Dibattiti-e-Idee

ESCLUSIVA/ Liberalizzazioni&farmacie, Salerno: «Lo ha detto anche l'Antitrust». Il dibattito si scalda

di Nicola C. Salerno

Caro direttore,
con piacere e interesse ho letto il seguito del dibattito sulla riforma delle farmacie sul Sole24Ore Sanità. Grazie per l'ospitalità e grazie anche a coloro che hanno letto e controbattuto al mio scritto.
Solo alcuni rapidissimi punti che forse possono valere come risposta agli interrogativi sollevati:

1) Non sono ovviamente l'"inventore" della cancellazione della pianta organica. Ne parla da tanti anni l'Agcm. L'ultima volta addirittura qualche mese fa (nei suggerimenti per la Legge annuale sulla concorrenza). Suona un po' strano criticare questa opzione come se ne avessi io la paternità e fosse la prima volta che se ne discute. Io semmai ho aggiunto una computazione degli effetti, sforzo che ho fatto anche per colmare un vuoto informativo. Sinora non sono circolati neppure ordini di grandezza sull'impatto atteso dalle riforme.

2) Una considerazione simile può esser ripetuta anche per la liberalizzazione della vendita dei farmaci C con obbligo di prescrizione. L'Agcm ne parla da sempre e da sempre supporta questo passo. D'altra parte, se si cancellasse la pianta organica, di per sé ne risulterebbe la liberalizzazione delle vendita dei prodotti di fascia C-Op (stante l'obbligo, giusto, che il farmaco venga sempre commercializzato per mani di farmacista abilitato).

3) Sulla sostenibilità economico-finanziaria della singola farmacia, ricordo un argomento che, sia pure più volte comparso nel dibattito, sembra sempre ignorato quando si tratta di commentare ipotesi di riforma. Se fossero possibili catene di farmacie senza limiti di numero, se fosse possibile l'accesso alla proprietà anche a non farmacisti, se le catene potessero assumere la forma di società di capitali per attirare investimenti anche nella prospettiva della farmacia dei servizi, il quadro della sostenibilità economico-fiananziaria muterebbe radicalmente. Quello che accade adesso è che, prima si contingentano le risorse umane e capitali che possono essere impiegate, poi si lamentano difficoltà a sostenere lo svolgimento dell'attività. Un controsenso sia economico che giuridico.

4) Mi si chiede come possano concretizzarsi risparmi anche in fascia A dove il pagatore non è il cittadino ma il terzo Ssn. Si propone, non a caso, l'introduzione del copay percentuale da combinare al reference pricing. Ma, anche al di là del copay percentuale, chiediamoci che cosa succederebbe se il canale in-nome-e-per-conto avesse davanti una distribuzione al dettaglio libera e pienamente concorrenziale. Asl e Ao potrebbero concludere contratti con le farmacie che chiedono i compensi più efficienti. E, cosa ancor più importante, sarebbero direttamente i prezzi di ammissione a rimborso a scontare quel margine di efficientamento sin dall'inizio. La contrattazione del prezzo per l'ammissione in fascia A partirebbe da basi diverse.

5) Si sollevano dubbi sul copay percentuale. Certo, è uno strumento delicato da maneggiare con cura, ma perché non incominciare? Si tratta di un tassello importante dell'universalismo selettivo che è prospettiva che il Governo ha già dichiarato di voler seguire.

6) Non si sottovalutino, infine, gli effetti di efficientamento sull'intera filiera del farmaco, anche a monte, sui produttori. Questo collegamento mi sembra non sufficientemente colto nel dibattito (in generale, intendo, anche al di là del dialogo che si sta svolgendo su Il Sole 24 Ore Sanità). Una distribuzione efficiente è necessaria per dare pieno impulso alla concorrenza di prezzo tra farmaci off-patent, con risparmi riutilizzabili nel Lea farmaceutico ospedaliero e per ammettere in fascia A prodotti innovativi a alto valore aggiunto e alto costo.

Mi fermo qui per non occupare tropo spazio. Volentieri continuo lo scambio di opinioni. Insomma, le riforme importanti possono esser viste sempre da angolature diverse, ed è giusto così, ne sono convinto. Tutti siamo fallibili compresa la stessa Agcm, ma che l'Agcm si sbagli di grosso su policy guideline che predica da oltre quindici anni a questa parte è sicuramente più difficile che se a spararla grossa sia soltanto Nicola Salerno.