello. Quanti pazienti non siamo riusciti a curare? L'illegalità ruba fondi destinati agli ospedali, all'acquisto di medicine e all'assistenza. Nonostante le disposizioni previste dalla legge 190/2012, ad oggi sono molto poche le Aziende sanitarie che rispettano gli obblighi di anticorruzione e trasparenza».

La prima fotografia del monitoraggio. Le prime rilevazioni (aggiornate al 15 novembre) presentano luci e ombre, tenendo conto che i dati sono in continua evoluzione visto che c'è ancora più di un mese per adeguarsi alla norma. Basilicata (76% ) e Friuli Venezia Giulia (69%) sono le regioni più virtuose per la trasparenza nelle singole aziende sanitarie. Ancora molto lavoro da fare, invece, in Sardegna (12%), Marche(14%), Calabria (15%) e Campania (19%). Fanalino di coda il Molise con l'unica azienda sanitaria che non ha ancora attuato, allo scorso 15 novembre, nessuno dei tre interventi previsti dalla legge 190/12 e oggetto del monitoraggio. Superano la soglia del 50% la Lombardia (58%) l'Abruzzo (53%) e il Piemonte (51%), seguite dalla Liguria (50%). (Altri dati nell'allegato)


«Controlleremo giorno per giorno che le Aziende sanitarie rispondano alle tre richieste della petizione e alle prescrizioni di legge. Vogliamo- concludono Libera e Gruppo Abele – che non vengano concesse proroghe e che i rinvii non siano la norma. Trasparenza e anticorruzione possono salvarci la vita e con una firma vogliamo dare inizio a una efficace terapia, che renda integro e trasparente il nostro Servizio sanitario nazionale. In gioco ci sono un patrimonio del paese da difendere, la professionalità di tantissimi operatori sanitari e la nostra salute».

L'allarme delle Nazioni Unite. Anche secondo l'Onu, la sanità è uno dei settori dell'economia legale maggiormente interessati dalla corruzione. Ogni anno nel mondo 1 triliardo di dollari viene pagato in tangenti, mentre si stima che 2,6 triliardi di dollari vengono rubati annualmente attraverso la corruzione, un volume pari al 10% del Pil mondiale. Si tratta di una «malattia globale», nella definizione del segretario generale Onu, Ban Ki-moon, che sottolinea come il fenomeno non riguarda più esclusivamente traffici criminali come quelli di droga e armi, ma intacca ormai molti ambiti dell'economia legale, dalle risorse ambientali a quelle destinate alla sanità.

«La corruzione sopprime la crescita economica aumentadone i costi e minaccia la gestione sostenibile dell'ambiente e delle risorse naturali. Viola i diritti umani fondamentali, esaspera la povertà, aumenta l'ineguaglianza deviando i fondi dall'assistenza sanitaria, dall'educazione e altri servizi essenziali. Gli effetti maligni della corruzione vengono subiti da miliardi di persone ovunque», si legge nel messaggio diffuso da Ban Ki-moon.

Sempre le Nazioni unite riportano una stima del World economic forum in base a cui la corruzione incrementa del 10% il costo del fare impresa. Così, nei paesi sviluppati, si calcola che le frodi e gli abusi nella sanità costino da sole ai governi tra i 12 e i 23 miliardi di dollari ogni anno. Nel settore farmaceutico, in cui vengono spesi ogni anno circa 50 miliardi di dollari a
livello globale, l'Oms stima che oltre il 25% delle medicine procurate vanno perse in frodi, tangenti e altre pratiche corruttive.


La corruzione incrementa i costi di infrastrutture per l'approvvigionamento dell'acqua di oltre il 40%, il che equivale a costi addizionali di 12 miliardi di dollari l'anno per fornire acqua sicura e potabile.


L'«International anti-corruption day» venne fissato per il 9 dicembre dall'Assemblea generale dell'Onu nel 2003 in parallelo all'adozione della Convenzione Onu contro la corruzione, entrata poi in vigore nel 2005. Ricordando che il fenomeno della corruzione non risparmia nemmeno «il mondo dello sport, degli affari e del reclutamento pubblico», il segretario generale delle Nazioni Unite si appella «ai governi, al settore privato e alla
società civile affinché assumano «una posizione collettiva contro questa malattia sociale, politica ed economica che affligge ogni paese».