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ANTEPRIMA/ Cardiovascolare, tutti i conti. In Italia vale 14 miliardi l'anno

di Lucilla Vazza

In occasione della giornata mondiale del cuore, pubblichiamo in esclusiva la survey del Centre for Economic Business Research che misura in 6 Paesi Ue i costi economici e sociali delle patologie cardiovascolariari. In Italia vale oltre 14 miliardi l'anno, che si traduce in un dramma reale per le vite delle persone: oltre 14mila persone in età attiva perdono la vita ogni anno. I dati della ricerca Cebr, il Centre for Economic Business Research disegnano nero su bianco lo stato reale delle cose. Lasciando poco spazio ai dubbi. Sulla prevenzione ci sono pochissimi miglioramenti, le malattie cardiovascolari sono ancora lo scoglio più grande da superare nella salute pubblica. Se dal punto di vista economico il costo complessivo delle patologie del sistema cardiovascolare vale oltre 14 miliardi l'anno e saranno 18 nel 2020: ma la zavorra in termini economici si traduce in un dramma reale per le vite delle persone. Una strage per lo più ignorata, che si porta via nel nostro Paese, senza troppo clamore, ogni anno, oltre 14mila persone in età attiva. Ed è causa di 4 milioni di decessi l'anno in tutto il continente, secondo i calcoli della European Society of Cardiology. La lotta alle malattie cardiovascolari sembra persa in partenza.

Nodi irrisolti.
Perché si continua a morire a questo ritmo? Eppure è stato detto e fatto di tutto: campagne informative sul miglioramento degli stili di vita, linee guida sulla gestione del post evento, iniziative di educazione alla salute, i programmi di prevenzione. Tante manifestazioni, tantissimi provvedimenti, molta carta stampata e innumerevoli parole al vento. L'Oms ha fissato tra i goal del millennio, da realizzare entro il 2020, la riduzione della mortalità per queste patologie al 25%, a fronte del 47 attuale. Ma evidentemente non basta.

Numeri impietosi.
È un dato di fatto, nel 2014 quasi la metà dei decessi totali nei sei Paesi esaminati (Italia, Francia Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito) è provocata dalle malattie connesse al sistema cardiovascolare. Dimagrire, spegnere per sempre la sigaretta, praticare attività fisica, arrabbiarsi di meno, prediligere un'alimentazione varia e sana come la dieta mediterranea. Ma nonostante il buon senso di queste buone pratiche, la ricetta della "salute perfetta" non attira più di tanto gli europei. Perché? Forse sarebbe il caso di scomodare la psicanalisi o semplicemente constatare che gli stili di vita ideali mal si sposano con la vita reale che si conduce nei Paesi a economia avanzata. Ma è sbagliato pensare che si tratti solo di "vizi", perché di cattiva salute si muore e si muore tanto. Si tratta di correggere la rotta nell'approccio alle malattie, di cambiare qualcosa nella gestione del paziente e di fare sistema a sostegno del cittadino non solo quando ci si ammala, ma molto prima. E molto meglio di come fatto finora.

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