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Appello degli scienziati all'Italia: «Subito una rete Ue di sorveglianza ambientale al servizio della salute»

Scienziati e professionisti della prevenzione chiedono un ruolo attivo dell'Italia in difesa dell'ambiente e della salute. Che da subito si sfrutti il semestre di Presidenza dell'Unione europea per promuovere una rete internazionale di sorveglianza ambientale al servizio della sanità pubblica dei diversi Paesi. E' quanto chiedono al governo italiano alcuni ricercatori, scienziati e funzionari delle più importanti istituzioni che a livello mondiale operano nel campo della tutela della salute e dell'ambiente nel documento dal titolo «Why Environmental and Public Health Tracking: The Modena Position Paper for the Italian Presidency of the EU Council for a Better Environment and Health». Il documento è stato diffuso dall'Isde, in prima linea sull atematica dei medici sentinella.

Il position paper, reso pubblico oggi, è stato sottoscritto al termine del workshop internazionale «Environmental Public Health Tracking to Advance Environmental Health», svoltosi a Modena il 14 e 15 maggio 2014, che ha tenuto a battesimo INPHET (International Network on Public Health & Environmental Tracking), una rete internazionale sui sistemi di sorveglianza e allerta ambientale finalizzata al consolidamento dei sistemi di controllo sui fattori nocivi per l'ambiente e la salute in ognuno dei Paesi partecipanti.


Due gli obiettivi sottoposti al governo italiano:
1) promuovere la messa in opera e l'attività di questa rete partendo dall'istituzione di un Gruppo di lavoro dell'Unione europea;
2) sostenere la ricerca e l'azione di monitoraggio delle condizioni ambientali e dei conseguenti rischi per la salute.

E' infatti noto che l'ambiente è uno dei maggiori determinanti di salute e si stima contribuisca a quasi il 20% di tutte le morti.

Una volta realizzata, INPHET fornirà una conoscenza continua e sistematica dello stato dell'ambiente e delle sue conseguenze sulla salute a chi deve prendere decisioni di salute pubblica.

Un cambiamento culturale per nadare oltre le emergenze. L'auspicio è che l'integrazione delle esperienze dei vari Paesi nel sistema della prevenzione porti con sé un allargamento dell'orizzonte culturale e operativo non solo di chi si occupa di produrre conoscenze nell'ambito della salute ambientale, ma anche in chi deve prendere decisioni di salute pubblica andando finalmente oltre la contrapposizione tra salute, ambiente, lavoro e sviluppo.

Si tratta di un'occasione importante per l'Italia di affrontare da una posizione di forza le grandi questioni ambientali in una prospettiva internazionale, non limitata ai casi eclatanti (Taranto, Terra dei fuochi, Savona ecc.), ma indirizzata in modo sistematico, multidisciplinare e coerente anche ai grandi problemi strutturali quali, per esempio, l'impatto sulla salute dell'inquinamento della Pianura padana, uno dei luoghi più contaminati d'Europa, non ancora fatto oggetto di interventi di sanità pubblica complessivi.

La salute e l'ambiente – sostengono i ricercatori e i professionisti della prevenzione firmatari del position paper di Modena – devono diventare asset fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico, perché sono alla base del legame che unisce le forze economiche e sociali a un territorio e contribuiscono ad attirare investimenti non solo economici, ma di innovazione e partecipazione sociale.


Nella stessa direzione si è espresso Sandro Gozi, sottosegretario con delega alle Politiche europee e al coordinamento delle attività inerenti il semestre di presidenza italiana del Consiglio della UE: «La difesa dell'ambiente e la conseguente tutela della salute non devono essere considerate un costo» ha spiegato il rappresentante del governo italiano «ma, al contrario, costituiscono un contributo alla riduzione dei costi e quindi rappresentano non solo un fattore di maggiore giustizia sociale e di riconoscimento dei diritti di cittadinanza, ma anche uno strumento al servizio di un'Europa più competitiva».