Imprese e mercato

Biotech in crescita: in Italia vale 7,7 mld. La salute traina con il 72% delle imprese

di Leonardo Vingiani, direttore Assobiotec

I dati emersi dall'ultimo rapporto sulle imprese di biotecnologie in Italia elaborati dal Centro Studi Assobiotec fotografano uno scenario molto ricco e in continuo movimento.

La nostra analisi si è focalizzata soprattutto sulle pure biotech italiane. Si tratta delle tante start-up e PMI innovative che, grazie alla riconosciuta eccellenza della nostra ricerca accademica e industriale e alla tenacia dei nostri imprenditori, mostrano la capacità di sviluppare i risultati della ricerca di base per portare sul mercato tecnologie e prodotti innovativi, generando imprese che crescono, valore per gli azionisti e occupazione qualificata.
Con 384 imprese e un fatturato globale che supera ormai i sette miliardi di euro a fine 2014, il biotech italiano si caratterizza per un trend di crescita importante che, soprattutto a fronte di una lunga crisi economica e della quasi totale assenza di misure adeguate e continuative di supporto all'innovazione, conferma la natura anticiclica del settore.
Più della metà delle aziende (251) sono pure biotech: imprese il cui core business rientra prevalentemente nell'utilizzo di moderne tecniche biotecnologiche per lo sviluppo di prodotti o servizi per la cura dell'uomo o degli animali, la produttività agricola, le risorse rinnovabili, la produzione industriale e la tutela dell'ambiente. Tra queste le pure biotech a capitale italiano sono 225.
A trainare l'intero comparto è il segmento delle biotecnologie della salute (red biotech) in cui operano 277 imprese (il 72% del campione). Sono invece rispettivamente 95 e 76 le imprese attive nel segmento delle biotecnologie agroalimentari (Green biotech) e in quello delle biotecnologie industriali (White biotech).
La maggioranza (66%) delle imprese nasce come start-up, spin-off accademico o spin-off industriale; tale percentuale aumenta significativamente (84%) per il sottogruppo delle pure biotech italiane.
Il fatturato complessivo del settore ammonta a circa 7,7 miliardi di euro (+4,2%), gli investimenti in R&S a più di 1,5 miliardi (+4,5%), mentre il numero degli addetti in R&S è prossimo alle 7.300 unità.
Con una incidenza media degli investimenti in R&S sul fatturato del 19% - che sale al 31% per le pure biotech italiane – l'industria biotech è uno dei comparti a più elevata intensità di innovazione.
Il numero complessivo degli addetti ammonta a circa 40mila persone, con un'incidenza media degli addetti in R&S sul totale degli addetti del 18% ( percentuale che sale addirittura al 49% nel caso delle pure biotech italiane).
Il biotech italiano rappresenta oggi uno tra i pochi settori in grado di attirare investimenti stranieri, di fare innovazione, di creare occupazione qualificata e di contribuire alla bilancia dei pagamenti.

I QUATTRO SETTORI CHIAVE DEL BIOTECH

Red Biotech: imprese che operano nel settore della salute dell'uomo, utilizzando moderni metodi biotecnologici per lo sviluppo di prodotti per la cura e la prevenzione delle malattie (farmaci e nuovi approcci terapeutici, vaccini, sistemi diagnostici).
Green Biotech: imprese che operano nel settore agroalimentare, utilizzando moderni metodi biotecnologici per lo sviluppo di farmaci per uso veterinario, la produzione di piante e colture vegetali per applicazioni in campo alimentare, chimico, produttivo, così come nel pharming molecolare e nello sviluppo di test per la rilevazione di ingredienti e contaminanti nei prodotti alimentari.
White Biotech: imprese che operano nel settore delle biotecnologie industriali, utilizzando moderni metodi biotecnologici per la produzione e trasformazione di prodotti chimici, biomasse, materiali e carburanti, incluse le tecnologie di bioremediation ambientale.
Imprese Multi-business: imprese che operano in almeno due dei settori di applicazione sopra citati.


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