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European Health Report, in Italia allerta giovani, morbillo e spesa privata

di Barbara Gobbi

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Due terzi della popolazione che si percepiscono "in buona salute", un'aspettativa di vita a 82,8 anni, che la vede seconda solo alla Spagna, e un sistema sanitario universalistico ed efficace nel mantenere la mortalità prevenibile ai livelli più bassi nell'Ue. L'Italia fotografata dall'ultimo European Health Report, rapporto triennale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, che sarà la base di lavoro del 68° Comitato regionale dell'Oms Europa organizzato a Roma dal 17 al 20 settembre prossimi, è un Paese "in cammino", rispetto ai sei obiettivi di Salute 2020, fissati nel 2012. Questi: ridurre la mortalità prematura entro il 2020; aumentare l'aspettativa di vita nella Regione; ridurre le disuguaglianze di salute; migliorare il benessere della popolazione; garantire l'accesso universale e il diritto al livello più elevato possibile della salute; stabilire degli obiettivi e dei traguardi di salute per gli Stati membri.

Il bicchiere nostrano è però "mezzo vuoto". A mettere in guardia in particolare sull'emergenza giovani, interviene la ministra della Salute Giulia Grillo, che insieme alla direttrice dell'Oms Europa, Zsuzsanna Jakab, in una conferenza stampa a Lungotevere Ripa ha lanciato la "quattro giorni" di lavori in cui l'Oms tirerà le fila e ragionerà sulle priorità da seguire per mantenersi in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. «Gli indici che l'Oms segnala per l'Italia sono incoraggianti nella popolazione adulta, meno nella fascia giovanile - rileva Giulia Grillo -. La nostra attenzione deve spostarsi sulle popolazioni più giovani, in cui si registrano segnali d'allarme non trascurabili».

Allerta stili di vita tra i giovani. L'allerta riguarda in particolare gli stili di vita: guardando alla prevalenza dell'obesità, per gli adulti l'Italia registra la terza percentuale più bassa dopo Svizzera e Danimarca. Ma è quarta per prevalenza più alta in tutta la Regione Europea dell'Oms, se si considerano i 15enni maschi: gli obesi e in sovrappeso arrivano al 26%. Ancora: anche se tuttora in Italia fuma un adulto su cinque, il numero di fumatori è sceso molto al di sotto della media europea; al contrario, tra gli adolescenti non si notano diminuzioni statistiche e sono fumatori regolari rispettivamente il 22% e il 20% delle ragazze (secondo valore, dopo la Bulgaria) e dei ragazzi (terzo valore, dopo Bulgaria e Croazia) di 15 anni.

Coperture vaccinali sotto-soglia. La copertura con la prima dose di anti-morbillo nel 2016 era pari all'89% e al 92% nel 2017, mentre per la seconda dose si attestava sull'85% e sull'86% nel 2016 e 2017. Valori ancora lontani dal 95% indicato dall'Oms come necessario per l'immunità di gregge. Con conseguenze drammatiche: 5mila i casi, con quattro morti, nel 2017; mentre nel 2018 si sono registrati 2mila casi e sempre quattro decessi. Come noto il dibattito in Italia è infuocato e vede in prima linea ministero e Parlamento. «Riguardo alle malattie infettive - afferma a questo proposito Giulia Grillo - abbiamo l'obiettivo di definire il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, adatto alla situazione epidemiologica e accompagnato da campagne informative per migliorare la consapevolezza sull'indispensabilità dei vaccini. Tutto questo, senza perdere di vita la sostenibilità di un sistema sanitario che garantisca sufficienza e adeguatezza dei servizi erogati alla popolazione».

I dati di spesa. Inferiore del 10% rispetto alla media Ue (dati 2015), la spesa pro capite si piazza in Italia a 2.502 euro contro i 2.797 dell'area europea. Che significa un 9,1% del Pil, inferiore anch'esso alla media complessiva Ue (9,9%). A fronte di ciò, è del 23% la spesa individuale dei cittadini italiani, rispetto al 15% europeo. Un dato importante, attribuibile soprattutto a cure dentali e farmaci.

Accesso e personale sull'altalena. Il Ssn offre assistenza a tutti i suoi cittadini e agli stranieri residenti. Ma - si rileva nello European Health Report - «la possibilità di accedere al sistema varia a seconda delle Regioni e del livello di reddito. Nonostante vi sia accesso universale, una parte della popolazione ha esigenze sanitarie che non ricevono assistenza. Un gap forte si rileva anche sul personale: ancora sopra la media il valore dei medici (3,8 contro 3,6 ogni mille abitanti), mentre resta basso il numero degli infermieri: 6.1 ogni mille abitanti, a fronte di una media europea di 8.4. E il tasso di infermieri per medici (1.5) è di conseguenza tra i più bassi in Europa (2.3).

Primi per epatite virale. L'Italia, come noto, ha il più alto tasso di infezioni da epatite C nella popolazione comune (5.9% per quanti donano sangue per la prima volta). E infine il paese è particolarmente a rischio in termini di resistenza anti microbica, registrando tra i valori più alti per molti patogeni (dati Ecdc 2017).


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