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Trasloco Ema, Milano torna a sperare. Il Governo Gentiloni presenta ricorso alla Corte Ue

di Rosanna Magnano

Un ultimo, probabilmente disperato, tentativo per conquistare l’Ema. Il Governo Gentiloni ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo e presentare ricorso alla Corte Ue contro l'assegnazione dell'Ema ad Amsterdam a scapito di Milano. Forse fuori tempo massimo, anche per non avere il rimpianto di non averci provato fino alla fine. Lo ha annunciato a Sky Tg24 il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

«Ho telefonato al Premier Paolo Gentiloni, è il momento di essere aggressivi e di fare ricorso», ha detto Sala, «Non ci sono grossissime possibilità di riassegnarci il mandato - ha spiegato - ma bisogna provarci. Chiamo la politica italiana al massimo impegno».

A riaccendere le speranze (e la rabbia) è stato lo stesso direttore esecutivo dell’Ema Guido Rasi che ieri in uno statement pubblicato sul sito dell’ Agenzia europea dei medicinali ha sciorinato urbi et orbi il suo malcelato e di fatto evidente malcontento sulle difficoltà infinite che il trasloco dell’Ema ad Amsterdam sta incontrando.

E il Governo, con un comunicato di Palazzo Chigi, ha confermato che «nelle prossime ore l'Avvocatura dello Stato presenterà ricorso presso la Corte di giustizia europea in merito alla assegnazione ad Amsterdam della sede di Ema attraverso una decisione nella sostanza assunta dal Consiglio Europeo». Il ricorso, spiegano le stesse fonti, appare doveroso in seguito alle notizie apparse ieri circa la sede destinata a ospitare l'Agenzia. Il ricorso chiederà alla Corte di verificare se la decisione su Amsterdam non sia da considerarsi viziata da informazioni incomplete sulla sede della agenzia. Parallelamente anche il Comune di Milano presenterà un ricorso al Tribunale di prima istanza cui può rivolgersi chi è «direttamente coinvolto» da decisioni europee.

«Io insisto sul fatto - ha ribadito Sala - che ci si debba provare. Quando Milano e Amsterdam si sono candidate hanno presentato un dossier, i vertici di Ema hanno fatto una visita alle sedi candidate. Gli olandesi avevano già detto che la sede definitiva non sarebbe stata pronta ma ce ne sarebbe stata una transitoria. Ora si scopre che nella sede transitoria ci starebbe solo la metà dei dipendenti di Ema. Questa Agenzia non è un istituto di burocrati ma approva le medicine da mettere in commercio o ne dispone il ritiro. Quindi ne va della nostra salute». «Quando gli olandesi hanno fatto la loro proposta probabilmente erano consapevoli che non sarebbero stati pronti. Quindi non hanno giocato molto pulito», ha concluso Sala.

Ma nonostante le evidenti lacune, l’Olanda continua a difendersi. «L'Olanda è orgogliosa di
ospitare l'Ema. Abbiamo costruito la campagna su continuità e qualità. Il processo che ha portato alla decisione» sulla nuova sede, «è stato giusto e onesto». Così il ministro della Salute olandese Bruno Bruins, dopo l'annuncio dell'Italia di voler presentare ricorso. «Stiamo facendo il massimo per assicurare un rapido trasferimento ad Amsterdam - spiega il ministro -. Attueremo quanto previsto dall'offerta in stretta collaborazione con l'Ema, per assicurarne la continuità operativa».

Sul fronte Ue, Bruxelles fa un po’ come Ponzio Pilato. «Niente da dire, non siamo parte di questo dossier, le decisioni sono nelle mani degli Stati membri che hanno assunto la responsabilità per la destinazione della sede dell'Agenzia europea del farmaco». Questa la risposta del portavoce della Commissione europea ai giornalisti che hanno chiesto quale fosse la valutazione della situazione emersa sulla preparazione della sede di Amsterdam, che si sta rivelando non in grado di assicurare una transizione senza scosse e ritardi dell'agenzia da Londra entro i tempi previsti. La Commissione non ha voluto neppure commentare l'intenzione di Italiana di fare un ricorso.

Lascia intravedere qualche spiraglio l’Europarlamento. «Il Parlamento Europeo in piena autonomia e indipendenza e in qualità di colegislatore - ha detto il
presidente del Pe, Antonio Tajani - esprimerà la propria decisione sul trasferimento e sulla nuova sede dell'Ema. Sono sicuro che, come sempre, l'Europarlamento tutelerà gli interessi dei cittadini europei».

Intanto la ministra della Salute Beatrice Lorenzin torna alla carica. «Milano è pronta e siamo in grado di garantire i termini previsti dai criteri di assegnazione. Credo che sia una cosa abbastanza singolare e scandalosa - ha aggiunto la ministra - che Amsterdam non sia in grado di rispettare i termini dell'accordo che abbiamo presto tutti». «Su un'assegnazione così importante - continua - i criteri devono essere assolutamente rispettati. Noi avevamo già segnalato che alcune città non erano in grado di mantenere gli impegni assunti».


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