Europa e mondo

«Prima le mamme e i bambini»: parti sicuri e cura del neonato in Africa tra innovazione, ricerca e sostenibilità

di Giovanni Putoto e Giulia Segafredo (Medici con l'Africa Cuamm)

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24 Esclusivo per Sanità24

Piccoli, grandi numeri: 4 paesi, 4 ospedali principali, 24 centri di salute periferici, 1.300.000 abitanti coinvolti. Un'unica parola d'ordine: “Prima le mamme e i bambini” per garantire l'accesso gratuito al parto sicuro e alla cura del neonato in Africa.
L’obiettivo? Raddoppiare, in cinque anni, con un impegno di oltre cinque milioni di euro, il numero dei parti assistiti, passando dai 16 ai 33 mila all'anno, in quattro distretti di Angola, Etiopia, Uganda e Tanzania, per continuare a combattere la mortalità materna e infantile, uno dei grandi Obiettivi del Millennio stabiliti dalle Nazioni Unite. Un progetto ambizioso che lanciato a inizio 2012, ha preso avvio con il sostegno iniziale di Fondazione Cariparo, Fondazione Cariverona, Fondazione Cariplo e Compagnia San Paolo, e ha raccolto via via un vasto consenso da parte di molte istituzioni tra cui la Chiesa Cattolica, il Ministero Affari Esteri per la Cooperazione internazionale, agenzie sanitarie internazionali, enti locali e società civile.

A quattro anni dall'avvio, l'impegno sta portando risultati concreti, grazie a una progettualità integrata, che vede la collaborazione di attori pubblici e privati. Ricerca operativa, formazione nelle comunità e offerta di servizi sanitari sono componenti dello stesso programma, che operano in sinergia consentendo di mettere a fuoco i bisogni specifici dei territori e della popolazione e rispondendo quindi a carenze specifiche.
Risultati. In quattro anni sono state realizzate 236.661 visite prenatali, 102.147 parti, 4.597 trasporti in ambulanza, 478 gli operatori sanitari formati. Un contributo sostanziale alla riduzione della mortalità materna e neonatale basata sul rafforzamento dei sistemi sanitari locali.
Innovazione. La strategia adottata nel programma ha puntato alla realizzazione contestuale di interventi sul piano dell'offerta e della domanda sanitaria. Per la prima si è agito attraverso l'aumento dei servizi sanitari erogati e il miglioramento della qualità degli stessi. Per la seconda si è privilegiato il rafforzamento della rete di comunicazione e di trasporto, che permette alla popolazione di raggiungere tempestivamente i luoghi di cura, e la messa in atto di meccanismi innovativi per incentivare l'accesso e l'uso dei servizi stessi, da parte della popolazione (es. voucher per il trasporto, baby kit alle mamme partorienti e campagne di sensibilizzazione ed educazione sanitaria).
Ricerca operativa. La ricerca operativa con approcci quantitativi e qualitativi è componente sostanziale del progetto e ha gli obiettivi di migliorare le pratiche professionali, di rafforzare i meccanismi di accountability e di influenzare le politiche sanitarie. Il programma ha realizzato finora 10 ricerche operative, in gran parte pubblicate su riviste di settore. Sono state studiate e monitorate, nel tempo, le dimensioni della copertura, della qualità e dell'equità dei servizi materni, fetali e neonatali.
Altre indagini hanno interessato i meccanismi di funzionamento del sistema sanitario quali: gli incentivi al parto (voucher per il trasporto vs baby kit); l'efficacia dei trasporti in ambulanza e delle case d'attesa; la razionalizzazione dei “punti nascita” attraverso l'uso del sistema di geolocalizzazione (GIS); le indagini cliniche sull'appropriatezza del taglio cesareo e sull'assistenza al neonato asfittico e ipotermico.
In alcuni casi è stato stimato il costo-efficacia degli interventi citati. Un'indagine condotta in Etiopia, ad esempio, con dati raccolti nel 2013 (baseline) e nel 2015 (end line), ha mostrato come tra le ragioni della mancata richiesta di servizi ci siano la distanza geografica e le scelte culturali. Si è deciso di investire su: campagne comunitarie mirate alla promozione della maternità sicura; costruzione di “case di attesa”, luoghi di accoglienza per le donne in procinto di partorire; gratuità dell'ambulanza. Il costo/efficacia di tale intervento si è rivelato molto positivo: 4,37 dollari per anno di vita salvata (valore di riferimento WHO di costo-efficacia: 30 dollari). In Uganda, invece, il problema del trasporto è stato risolto con un sistema di voucher che permette alle donne di utilizzare, senza costi a loro carico, i moto-taxi, strategia che ha permesso di incrementare, del 40%, la richiesta di parti assistiti e di aumentare i tassi di copertura, sia delle visite prenatali che di quelle post-natali.
Sostenibilità. Durante l'ultimo anno del progetto sarà fondamentale raggiungere il target di 125.000 parti assistiti, raccogliere elementi per la valutazione dei risultati e studiare nuove forme di finanziamento comunitario per alcuni servizi, in modo da orientare sempre più l'intervento verso gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (SDGs – 2030).


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