Europa e mondo

Tumori infantili, Soleterre: «Quelle disuguaglianze che rubano piccole vite»

di Damiano Rizzi (presidente dell'Organizzazione umanitaria Soleterre)

Il Lunedì mattina in oncologia pediatrica è giorno di diagnosi. Volti tesi di genitori in fila alla porta del primario, attendono la parola che potrebbe cambiare per sempre la loro vita. Dalla bocca del dottore uscirà una sentenza senza appello nei due terzi delle oncologie pediatriche del mondo, dove risiedono quasi tutti i bambini malati di cancro. Paesi in cui i tassi di sopravvivenza spesso non superano il 10 per cento. Non perché le forme tumorali sono più insidiose, ma perché non esiste la possibilità di accedere alle cure. O non arrivano le medicine. I bambini muoiono dove le disuguaglianze sono più vive.

Nel mondo ogni 3 minuti un bambino muore di cancro. Ogni anno il cancro colpisce tra i 175 e i 250mila bambini e adolescenti nel mondo, una stima al ribasso perché mancano i registri dei tumori in molti Paesi. L'85-90% di questi casi riguarda bambini e ragazzi che vivono in Paesi a basso e medio sviluppo, dove non hanno accesso a cure adeguate: i sistemi sanitari nazionali sono infatti estremamente deboli e i trattamenti troppo cari per la grande maggioranza della popolazione. Le stime dell'Oms prevedono che i malati globali di cancro passeranno dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni nel 2030 con un aumento generale della mortalità. Nonostante più del 70% dei tumori infantili sia curabile, i tassi di sopravvivenza nei Paesi più poveri sono bassissimi: tra il 10 e il 40%, mentre in Occidente sono il 75-85%. Questo significa che più di un bambino su due che si ammala di cancro è destinato a morire a causa della mancanza di diagnosi precoci, medicinali, cure, strumentazioni e trattamenti, anche di base.

Oggi è un lunedì speciale, è la XIV Giornata Internazionale Contro il Cancro Infantile e in molte oncologie pediatriche del mondo occidentale si celebrano giustamente i risultati della ricerca e della clinica capaci di guarire e ridare giorni alla vita.

Per l'organizzazione umanitaria Soleterre - Strategie di pace è una giornata doppiamente speciale, perché celebriamo la vita (oltre che in Italia) in 5 oncologie pediatriche che stanno in Paesi dove la guerra e la povertà accompagnano il tumore. Io scrivo dall'Ucraina, un luogo in cui sino a 15 anni fa i tassi di sopravvivenza erano attorno al 40/45% e si eseguivano amputazioni con sega manuale, perché il tumore più che guarito andava asportato. Oggi, anche grazie a Soleterre, i tassi di sopravvivenza sono aumentati dell'8,5 per cento, superando la soglia del 50%. Ci sono più possibilità di vita non solo in Ucraina, ma in tutti i Paesi in cui è attivo il Programma Internazionale per l'Oncologia Pediatrica (PIOP) di Soleterre, per intervenire dove la mancanza di conoscenza e fondi condanna altrimenti i bambini malati di cancro alla morte. Il Programma garantisce le cure, i medicinali (chemioterapici), l'accesso all'informazione e a una diagnosi tempestiva a oltre 8.000 bambini oncomalati in Ucraina, Marocco, Costa d'Avorio, India, Uganda e Italia. Un sostegno possibile solo grazie a fondi privati che Soleterre raccoglie nella totale assenza di finanziamenti pubblici (italiani ed europei), con una crescente partecipazione dei governi locali e pagando senza sconto le medicine.

Ma i tassi di sopravvivenza possono e devono essere alzati in ogni parte del mondo. Perché il diritto alla vita non può essere un privilegio. Per questo Soleterre lancia oggi un “Manifesto per la Salute”, per porre l'attenzione su un nodo cruciale: non sono solo le malattie a uccidere, ma anche e soprattutto le disuguaglianze. Disparità non “naturali” che si possono eliminare grazie a una visione etica dell'assistenza sanitaria come un diritto umano, che solo una società giusta può garantire a tutti. E può farlo solo attraverso un preciso impegno dei governi per il rafforzamento e la creazione di sistemi di welfare pubblico, finanziati attraverso la fiscalità generale e gestiti da una pluralità di soggetti in maniera competente e trasparente, coinvolgendo i cittadini e le organizzazioni della società civile. I bambini malati di tumore si possono guarire allo stesso modo in ogni parte del mondo, ma per farlo bisogna destinare le giuste risorse ai programmi di cooperazione internazionale in ambito sanitario, in un'ottica di solidarietà tra Paesi e cittadini dei Paesi più ricchi nei confronti di quelli più poveri: solo così la copertura sanitaria universale può diventare una realtà ovunque. Soleterre attraverso il “Manifesto per la Salute” ribadisce come questa debba davvero essere un diritto per tutti. Come la vita.


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