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Ilva di Taranto, Eurodeputati: «Rischi per la salute restano a livelli non tollerabili»

di Rosanna Magnano

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24 Esclusivo per Sanità24

Gli eurodeputati scendono in campo in difesa della salute dei tarantini dai danni da inquinamento causati dall'Ilva, l'acciaieria più grande d'Europa. «Anche con l'applicazione il 100% degli standard di tutela ambientale definiti dai provvedimenti AIA 2011 e 2012, nonché dal Piano approvato con DPCM 14 marzo 2014 la situazione di rischio oncologico permanente, di aumento degli infarti e ictus nelle giornate ventose, nonché di tumori, menomazioni infantili e infertilità femminile nei centri abitati limitrofi all'Ilva rimarrebbe a un livello non tollerabile». È questa «l'affermazione delle autorità ambientali e sanitarie locali» che gli eurodeputati della Commissione Petizioni constatano nella relazione approvata oggi sulla missione conoscitiva a Taranto effettuata lo scorso 18 e 19 luglio da una delegazione della commissione Peti (petizioni) per incontrare i vertici dell'Ilva e dell'Eni e visitare gli impianti. Gli emendamenti approvati alla relazione sono i numeri 1, 3, 5, 9, 10, 12, 13, 20. La votazione finale ha visto 25 voti in favore e 2 contrari.

Priorità a salute e trasparenza
Una delle prime raccomandazioni contenute nella relazione è che le autorità nazionali, regionali e locali «possono e devono restaurare la fiducia dei cittadini sui piani ambientali e progetti industriali dei vertici aziendali d'Ilva ed Eni, assicurando l'adozione immediata di misure coerenti finalizzate all'integrale tutela della salute, della sicurezza pubblica e dell'ambiente. Raccomanda loro di: praticare piena trasparenza e l'apertura al dialogo, diffondere informazioni non unilaterali e coinvolgere effettivamente i cittadini in tutte le decisioni, che concernono la qualità della vita ordinaria».

Ma i deputati Ue intanto non risparmiano sferzate e sottolineano che «gli obblighi ambientali che l'impianto Ilva deve ottemperare per ridurre drasticamente il suo impatto inquinante sul territorio risultano in larga parte non rispettati, non essendo stati realizzati interventi di fondamentale importanza per la tutela della salute umana, quali ad esempio la copertura dei parchi minerali; rileva che le autorità sanitarie locali hanno evidenziato che anche nel caso in cui l'Ilva rispettasse appieno tali obblighi ambientali i rischi per la salute umana rimarranno a livelli inaccettabili in ragione della specificità dell'attività industriale dell'impianto Ilva».

Bocciato il possibile incremento produttivo ipotizzato dai vertici Ilva. «Secondo i deputati, non ci sarebbero le condizioni necessarie per permettere un incremento della produzione a più di 8.5 milioni di tonnellate annue, così come proposto dall'azienda. Contrariamente, si raccomanda un limite produttivo di 6 milioni di tonnellate, limite che dovrebbe rimanere in vigore fino a che l'azienda non metterà in atto tutte le misure precauzionali per prevenire i danni ambientali».

Il richiamo ai danni alla salute
La commissione rileva inoltre «come una molteplicità di studi epidemiologici hanno rilevato che gravissime patologie tumorali, cardiovascolari e respiratorie sono in termini percentuali sensibilmente superiori nell'area di Taranto rispetto al resto della Regione nonché che l'insorgenza di talune di tali patologie è direttamente riconducibile alla specificità dell'attività industriale Ilva».

I passi avanti dell'azienda
La commissione sottolinea positivamente alcuni passi avanti sulla copertura dei parchi minerari, che impedirebbe la diffusione delle polveri durante le giornate ventose. «Rileva in particolare positivamente, come attestato dai lavori dell'Osservatorio permanente, che sono partiti i lavori di cantiere per la realizzazione della copertura dei parchi primari, e che pertanto il completamento dell'intervento è oggi previsto già per i primi mesi del 2020 per il parco minerale e immediatamente a seguire, per il parco fossile, quindi in anticipo rispetto a quanto previsto dal DPCM di settembre 2017».

E i deputati vedono con favore anche «l'ipotesi di formale accordo attualmente all'esame tra Governo italiano, Regione Puglia, Comune di Taranto ed altri soggetti interessati tendenti a rafforzare nel quadro del recente DPCM le iniziative collaborative utili ad una miglior tutela della salute e dell'ambiente, favorendo una più rapida conclusione degli interventi Aia e delle bonifiche».

Garantire gli indennizzi a cittadini e lavoratori
E si pronuncia anche sul diritto agli indennizzi da parte dei cittadini danneggiati. La Commissione infatti «Chiede sia garantita l'applicazione dei regimi di indennizzo previsti dall'ordinamento nazionale - fatte salve le regole del diritto fallimentare, interne ed europee, per il soddisfacimento dei crediti concorsuali - a titolo di risarcimento dell'eventuale danno subito dai cittadini di Taranto e dai lavoratori degli stabilimenti dell'Ilva e dell'Eni a copertura economica per le persone con malattie già diagnosticate, nonché per i loro familiari in caso di decesso. Ritiene che tale misura fornirebbe un sostegno economico alle persone colpite, offrendo nel contempo alle imprese un incentivo per ridurre l'impatto in termini di ambiente, salute e sicurezza delle loro attività». Insomma si ribadisce il principio del «chi inquina paga».


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