Sentenze

Cassazione: l'uso intensivo dei telefonini può causare il cancro. Sì alla pensione Inail per un manager

L'uso massiccio e prolungato del telefono cellulare può avere «un ruolo almeno concausale» nella genesi di alcuni tumori dei nervi cranici. Parola della sezione lavoro della Corte di cassazione, che nella sentenza n. 17438 del 12 ottobre scorso , ha dato torto all'Inail, che non voleva riconoscere il rischio lavorativo e il conseguente diritto alla pensione per malattia professionale a un manager costretto, per ragioni di lavoro, a passare al telefonino molte ore al giorno.

L'uomo aveva provato in giudizio di aver usato il cellulare o il cordless per cinque-sei ore al giorno, per dodici anni, sviluppando alla fine un grave tumore all'orecchio sinistro dove appoggiava il telefono. Nonostante le terapie e la chirurgia, aveva comunque riportato «esiti assolutamente severi».

In primo grado non era stato riconosciuto il nesso tra l'uso del telefonino e lo sviluppo della neoplasia, mentre in secondo grado il verdetto era stato ribaltato. Adesso la Cassazione conferma la sentenza d'appello, riconoscendo anche la «maggiore attendibilità» degli studi epidemiologici indipendenti rispetto a quelli «cofinanziati dalle stesse ditte produttrici di cellulari». E così smontando la tesi dell'Inail, che ha provato a sostenere come gli studi sul rischio da uso intensivo dei cellulari non siano suffragati dal giudizio di affidabilità della «comunità scientifica» e come, per avere un parere definitivo, bisogna attendere i risultati dello studio epidemiologico internazionale Interphone, coordinato dall'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) e finanziato dall'Ue e dai produttori di telefonini.

Ma la Cassazione ha replicato che gli studi indipendenti condotti dal gruppo "Hardell", tra il 2005 e il 2009, che hanno evidenziato un maggiore rischio di insorgenza di neoplasie negli utilizzatori '"forti" di telefonia mobile, sono correttamente stati considerati più attendibili dai giudici d'appello, «stante la loro posizione di indipendenza, ossia per non essere stati cofinanziati, a differenza di altri, anche dalle stesse ditte produttrici di cellulari».

Pronto il commento del Codacons: «Se ci sono consumatori che usano per molte ore al giorno il telefonino e ritengono che ci possa essere un collegamento con la malattia contratta, ora hanno la possibilità di intraprendere un'azione legale».