Europa e mondo

Farmaci, la carica delle biotech alla sfida sostenibilità: la Cina apre (con lo sconto)

di Rosanna Magnano

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24 Esclusivo per Sanità24

Il Pharma internazionale si fa spazio in Cina abbassando i prezzi, mentre Usa e Ue accelerano sulle approvazioni di nuovi medicinali – nel 2018 la Food and Drug Administration (Fda) ha segnato un record storico con il via libera a 59 terapie - lasciando però irrisolto il rebus della sostenibilità della spesa sanitaria. Intanto l’interesse degli investitori resta alto e la ricerca avanza a grandi passi, cambiando il destino dei malati. Ne parliamo con Daniel Lyons, portfolio manager e research analyst del team Global life Sciences di Janus Henderson Investors, società di gestione patrimoniale londinese che nel 2018 ha operato su un patrimonio di 287,3 miliardi di euro. «Con la crescita economica, è aumentata in Cina anche la domanda di salute – spiega l’esperto - e il Governo ha moltiplicato le iniziative per garantire un miglior accesso alle cure. Ad esempio aggiornando nel 2017, con 339 nuovi farmaci – il 40% dei quali non cinesi - l’elenco nazionale dei medicinali rimborsabili (Enfr) fermo al 2009».
Un’apertura che ha spalancato un mercato enorme, a quali condizioni?
Generalmente, i produttori farmaceutici devono fare importanti concessioni sui prezzi. Ma poiché il 60% del mercato farmaceutico cinese – il secondo più grande al mondo – viene rimborsato attraverso i regimi previdenziali governativi, i volumi possono compensare rapidamente gli sconti. Nel 2017, ad esempio, per ottenere un posto nell’Enfr, AstraZeneca ha abbassato di oltre il 50% il prezzo di Iressa (farmaco chemioterapico orale ndr). Ma in meno di 12 mesi, l’azienda ha riferito che i ricavi totali avevano eclissato i livelli precedenti. Sempre in Cina, di recente sono state approvate le immunoterapie di Merck e Bristol-Myers. I primi dati dimostrano che le traiettorie di lancio di questi antitumorali in Cina potrebbero superare il rapido incremento già osservato negli Usa.
Questo processo di apertura continuerà?
Per il futuro, la Cina ha dichiarato che aggiornerà con maggiore regolarità l’Enfr, con un considerevole impatto sulle aziende farmaceutiche. Questo mese, il governo cinese ha confermato che l’Enfr sarà nuovamente aggiornato entro l’anno. Contemporaneamente, Pechino sembra sempre più impegnata a fornire alla popolazione i farmaci di prima necessità. A dicembre, ad esempio, FibroGen e AstraZeneca hanno ricevuto dalle autorità cinesi l’approvazione per roxadustat, la pillola per il trattamento dell’anemia. Tale approvazione è stata concessa prima di ogni altro paese. Entrambe le aziende considerano significativa l’opportunità del mercato cinese, dato che soltanto il 15% dei pazienti che dovrebbero essere in dialisi riceve effettivamente il trattamento.
La ricerca biotech è in fermento e aumentano procedure accelerate e farmaci approvati. Ma non basta arrivare sul mercato. Il filtro ulteriore è quello degli accordi sulla rimborsabilità a livello di autorità regolatorie nazionali. Quindi le valutazioni sulla costo-efficacia di un’innovazione in rapporto alla sostenibilità della spesa sanitaria. Qual è il vostro punto di vista su questo snodo?
Per quanto entusiasmanti siano le scoperte medicali della biotecnologia, questo progresso può avere luogo solo con prezzi alti, e la determinazione dei prezzi dei farmaci a livello globale è un tema rilevante. Lo scorso anno, ad esempio, l’amministrazione Trump ha introdotto una serie di proposte per ridurre i costi dei farmaci, dall’eliminazione degli sconti ai produttori, all’introduzione di un indice nazionale di determinazione del prezzo dei farmaci. Benché riteniamo improbabile che questi regimi vengano approvati, la pressione per ridurre i costi nel sistema sanitario è reale.
Quali sono gli elementi di sostenibilità dell’innovazione farmaceutica?
Potremmo asserire che per gli investitori sia importante cercare aziende che si focalizzano sullo sviluppo di farmaci che aggiungono valore al sistema sanitario. Inoltre, crediamo che le aziende debbano essere in grado di difendere la determinazione dei prezzi. L’Institute for Clinical and Economic Review (Icer), una società di ricerche indipendente con sede a Boston, sta procedendo a una sempre più intensa valutazione del valore clinico ed economico dei farmaci. A nostro parere, per ottenere livelli di rimborso interessanti, le aziende dovranno dimostrare il valore dei propri farmaci. Nella nostra esperienza, gli investitori sovrastimano o sottostimano l’opportunità commerciale di un farmaco per circa il 90% delle volte.
Valore aggiunto terapeutico, prezzi e costi sono fattori determinanti. Ma la coperta della spesa sanitaria è corta ovunque nel mondo e i sistemi sanitari sono a un bivio. Il rischio è che una valanga di innovazioni non arrivi di fatto mai al paziente. Quale potrebbe essere la soluzione?
Riteniamo che i sistemi sanitari a livello globale debbano cambiare il modo di considerare i costi. È vero che gli attuali farmaci avanzati possono essere estremamente costosi, addirittura centinaia di migliaia di dollari. Ma questi farmaci offrono anche il potenziale per migliorare drasticamente la sopravvivenza, la qualità della vita e la produttività dei pazienti.
Consideriamo ad esempio le emicranie, che affliggono circa un miliardo di persone a livello globale. Per anni, i farmaci hanno curato soltanto i sintomi. Ma lo scorso anno, la Fda ha approvato i primi inibitori del peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp), che aiutano a prevenire lo sviluppo delle emicranie sin dall’inizio, con una potenziale riduzione del numero di giorni di assenza sul lavoro e costi inferiori per la società in generale. L’atrofia muscolare spinale (Sma) è un altro esempio convincente. La Sma è una malattia genetica che colpisce le cellule nervose motorie nel midollo spinale, inibendo la capacità di camminare, mangiare o respirare. Spesso la malattia si manifesta nei primi mesi di vita e generalmente porta alla paralisi o al decesso verso i due anni di età. Adesso, un’azienda, AveXis (recentemente acquisita da Novartis), sta sviluppando una terapia genetica, Zolgensma, che potrebbe curare efficacemente la Sma. Alla luce di questo valore a lungo termine, di recente l’Icer ha calcolato il valore di Zolgensma fino a 1,5 milioni di dollari. Riteniamo che per i governi potrebbe essere politicamente difficile negare tali tipi di trattamenti ai pazienti.


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