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Farmaci: centralizzazioni e riforme per la crescita. Ecco le proposte Astrid-Magna Carta

di Sara Todaro

Potere assoluto al regolatore tecnico statale, decisioni centralizzate sulla rimborsabilità, bandi di gara regionali al restyling dell'Aifa: questa la strategia per affrontare le problematiche relative alla politica del farmaco disegnata da un paper datato 3 febbraio che sarà presentato domani, frutto della collaborazione tra le Fondazioni Atrid e Magna Carta. Obiettivo: superare le attuali parcellizzazioni e garantire un quadro stabile a cittadini e operatori.

Regolatorio protagonista. In estrema sintesi, secondo il documento, bisogna riportare il regolatorio al centro delle operazioni per spazzar via frammentazione, disomogeneità e incertezza che "fanno da deterrente agli investimenti , ostacolano la crescita e colpiscono i cittadini nei loro diritti fondamentali". Il tutto mentre le manovre finanziarie non hanno portato al controllo della spesa e le valutazioni tecniche a livello locale si sono tradotte in regole diverse da Regione a Regione «creando, nei fatti, una contraddizione rispetto all'accentramento in capo all'Aifa delle funzioni di regolazione e controllo del settore, una confusione fra il piano della valutazione tecnico-scientifica e il piano della valutazioni amministrative e di finanza pubblica e un contenzioso a più livelli in sede giurisdizionale».

Davanti a questo scenario - scrivono Astrid e Magna Carta - «l'assetto di matrice solidarista disancorato dai modelli liberistici rispondenti alle logiche del mercato e della concorrenza dell'organizzazione del sistema farmaceutico italiano appare inadeguato». I tentativi di far dialogare il Ssn con logiche moderatamente liberiste sono rimasti impastoiati dal «costante riferimento all'articolo 32 della Costituzione operato dalla Consulta sul tema della tutela della salute», che ha dato sì una mano alla qualificazione delle attività pubbliche in materia ma ha posto anche «un limite alla piena realizzazione della libertà economica prevista dall'articolo 41 della Costituzione».

Riforme strutturali. Di qui la necessità di riforme strutturali che il paper individua oltre che nell'assoluto rafforzamento del ruolo regolatorio svolto centralemente dall'Agenzia italiana del farmaco, anche nella individuazione di specifici Lea farmaceutici e di «una apposita area da cui attingere» per garantirne l'erogazione. Una elaborazione riveduta e dettagliata - stando ad una prima lettura - della teoria del Fondo unico farmaceutico più volte rilanciata dal direttore generale dell'Aifa, Luca Pani. E proprio nelle mani cdell'Agenzia dovrebbero tornare le redini delle scelte in materia, nell'ambito dewlla ribvizitazione delle intese istituzionali di programma, prevedendo tra l'altro «la definizione degli obiettivi della politica sanitaria in sede di Conferenza per il coordinamento della finanza pubblica, con chiaro coinvolgimento delle Regioni», «l'assegnazione di un respiro pluriennale - almeno triennale - agli orizzonti finanziari di tali decisioni», la «soppressione di improprie sedi di analisi e di determinazione di prontuari regionali che deroghino ai Lea definiti su scala nazionale», «gli obiettivi di politica industriale, con impegno di tutti i soggetti interessati (Governo centrale, istituzioni locali e parti sociali)».

Titolo V nel mirino. Più di un ritocco andrebbe fatto - precisa il documento - anche fatto anche alla luce degli interventi effettuati negli anni dall'Antitrust, introducendo una regolazione pro-concorrenziale in tema di Aic, prezzi e rimborsi, copertura brevettuale e distribuzione farmaceutica. Tutti interventi fattibili a Costituzione invariata, riconosce il paper. Che tuttavia lascia intravedere la ciliegina sulla torta della revisione del Titolo V datata 2001 e la revisione delle materie oggi affidate alla legislazione concorrente e affida due possibili declinazioni della svolta alla riflessione in materia:

1. modificare l'117 della Costituzione estendendo la potestà legislativa statale alla regolamentazione del mercato farmaceutico e affidando alla competenza regionale la sola materia della «assistenza e organizzazione sanitaria» (con una modifica in tal senso delcomma quarto dell'art. 117 Cost.);

2. mantenere inalterata l'attuale competenza concorrente in tema di «tutela della salute» lavorando sul rafforzamento e la specificazione delle materietrasversali con cui erodere la competenza regionale in materia farmaceutica, per ricondurre quest'ultima alla competenza esclusiva dello Stato, facendoperno sul «criterio della prevalenza», più volte enunciato dalla Corte costituzionale.