Dibattiti-e-Idee

Giornata mondiale dei diritti umani, la Farnesina fa il punto sull'attuazione del Piano d'azione disabilità

Un miliardo sono le persone con disabilità nel mondo, 8 su 10 vivono nei Paesi in via di sviluppo. Vi è un forte legame tra povertà e disabilità, si stima che circa il 20% delle invalidità derivi dalla malnutrizione. Sono 93 milioni i bambini con disabilità nel mondo, il 30% dei quali non frequenta le scuole.
L'impegno per il rispetto dei diritti delle persone con disabilità nei progetti della cooperazione, per uno sviluppo che sia realmente inclusivo, vede il Sistema-Italia di cooperazione in prima fila. Il tema è prioritario nel quadro dell'azione svolta nel corso del semestre di Presidenza del Consiglio Ue: l'Italia è impegnata in ambito europeo per garantire anche negli interventi di emergenza la protezione di questa fascia di popolazione, che nelle situazioni di conflitto e catastrofi naturali si rivela particolarmente vulnerabile.

Se ne è parlato oggi a Roma nel corso del seminario alla Farnesina promosso dalla Dg Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con la Rete italiana solidarietà e sviluppo – RIDS, Save the Children, e l'Università di Bologna. Titolo dell'incontro "Promuovere i diritti delle persone con disabilità nella cooperazione internazionale: Il Piano di azione Disabilità della DGCS/MAECI e l'impegno della società civile.

L'iniziativa è stata organizzata non a caso in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani per fare il punto sullo stato di attuazione del "Piano di Azione sulla disabilità della Cooperazione Italiana", elaborato dal Tavolo di Lavoro MAE-RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) con la partecipazione di oltre 80 interlocutori. Il Piano è in linea con gli enunciati della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed è incluso nel Programma di azione biennale sulla disabilità del Governo italiano.
Due le aree su sui si è focalizzato il seminario di oggi: l'educazione inclusiva e la promozione e protezione dei diritti delle persone con disabilità in contesti di emergenza e aiuti umanitari, temi sui quali sono al lavoro due dei cinque tavoli tecnici avviati per l'attuazione del Piano di azione.
L'educazione inclusiva è lo strumento per garantire a tutti i bambini, compresi quelli con disabilità, un'educazione di qualità, contribuendo ad assicurare piene opportunità di sviluppo, per promuovere l'equità e combattere la povertà. Non solo, essa rappresenta anche la premessa per la costruzione dell'inclusione sociale. Una scuola inclusiva è la scuola della comunità che quindi interagisce e dialoga attivamente con il proprio territorio per favorire sviluppo locale e coesione sociale. Il tavolo di lavoro sta elaborando una guida di riferimento che specifichi come l'approccio italiano sulla educazione inclusiva possa essere interpretato negli interventi di cooperazione allo sviluppo.
Progetti significativi per lo sviluppo della scuola inclusiva sono realizzati dalla Cooperazione italiana in Kosovo per l'attuazione del Kosovo Disability Action Plan, un programma riconosciuto quale "buona pratica" a livello internazionale; in El Salvador, in partenariato con le Autorità locali, di cui una iniziativa in collaborazione con l'Università di Bologna; in Tunisia attraverso il sostegno ai microprogetti delle associazioni nell'ambito della inclusione scolastica.

Nel corso dell'incontro Save the Children ha illustrato in proposito l'esperienza realizzata nei Balcani, tra cui i progetti in Kosovo e Albania che si avvalgono di un finanziamento della Cooperazione italiana, mentre l'Università di Bologna ha messo in rilievo le sinergie realizzate in tale ambito tra università, Cooperazione italiana e società civile.

L'altro tema al centro dell'incontro di oggi riguarda disabilità e aiuto umanitario. La protezione delle persone con disabilità in situazioni di emergenza è richiamata esplicitamente, oltre che nella convenzione ONU, in diversi documenti europei (nella Strategia europea sulla Disabilità 2010-2020, nel Consensus europeo sull'aiuto umanitario e nella risoluzione del Parlamento europeo del 2007 sui disastri naturali). Già lo scorso maggio, il Piano d'azione DGCS sulla disabilità era stato presentato a Bruxelles, dove aveva riscontrato un particolare interesse da parte di Germania e Spagna.

A partire da luglio, grazie all'iniziativa italiana nell'ambito del Semestre di presidenza dell'UE, il tema è stato inoltre posto per la prima volta all'attenzione del Gruppo di lavoro del Consiglio sugli aiuti umanitari (COHAFA), con l'intento di avviare un percorso volto all'adozione di un documento comune su obiettivi e misure concrete per assicurare la tutela dei diritti delle persone con disabilità negli interventi umanitari. A tal fine, la Presidenza ha favorito lo scambio di informazioni e buone pratiche fra gli Stati Membri e la Commissione e ha predisposto un concept paper, che rileva la necessità di un intervento a livello europeo in materia.
La rilevanza del problema è dettata da diverse ragioni: il drammatico impatto dì tali eventi per le persone con disabilità che le rende estremamente vulnerabili, il crescente numero di situazioni di emergenza derivanti da conflitti e catastrofi naturali e, non ultimo, il fatto che l'Unione europea è il primo donatore al mondo per l'intervento umanitario, fornendo oltre la metà degli aiuti di emergenza.
Le persone con disabilità in caso di catastrofi naturali o conflitti corrono i rischi maggiori, e secondo le statistiche presentano un tasso di mortalità da due a quattro volte superiore rispetto alle altre persone. Hanno grande difficoltà ad accedere agli aiuti, cibo, acqua, servizi, cure mediche, strutture di ricovero, piani di evacuazione. Inoltre possono perdere i propri ausili per la mobilità, subire la separazione dalle loro famiglie e da chi li assiste.

Situazione particolarmente grave si registra per le popolazioni rifugiate e sfollate, tra cui si stimano circa 3,5 milioni di persone con disabilità. L'Oms prevede che entro il 2020 i conflitti armati saranno l'ottava causa di disabilità nel mondo.
Nel corso del seminario sono state presentate alcune esperienze concrete, tra le quali quella di AIFO in Indonesia (in collaborazione con la Federazione Indonesiana delle persone con disabilità e cofinanziata dalla Cooperazione italiana) e in Liberia riguardante l'emergenza Ebola.
Il relativo gruppo di lavoro della DGCS è impegnato nella redazione di un Vademecum su aiuto umanitario e disabilità, che oltre ad offrire un quadro generale sui principi umanitari volti alla protezione delle persone con disabilità, intende fornire elementi pratici per la formulazione e la gestione di programmi di emergenza in un'ottica inclusiva.

Oltre ai temi dell'educazione inclusiva e la protezione nelle situazioni di emergenza gli altri Gruppi di lavoro avviati per l'attuazione del Piano di azione riguardano: accessibilità e fruibilità degli ambienti, dei servizi e dei beni; mappatura e analisi dei dati delle iniziative della Cooperazione italiana finanziate a favore delle persone con disabilità nell'ultimo quinquennio; elaborazione di un documento sulla revisione delle categorie OCSE DAC per includere maggiormente la disabilità.
Sono queste le diverse aree in cui si realizza l'impegno a tutto campo della Cooperazione italiana per promuovere i diritti delle persone con disabilità e che si contraddistingue per il carattere multidisciplinare e per l'approccio partecipativo, con un ampio coinvolgimento della società civile e del mondo accademico, delle istituzioni, delle imprese, degli enti locali e in particolar modo delle persone con disabilità.