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Ospedali pubblici, Rapporto Aiop: «Disavanzi per 6 mld ma una terapia d'urto ne farebbe recuperare fino a 4»

di Barbara Gobbi

Dal disavanzo "reale" delle aziende ospedaliere e degli ospedali a gestione diretta - pari a 6 miliardi complessivi (3,3 miliardi di euro di disavanzo per le Aziende ospedaliere e di 2,7 miliardi di disavanzo per gli ospedali gestiti dalle Asl) - si potrebbero recuperare almeno 1,2 miliardi di euro. Fino ad arrivare a 4 miliardi, considerando l'ipotesi più estrema. Esattamente quanto chiesto dal premier Matteo Renzi alle Regioni con la legge di Stabilità.
A fare le pulci al possibile recupero di efficienza rispetto agli ospedali pubblici "puri" è 12° Rapporto annuale Aiop "Ospedali e salute 2014", presentato oggi alla Camera dei deputati a Roma.

Un report che all'insegna dei tagli lineari degli ultimi anni, della minore spesa rispetto al Pil che anche quest'anno l'Ocse certifica per l'Italia come nettamente inferiore rispetto agli altri Paesi del G7, del crescente affanno dei cittadini sempre più strangolati da addizionali Irpef e spesa sanitaria out of pocket, recupera il principio del "less in more". Per liberare risorse, è infatti la tesi, si dovrà fare fare di più e meglio anche con meno risorse, con la conseguenza di dover riorganizzare la macchina sanitaria e ospedaliera, attuando una revisione profonda - si spiega nel report curato da Nadio Delai in collaborazione con la società Ermeneia - del relativo modo di essere e di operare, come del resto è richiesto indistintamente a tutti i soggetti: aziende, pubblica amministrazione, istituzioni, sistemi di rappresentanza. La coperta è cortissima e, come ricorda il presidente Aiop Gabriele Pelissero, «bisogna essere molto bravi per fare con il 7% del Pil (e anche meno) ciò che Francia e Germania fanno con più del 9% e questo è sicuramente un primato italiano al quale la rete delle aziende Aiop fornisce un contributo fondamentale, assicurando il 25% delle prestazioni ospedaliere con il 15% della spesa pubblica e il mantenimento di un sistema solidaristico, universalistico e pluralistico».

Ma anche per scongiurare i rischi pressanti di "traslazione" dell'impegno nel fare efficienza, che tenderebbero a «trasferire le esigenze di razionalizzazione di un sistema ospedaliero pubblico (fortemente rigido) sui soggetti di offerta privati (farmaceutica, ospedalità accreditata, laboratori accreditati) e a ribaltare, ancora, sui pazienti e sui cittadini oneri aggiuntivi derivanti dal pagamento di servizi oppure dall'incremento delle addizionali», il report accende i riflettori sulle strutture di ricovero. Dove sprechi e inefficienze certo non mancano, con le debite differenze e tenendo conto sia del grandiente Nord-Sud sia, soprattutto, del case-mix relativo alla complessità dell'assistenza prestata.

Non siamo all'anno zero e il processo attuativo della certificabilità che dovrebbe portare alla successiva certificazione dei bilanci delle Asl e dei singoli Ssr lo dimostra. Ma il cammino verso la trasparenza è ancora decisamente da completare. Aiop prova a "dare una mano": da una simulazione effettuata su 24 tra aziende ospedaliere e ospedali a gestione diretta, emergerebbe un disavanzo complessivo valutabile tra il 13,2% e il 20,1% della spesa sostenuta per le prime e tra il 12,6% e il 14,0% della spesa per i secondi. Anche scegliendo l'ipotesi più prudenziale di stima - si legge nel report - si sarebbe comunque davanti a cifre dell'ordine di 3,3 miliardi di euro di disavanzo effettivo per le aziende ospedaliere e di 2,7 miliardi di euro per gli ospedali a gestione diretta. Dati «prudenziali», sottolineano gli estensori del rapporto, anche perché ci si è limitati a valutare i disavanzi dichiarati nei conti economici a cui sono stati aggiunti i contributi (al ripianamento) esplicitamente attribuiti in conto gestione ordinaria: ma ad essi andrebbero anche a sommarsi i contributi straordinari come pure il trasferimento implicito di risorse che ha a che fare in particolare con le attività "a funzione".
Dalla simulazione, che - va sottolineato - non considera le altre strutture del Servizio sanitario nazionale, emerge il quadro dei possibili risparmi: pur adottando le stime più prudenziali, con un recupero del 20% si avrebbe un risparmio di 1,2 milioni, con un recupero del 40% si recupererebbero 2,4 miliardi e con un recupero, infine, del 60% di efficienza si libererebbero 3,6 miliardi.

Risparmi che, ricordano gli esperti, potrebbero essere utilizzati negli ambiti più diversi: strutture, attrezzature, formazione, ricerca, riduzione degli oneri in capo agli utenti, miglioramento del collegamento tra ospedali e territorio, tra le note dolenti segnalate dagli italiani nella survey che ogni anno, nell'ambito del report, Aiop dedica loro.