Imprese e mercato

Il Lazio vara il «cluster della salute»

di Roberto Turno (da Il Sole-24Ore del 10 ottobre 2015)

Nome in codice C.h.i.co., acronimo di Cluster of health innovation and community. Missione: mettere in rete imprese, regioni, università, enti di ricerca e ospedali per fare
massa critica e promuovere l’innovazione tecnologica rilanciando la competitività delle imprese e al tempo stesso la crescita sostenibile sul territorio. La sanità, dal pharma al biomedicale, e l’agro-alimentare i settori inizialmente privilegiati con una rosa di progetti innovativi che partiranno presto nel campo della salute e del benessere, dove il tasferimento di conoscenze e di tecnologie dovrà essere il leit motiv di una sfida ambiziosa quanto necessaria.
Una sfida che parte dal Lazio, e precisamente da UnindustriaLazio, che lunedì a Milano, ospite di Expo 2015, presenterà appunto il suo «Cluster della salute», il primo in
Italia, in un convegno il cui titolo dà tutto il senso del progetto: «Innovazione,
cibo e healthcare». Location di riguardo, l’Expo di Milano, e parterre di ospiti che dà il segno dell’interesse che già suscita l’iniziativa: i ministri Beatrice Lorenzin (Salute) e Maurizio Martina (Agricoltura), Diana Bracco (presidente di Expo e vicepresidente di Confindustria per la ricerca e l’innovazione), Massimo Scaccabarozzi (presidente di Farmindustria).
E naturalmente i padronidicasa: MaurizioStirpe(presidentediUnindustria) e il presidente di C.h.i.co. Fabio Miraglia (UnindustriaLatina).
A loro il compito di illustrare prospettive e ambizioni del cluster, ma anche di spiegare come e quanto è possibile uscire dal labirinto burocratico e progettuale attuale che frena programmi di sviluppo ormai indispensabili per il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Il «cluster della salute» laziale, in questo senso, potrà essere un’utile cartina di tornasole della capacità di tutti gli attori coinvolti di saper “fare rete”. Anche se, intanto, il cluster ha già mosso i primi passi con il «Progetto PharmaFood», frutto dell’incrocio tra industria farmaceuticabiomedicale e agroalimentare per la ricerca e lo sviluppo di prodotti dell’innovazione nel settore della nutrizione.

Sul tappeto anche l’innovazione che potrà venire dall’impiego di risorse naturali a fini curativi, sempre nel segno dell'impiego sostenibile delle risorse. Così, nel segno della salute, sonoincantieretantitavolitematici: agroindustria,chimica e farmaceutica, sanità e assistenza, bioedilizia, biomeccatronica, il trinomio cultura-sviluppo-salute. Tutti indirizzi strategici e operativi aperti anche a chi non opera nel Lazio.
Spiega Stirpe: «Il cluster della salute potrà suggerire modelli che facciano abbandonare l'idea di salute come voce di costo e concentrarsi invece sul concetto di salute come occasione di sviluppo per l'Italia».
Un modello che veda l'impresa protagonista, in una partnership strategica e concreta con le istituzioni, insomma. Un modello condiviso dall'assessore allo sviluppo economico del Lazio, Guido Fabiani: «Il cluster della salute è un progetto pienamente in linea con la nostra strategia, che fa del rilancio industriale, del trasferimento tecnologico e dell’internazionalizzazione della filiera produttiva i tre cardini della proposta di sviluppo della regione».
Un ruolo strategico fin dall'inizio lo svolgerà l'industria farmaceutica, che nel Lazio poggia su base solidissime e su un export che vale il 45% del totale manifatturiero. «L’industria farmaceutica è una grande occasionedisviluppoperl'Italia, dunque anche per il Lazio - afferma Scaccabarozzi -. La spiccata propensione delle nostre aziende per l’innovazione, le rende ancora più attente alle nuove strategie sul territorio, come propone il cluster con un modello davveroall'avanguardia».
Fare sinergie con tutte le forze sul territorio: questa la sfida del cluster della salute laziale. «È un passo fondamentale. Non dimentichiamo che il Lazio è al secondo posto per numero di imprese e di addetti nel farmaceutico e nel biomedicale. E con un diffuso tessuto di Pmi nelle biotecnologie della salute, nell’agroalimentare, nell’informatica applicata al settore. Con il cluster ci occuperemo di benessere e salute, ricerca, Ict, manifacturing e remanufactoring.
Lavoreremo - prometteMiraglia- suprogettistrategici individuando i finanziamenti disponibili con i nuovi Programmi operativi2015- 2020».


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