Sentenze

Tribunale Milano: «Il paziente dimostri la colpa medica». Balduzzi: «Riconsiderare giurisprudenza». Omceo: «sentenza storica»

Una sentenza del Tribunale di Milano, in un processo intentato al Policlinico di Milano e a un suo medico accusati della responsabilità dell'avvenuta paralisi delle corde vocali di un paziente, ha stabilito che, in base alla cosiddetta legge Balduzzi del 2012, non è più il medico a dover provare la propria correttezza professionale, ma è il paziente che deve provare la colpa del medico.
«Si tratta di una sentenza storica – ha commentato Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Milano -, riguardante un problema che come Ordine milanese avevamo pubblicamente e ripetutamente sollevato e anche portato all'attenzione della Magistratura. Importante, inoltre, è anche il fatto che la sentenza, in base alla legge, riconosca che la presunta colpa si prescrive in cinque anni e non in dieci come in precedenza».

Una decisione che limiterà la medicina difensiva
La pronuncia va anche in direzione di una maggior tutela dei pazienti e del servizio sanitario pubblico, «perché fa venir meno alcune delle ragioni della cosiddetta medicina difensiva. A fronte di precedenti sentenze particolarmente onerose, che hanno fatto lievitare i premi assicurativi, infatti, molti medici non si sono più limitati a praticare solo le linee guida e le buone pratiche accreditate dalle comunità scientifica, ma si sono difesi richiedendo esami diagnostici non necessari per il paziente e particolarmente onerosi per il Servizio Sanitario, oppure si rifiutano di trattare i casi più complicati e a rischio denuncia».
«Resta ora da comprendere – conclude Roberto Carlo Rossi – la portata di questa sentenza, ovvero se farà giurisprudenza nei confronti di tutti i medici o se, con un'interpretazione restrittiva, avrà un'efficacia limitata al solo ambito ospedaliero».

Balduzzi: «Sentenza che deve far cambiare giurisprudenza in materia»
«Si tratta di una sentenza che, a mio avviso, va letta come una sollecitazione a riconsiderare la giurisprudenza in materia», ha detto Salute Renato Balduzzi, ex ministro della Salute e oggi nuovo componente del Consiglio superiore della magistratura, che da legislatore era intervenuto nel 2012 con un norma di alleggerimento della colpa
lieve del medico, più in linea con la sentenza milanese.
Quella dei giudici di Milano «non è una pronuncia nuova - precisa l'ex
ministro - C'era già stato un tribunale di merito che aveva interpretato la norma in questa direzione. Ma la Cassazione aveva invece confermato l'orientamento tradizionale. Per questo penso che la decisione dei giudici milanesi sia da leggere come una sollecitazione alla Cassazione a riconsiderare la giurisprudenza. E la leggo anche come una conferma della fondatezza dei motivi che hanno portato all'intervento legislativo nel 2012. Noi non volevamo sovrapporci alla giurisprudenza, ma piuttosto sollecitarla a trovare un equilibrio tra tutti i valori in gioco nella medicina difensiva».