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Dall'Associazione Dossetti una class action contro il mancato aggiornamento dei Lea

Una class action per risarcire i cittadini del mancato aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Ad annunciarla è l'Associazione Giuseppe Dossetti, che presenterà una diffida nei confronti del Governo, che sarà resa pubblica il 28 febbraio. «A questo atto formale - sottolinea il segretario Marco Giustozzi - seguirà un'azione legale senza precedenti, e invitiamo sin da ora tutti quei cittadini che sono stati lesi nel loro diritto fondamentale alla salute, ad aderire alla class action che di qui a breve avvieremo».

«Non si contano più le volte che abbiamo ascoltato e letto annunci sull'aggiornamento dei Lea e del registro delle malattie rare da parte dei Governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni, non ultimo da quello in carica», afferma Giustozzi. «Queste istituzioni che dovrebbero stare accanto ai cittadini, in particolare quando c'è da difendere il diritto costituzionale alla salute, li stanno invece privando persino della speranza. È insopportabile vedere lo Stato che traduce in legge le aspettative dei malati, dandosi delle scadenze ben determinate, come nel caso del decreto Balduzzi, per poi non rispettarle e aggiungendo al danno, la beffa».

Per questo l'associazione ha deciso di «passare dalla rappresentanza sociale dei malati alla loro rappresentanza legale». Da qui l'esposto e l'annuncio della class action: i cittadini che volessero partecipare e iscriversi, possono compilare il modulo online sul sito dell'associazione (www.dossetti.it), oppure contattare la segreteria al numero 06 33.89.120.

Giustozzi precisa che la class action non sarà l'unica iniziativa: «Continueremo a promuovere la riflessione e il dibattito sull'efficacia del sistema salute italiano, a nostro avviso moribondo sotto i colpi del federalismo sanitario, ormai evidentemente fallito. Ne è la riprova l'ultima indagine ministeriale sullo stato di applicazione dei Lea, che promuove solo 9 regioni su 21, tracciando una cartina sanitaria dell'Italia a 21 velocità con la maggioranza assoluta delle Regioni che non riesce a garantire neppure i servizi basilari, pur continuando a spendere miliardi di euro».