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Cittadinanzattiva: «spending in sanità ha già fatto danni». Assobiomedica «Basta tagli o sarà la fine del Ssn»

La politica degli ultimi anni ha martoriato la sanità italiana. Lo dice a chiare lettere l'anticipazione della survey - che sarà presentata per intero a dicembre - sugli effetti della spending review in sanità, realizzata da Cittadinazattiva -Tribunale per i diritti del malato. Tra tagli alle risorse e ai servizi, peso di ticket e tasse, blocco del turn over, promosse disattese di rilancio del territorio, i cittadini fanno sempre più fatica a curarsi. E la situazione è peggiorata nelle aree già in crisi del Paese. «Il nodo vero oggi non è quanto spendiamo, ma come spendiamo e come amministriamo i servizi», è il pensiero di Tonino Aceti, coordinatore nazionale dell'associazione, «In questo senso, la spending review che ci aspettiamo dovrebbe, ad esempio, aggredire le esistenti duplicazioni di centri decisionali, funzioni e strutture: assorbono risorse impropriamente e penalizzano l'equità di accesso alle cure per i cittadini».

Qualità dei servizi a rischio. I primi dati dicono che: sicurezza, qualità, tempi di accesso alle cure sono già stati compromessi dalla spending review precedente e dalle successive manovre finanziarie. L'indagine è stata realizzata nel periodo maggio/giugno 2014 e ha raccolto il punto di vista di un campione di 1.438 professionisti della salute appartenenti a 15 organizzazioni di professionisti della sanità. Per oltre l'81% del campione intervistato, i tagli previsti dalle norme che si sono succedute nel tempo impattano molto sul proprio operato quotidiano, soprattutto nei casi dell'infermiere (87,6%), del chirurgo (82,3%) e del medico di laboratorio (84,1%).
Ma il punto di vista dei professionisti appare decisamente preoccupante: il 72% dei professionisti conferma che è in atto una vera e propria riduzione della qualità dei servizi; il 65,3% rileva un forte aumento dei tempi di attesa e il 61,7%, un marcato aumento dei rischi per la sicurezza.

La reazione di Assobiomedica. La survey Tdm sugli effetti della spending review sul sistema sanitario ha scatenato diverse reazioni, in primis quella di Assobiomedica, che ha contribuito alla sua realizzazione. Per il presidente Stefano Rimondi: «I dati sconfortanti non fanno che confermare il progressivo impoverimento del nostro servizio sanitario in termini di qualità e sicurezza delle prestazioni e di tempi di accesso alle cure». In definitiva però, Assobiomedica - che pure evidenzia il dato drammatico legato alle dichiarazioni critiche sulla qualità dell'offerta dei servizi sanitari da parte del 72% degli operatori intervistati - esorta il Governo a un cambio di rotta sul rigore: «Concordiamo con il Ministro Lorenzin che se vi fossero ulteriori tagli assisteremmo a una lenta e inesorabile cancellazione del carattere universale del servizio sanitario nazionale, fiore all'occhiello della Sanità italiana, rischiando di ledere lo stesso principio costituzionale del diritto alla salute e di costringere i cittadini a curarsi all'estero presentando comunque, con la mobilità transfrontaliera, il conto allo Stato stesso».