Europa e mondo

I pranzi di Natale con i poveri. Una tavola larga come il mondo

di Comunità di Sant'Egidio

La storia, 25 dicembre 1982. Attorno alla tavola imbandita nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma si raccoglieva un piccolo gruppo di persone: giovani, anziani soli, persone senza dimora. Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio è iniziato così, pensando che questa grande festa non poteva passare dimenticando i poveri che sono nostri amici durante tutto l'anno. Da qui l'idea di ospitare il pranzo della nostra particolare famiglia in una delle più antiche basiliche romane. Ne è nata un'immagine, bella. Ma anche una realtà, riproducibile, quasi contagiosa, perché negli anni si è allargata ad altre parti di Roma, d'Italia e di altri Paesi di tutti i continenti.

Una tavola larga come il mondo
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio è oggi un modello che viene realizzato in Italia e in Europa, ma anche in altri continenti, dalla Costa d'Avorio al Pakistan, da Cuba all'Ucraina. È un segno di speranza per il futuro del nostro mondo: si può globalizzare anche la solidarietà.

Chi è invitato alla festa?
Sono invitati tutti, ma rispondono per primi quelli che vivono nella strada, che non hanno casa, che non hanno amici né un luogo dove celebrare il Natale. Sono i nostri amici senza dimora, i profughi, gli anziani, i bambini di strada, i nomadi, i mendicanti.

Dove si fa la festa?
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio viene organizzato ormai in oltre 70 paesi del mondo. Nelle chiese che si trasformano in grandi tavolate con i poveri, nelle zone di periferia, nelle stazioni europee, nella case più povere, ma anche nelle grandi bidonvilles africane e latinoamericane, nelle prigioni, negli istituti per anziani o per bambini, in quelli per i disabili, negli ospedali, perfino nelle strade. È un modo per trasformare la difficoltà in amicizia, l'amicizia in speranza, e festeggiare insieme l'inizio di un mondo diverso.

Perché ogni anno?
La festa è un bisogno profondo. In famiglia si fa festa. Si tratta di un gusto della vita, di una idea di felicità legata alla gratuità, più al dare che al ricevere, nello spirito più vero del Natale. Esprime il desiderio di cambiare il mondo e di renderlo più umano per tutti, a partire dai poveri. Natale è un modo di essere ogni giorno, anche dopo Natale.

Il Pranzo di Natale della misericordia #mercychristmas
Per il Giubileo della Misericordia abbiamo coniato l'hashtag #mercychristmas. Ai nostri pranzi di Natale si siederanno a tavola con i poveri 200mila persone in oltre 600 città di tutto il mondo per manifestare che oggi più che mai, di fronte alle guerre e al terrorismo, occorre cambiare il mondo con la solidarietà, l'incontro e l'integrazione. Tante tavolate quindi in tutti i continenti (la più conosciuta quella di Santa Maria in Trastevere, ma solo a Roma ci saranno più di 100 pranzi in diversi quartieri). Ci sediamo (non solo distribuiamo il cibo) insieme ai poveri (di ogni etnia e religione): senza dimora, anziani soli, rifugiati, detenuti nelle prigioni, e – soprattutto in Africa, America Latina e Asia - bambini che vivono in strada o frequentano, nelle periferie delle grandi città, le nostre Scuole della Pace. Sono gli amici tutto l'anno con cui vogliamo condividere il Natale e lanciare un messaggio forte di solidarietà e coabitazione in un clima (mondiale) segnato dalla paura di incontrare chi è diverso. Crediamo anche che sia un forte antidoto alla violenza e al terrore.


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