Dibattiti-e-Idee

IX Forum Meridiano Sanità/ Performance italiana in bilico

di Barbara Gobbi

Altro che terzi in classifica (dopo, si noti, Singapore e Hong Kong), come riportato a ottobre dalla multinazionale Bloomberg nella sua più recente "top ten" sull'efficienza dei sistemi sanitari mondiali. A guardar bene, l'Italia scivola ben più giù, anche soltanto considerando il panorama europeo. Dove, tra i "big", si piazza "soltanto" al 9° posto.
A riconsiderare la performance complessiva del nostro Paese è il "Meridiano sanità index", che viene presentato oggi a Roma in occasione della IX edizione del Forum Meridiano Sanità "Oltre i confini della sanità. Salute, innovazione e crescita".

Sotto la lente, temi tanto più caldi vista la congiuntura economica mondiale sfavorevole e l'oggettiva impasse che negli anni sta caratterizzando l'evoluzione della spesa in Italia: dagli indicatori di salute a quelli strutturali e di efficienza e appropriatezza, fino al valore della ricerca e dell'innovazione in sanità per il rilancio del Paese; dalla valenza che il nuovo Patto per la salute avrà sui modelli organizzaztivi del sistema, caratterizzato ancora da un'estrema variabilità regionale che vede i Lea compromessi in buona parte del Paese, fino alle opportunità offerte dalle tecnologie e ai nuovi possibili modelli di finanziamento per il sistema sanitario. In cui soprattutto la variabile invecchiamento, in assenza di politiche attive che promuovano un "healthy agening", da qui al 2050 inciderà profondamente.

Intanto, dall'analisi della relazione tra spesa sanitaria pubblica e struttura demografica nei Paesi Ue-15, emerge come l'Italia sia l'unica tra le maggiori cinque economie d'Europa a registrare un esborso per la salute inferiore alla media - pari a 1.842 euro pro capite - a fronte della maggiore incidenza degli over 65 sulla popolazione totale. E il quadro, avvertono da Bloomberg, non migliora quando si considera l'insieme di spesa sanitaria pubblica e spesa per assistenza a malati e disabili: l'Italia, anziché ridurre il proprio gap, a parità di potere d'acquisto spende infatti 2.335 euro contro i 3.687 della Germania, i 3.252 della Francia e i 2.963 del Regno Unito.

Davanti a queste cifre, gli esperti di The European House-Ambrosetti si sono quindi messi al lavoro per costruire un indice sintetico (per un totale di 20 indicatori-chiave delle performance e 38 indicatori utilizzati), capace di evidenziare le aree di debolezza del nostro Paese e di indicare i possibili rimedi. «L'obiettivo - spiega Daniela Bianco, responsabile Sanità e Farmaceutica di The European House-Ambrosetti - è fornire una valutazione delle performance del nostro sistema sanitario in un confronto internazionale che intende superare le visioni parziali che ci pongono ai primi posti delle classifiche senza approfondire le varie componenti».

L'Italia è stata messa a confronto con i Paesi dell'Europa a 15 (escluso il Lussemburgo) in 4 aree: salute della popolazione, capacità di risposta del sistema sanitario alla domanda di salute, qualità dell'offerta sanitaria e "responsiveness" del sistema, efficienza e appropriatezza dell'offerta sanitaria. Ne emerge un ritratto in chiaroscuro, tratteggiato dai grafici pubblicati per ciascuna delle quattro aree in queste pagine. «L'analisi - spiega Emiliano Briante, coordinatore del Rapporto Meridiano Sanità - ha permesso di individuare alcuni aspetti importanti su cui il nostro Paese si colloca al di sotto della media europea: tra i più critici troviamo i fattori di rischio per i bambini quali sedentarietà e obesità, i tassi di copertura dei programmi di vaccinazione infantile (v. anche articolo a pagina 6-7) e dei programmi di screening, l'accesso all'innovazione farmaceutica, l'informatizzazione dei servizi sanitari, i posti letto per long term care e la durata delle liste d'attesa».
Come dire che il nostro sistema sanitario ha ancora molta strada da fare soprattutto sotto il profilo della capacità di risposta appropriata ai bisogni dei cittadini e delle scommesse su cui si baserà la sua stessa sostenibilità: prevenzione, tecnologia e innovazione (v. articolo in basso). Inevitabile che, quando non ci si limita a tenere conto - come avviene nella classifica Bloomberg - della sola "speranza di vita alla nascita" come indicatore di outcome del sistema, la posizione dell'Italia scivoli più in basso. Nella classifica generale, anch'essa riportata in queste pagine, ci piazziamo infatti al nono posto con un punteggio di 5,4. Giusto prima di Irlanda, Austria, Spagna, Portogallo e Grecia. Austria esclusa, tutti Paesi "pigs".