Europa e mondo

Equiparare le sigarette elettroniche a quelle tradizionali? E' un passo indietro nella lotta al fumo

di Francesco Fedele*

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24 Esclusivo per Sanità24

Oltre 1 miliardo di persone nel mondo fumano le tradizionali sigarette ben sapendo che provocano una serie di gravi patologie (cardiovascolari, polmonari, tumori, etc) e circa 7 milioni di decessi vengono annualmente attribuiti al fumo di tabacco. Un italiano su 5 fuma (il 22% della popolazione adulta) e i dati epidemiologici parlano di un numero di morti che oscilla tra i 70 e 83mila all'anno. Ma ultimamente si parla sempre più spesso anche di "fumo digitale" o "fumo freddo", cioè utilizzare dispositivi alternativi che nel loro funzionamento non prevedono la combustione, che è la causa principale della generazione di circa 6000 sostanze dannose. I più recenti dati nazionali (comunicati dall'Istituto Superiore di Sanità il 31 maggio 2019) ci dicono che circa 900mila persone utilizzano la sigaretta elettronica e circa 600.000 utilizzano i dispositivi a tabacco riscaldato.

Il caso dei sei decessi sinora avvenuti in Usa per cause polmonari, su circa 450 possibili casi di malattia polmonare, segnalati in 33 Stati in persone che utilizzavano sigarette elettroniche ha richiamato l'attenzione pubblica mondiale su questi sistemi a rischio ridotto e ai potenziali rischi per la salute dei cosiddetti "svapatori". E' fondamentale però inquadrare queste notizie nel giusto contesto, anche sulla base di evidenze scientifiche, per verificarne il reale significato e consentire di avere un'informazione completa e accurata. Prima di tutto è utile sottolineare come le sigarette elettroniche siano in commercio da oltre 10 anni e mai si era registrato un caso simile, prova del fatto che ciò che sta succedendo in America sia legato ad un uso improprio delle sigarette elettroniche o a partite contraffatte comprate nel mercato nero, ipotesi sui cui le autorità sanitarie statunitensi stanno indagando.

Questa puntualizzazione è fondamentale se non si vuole rischiare di gettare "il bambino con l'acqua sporca". Equiparare le sigarette elettroniche a quelle tradizionali, come sembra si voglia fare in Italia, vuol dire non solo ignorare le evidenze scientifiche, ma anche facilitare il commercio e la diffusione del fumo tradizionale, senza dimenticare che nel nostro Paese esiste il monopolio di Stato per tale commercio. Da cardiologo non posso che ribadire come non iniziare a fumare o smettere sia l'unico modo per eliminare totalmente il danno alla salute. Su questo non ci sono discussioni. Ma non si può ignorare che 9 fumatori su 10 dichiarino di non voler smettere di fumare: non considerare tale realtà vuol dire semplicemente non occuparsi di loro. Per questi incalliti fumatori, i prodotti che annullano la combustione, eliminando gran parte delle sostanze tossiche delle sigarette tradizionali, potrebbero rappresentare un'alternativa migliore alle sigarette che ogni giorno si comprano in tabaccheria. La letteratura scientifica inerente le e-cig, prodotta negli ultimi anni e basata sulle evidenze, è corposa e robusta ed è stata confermata anche da studi indipendenti. I dati scientifici mostrano che le e-cig, se usate bene, presentano un rischio di danno alla salute significativamente inferiore alle sigarette convenzionali. Ciò è stato riconosciuto anche da numerose Autorità sanitarie di differenti nazioni. Ad esempio, l'Ente per la Salute Pubblica Inglese (la massima autorità in tema di salute pubblica nel Regno Unito) ha riconosciuto alle e-cig di essere almeno il 95% meno dannose delle sigarette tradizionali. Recentemente la stessa FDA, la stessa autorità che sta indagando sui casi di decesso negli USA, ha approvato la commercializzazione di un sistema a tabacco riscaldato, ritenendolo uno strumento adeguato alla protezione della salute pubblica, poiché produce minori livelli di alcune sostanze tossiche rispetto alle sigarette convenzionali.

In quest'ottica va del pari inquadrata la posizione dell'amministrazione Trump che, dopo aver ricevuto alla Casa Bianca i rappresentanti delle Agenzie della sanità statunitense, si è dichiarata favorevole alla sigaretta elettronica come mezzo alternativo alle tradizionali sigarette, ma monitorando attentamente il loro utilizzo da parte dei minorenni e la commercializzazione di liquidi contraffatti ed illegali. L'utilizzo delle sigarette elettroniche rimarrebbe riservato esclusivamente a chi fuma le sigarette convenzionali e non riesce o non vuole smettere.

Anche l'Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, in linea con quanto espresso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, si sono resi disponibili per individuare e implementare, alla luce delle evidenze scientifiche disponibili, strategie in grado di attuare le misure di prevenzione più efficaci per contrastare i possibili rischi associati all'uso dei nuovi dispositivi. Nel farlo al primo posto è necessario fornire agli 11 milioni di fumatori italiani informazioni chiare sulle differenze tra sigarette tradizionali e quelle elettroniche.

*Professore ordinario di Cardiologia Università La Sapienza di Roma e presidente Istituto Nazionale Ricerche Cardiovascolari


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