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Eterologa: Lombardia, registro al traguardo ma mancano le donatrici

Dopo ok a tariffe in poche settimane sarebbe pronto a partire, finora 1 solo donatore uomo si è offerto. In Lombardia è arrivato al traguardo il lavoro per predisporre il registro regionale che raccoglierà le donazioni di gameti per procedure di fecondazione eterologa. Il tavolo tecnico attivato su questo fronte ha definito e indicato alla Regione le caratteristiche che dovrà avere e, superati dettagli informatici legati a questioni di software, «nel giro di poche settimane lo strumento potrebbe essere pronto a partire», fanno sapere dal Policlinico di Milano, a cui è stata affidata la gestione del registro.

Al momento però mancano i donatori. Nell'Irccs di via Sforza i telefoni non squillano. E il bilancio è di «zero donatrici e un solo donatore uomo che si è spontaneamente offerto e per ora è stato messo in stand by», spiega Edgardo Somigliana, responsabile del centro di procreazione medica assistita della fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano. Nella struttura, vista la situazione, non si è fatta al momento una lista d'attesa per le coppie candidate all'eterologa.
Intanto la Giunta regionale oggi ha ufficializzato con una delibera le tariffe "transitorie" di riferimento per le prestazioni di Pma di tipo eterologo che in Lombardia saranno a carico delle coppie «anche qualora venissero rese da strutture di altre Regioni». Tutto questo «nelle more dell'emanazione di specifici atti di competenza esclusiva dello Stato in materia di Lea e relativa copertura finanziaria».
Tre le fasce individuate per le 3 differenti tipologie di fecondazione eterologa: 1.500 euro per la fecondazione con seme da donatore con inseminazione intrauterina; 3.500 euro per quella con seme da donatore in vitro; 4mila euro per l'eterologa con ovociti da donatrice. Nelle tariffe sono compresi 500 euro per i farmaci.

Servirebbe strumento almeno nazionale se non europeo.
«È un diritto delle Regioni decidere se far pagare o meno l'eterologa, visto che si tratta di prestazioni fuori dai Lea nazionali - riflette Basilio Tiso, direttore medico di presidio Policlinico di Milano - Va considerata anche la situazione economica italiana e i problemi crescenti che hanno gli ospedali, con i tagli al Fsn. Capisco che la Regione debba guardare anche al bilancio. Va poi considerato che in altri tempi le coppie andavano all'estero e un figlio con l'eterologa gli costava molto di più. Oggi possono farlo in Italia con tariffe calmierate». Quanto al registro dei donatori, Tiso spiega che «il lavoro per predisporlo è finito».

Il tavolo tecnico (che doveva occuparsi non solo del registro ma anche di strutturare un percorso, definire quali pazienti trattare e che esami fare ai donatori) ha definito pure le variabili da inserire per i donatori: saranno poche e basilari, dall'etnia al colore della pelle, fino al gruppo sanguigno, spiegano gli addetti ai lavori. Tiso fa notare che si deve aspirare a un «registro almeno nazionale se non europeo. Questo strumento è difficile da gestire solo a livello locale". Le vie che si prospettanoper raccogliere gameti per l'eterologa sono diverse. Sul fronte femminile soprattutto - vista la maggiore invasività del prelievo di ovociti - sarà difficile reclutare donatrici. In Spagna è prevista una sorta di indennità, e spesso questa possibilità attira giovani universitarie o anche donne in difficoltà economica. Tanto che la frequenza dei cicli di donazione in questo Paese è del 22%. Anche in Grecia si raggiunge il 12-13%, in Paesi come la Francia invece è all'1%.

Embrioni sovrannumerari adottabili ma c'è vuoto normativo.
L'eterologa apre scenari complessi. C'è l'opzione dell'egg sharing, la possibilità che donne sottoposte a cicli di Pma donino alcuni dei loro ovociti. Ma ancora non si può sapere in quante saranno disposte a farlo. Quanto a reperire il materiale all'estero, via che potrebbe far decollare un registro soprattutto in fase di avvio, per gli esperti vanno definite a livello di uffici legali anche le modalità nel dettaglio.

«Fra l'altro nel 2015 - spiega Somigliana - dovrebbe partire un registro europeo e questo faciliterebbe le cose». Dal Policlinico è partita anche una lettera indirizzata fra gli altri al ministero della Salute in cui si pongono alcune riflessioni e punti di vista. «Un contributo che è la sintesi delle diverse anime che si trovano all'interno della nostra struttura», spiega Tiso. Si cita anche la possibilità di ricorrere all'«adozione» degli embrioni sovrannumerari, orfani. Al Policlinico ce ne sono e «in linea teorica parte di questi sarebbe già utilizzabile, ma c'è un vuoto normativo. Ritengo sia necessario che la legge 40 smantellata da varie pronunce venga sostituita con una nuova legge che affronti tutti i nodi».