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Trials clinici: pochi studi in più, 5mila pazienti in meno. Italia maglia nera, la ricetta anticrisi

di R.Tu.

Crescono ma di poco gli studi di sperimentazione clinica, ma calano del 79% i pazienti coinvolti. Sono i dati emersi oggi a un convegno svolto alla Camera, promosso da "Magna Carta", in collaborazione con Msd Italia. Il numero di studi è passato tra il 2010 e il 2012 da 670 a 697, i pazienti "studiati" sono stati invece 5mila in meno. Col risultato che l'Italia si trova
In fondo alla classifica Ue e spende sempre meno in media in ricerca e sviluppo.
Rispetto alle risorse investite in ricerca e sviluppo, ha sottolineato l'ad di Msd, Pierluigi Antonelli, il 57% viene impiegato in sperimentazioni cliniche, il 21% in attività pre-clinica, il 10% in farmacovigilanza e l'8% in attività regolatoria. Numerose le criticità rilevate, a partire appunto dalla
progressiva perdita di pazienti arruolati nelle. Un dato che ci accomuna
a Francia, Ungheria, Australia, Spagna, Argentina, Finlandia. E che vede così l'Italia al 23esimo posto, con gli Stati Uniti hanno visto crescere pazienti di 30mila unità, il Giappone tra 20 e 30mila. Poi Germania, Polonia, Russia, Cina e Ucraina tra 10 e 20 mila unità, e ancora Canada, Regno Unito, India e Romania tra 5 e 10mila.
Serve più velocità decisionale, anche con la creazione di un Comitato etico nazionale con possibile sede in Aifa, è stata una delle osservazioni. E occorre una omogeneizzazione dei processi e la definizione chiara delle competenze. Con tanto di incentivi fiscali sugli investimenti aziendali in ricerca e sviluppo, individuando fondi da dedicare al dedicato alla sperimentazione clinica. «Ci sono sfide oggi che, insieme, determinano la crescita economica di un Paese e la possibilità di dare risposte a problemi inediti, dove fattori oggettivi impediscono che le persone possano ricevere
dallo Stato le stesse sicurezze e garanzie del passato - ha osservato il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano
Quagliariello -. E per vincerle non basta fare e impegnarsi in tale direzione, ma é necessaria una strategia all'altezza della complessità dei problemi che abbiamo di fronte».