Imprese e mercato

Acquisti centralizzati di farmaci, pro e contro

di Fabrizio Muzio (Formazione FARE)

S
24 Esclusivo per Sanità24

Un nuovo studio sulle centrali d'acquisto è stato portato avanti da un team di Astrazeneca ed è stato presentato a Firenze nell'ultimo convegno ARTE, associazione federata nella FARE (la Federazione delle Associazioni degli Economi e Provveditori della sanità). Tema del lavoro “Centralizzazione degli acquisti, quale distanza tra teoria e pratica nel mondo del farmaco?” Gli acquisti centralizzati rappresentano una questione molto dibattuto tra coloro che ne vedono realizzati gli obiettivi di razionalizzazione e riduzione della spesa e quelli che ritengono invece questi obiettivi molto lontani. Il lavoro illustrato nel convegno toscano, ha avuto come scopo quello di disegnare un quadro completo e aggiornato del processo delle gare in corso per cercare di comprendere, dopo anni di federalismo sanitario, similitudini e differenze nelle strategie d'acquisto attraverso le quali le Regioni si rivolgono all'attuale mercato farmaceutico.

Proprio per questo sono stati per la prima volta tabellati i testi analizzati, al fine di rendere i dati confrontabili fra loro. Dati che sono stati ricavati da tre tipologie di documenti di gara: bando, capitolato e contratto, relativi esclusivamente alle ultime gare farmaci in essere. Sotto la lente d'ingrandimento sono finite tutte le Regioni, fatta eccezione quelle senza più contratti attivi (solo “proroga”) o che portano avanti le acquisizioni prevalentemente attraverso procedure negoziate. Il confronto ha evidenziato delle variazioni, tra Regione e Regione, solo in presenza di contratti e convenzioni mentre nel complesso, nonostante esistano sul territorio nazionale delle differenze nella gestione degli acquisti, è stata confermata una sostanziale omogeneità nei comportamenti. In altre parole, anche se i singoli fabbisogni sono diversi è stata registrata una similarità negli acquisti. Quello che ancora manca è però quella sorta di tessuto connettivo tra la Stazione Appaltante e l'Asl che deve poi definire il contratto, una volta aggiudicata la gara, tanto che le decorrenze delle forniture (ed il loro rispetto), l'esecuzione del contratto stesso che costituiscono dei processi delicati sono lungi ancora dall'essere efficacemente monitorati in modo appropriato.

La similarità nei comportamenti gestionali ha poi fatto emergere come la tipologia di sistema adottato da tutte le Regioni sia quello della procedura aperta, per via telematica. La forma più ricorrente è quella del Sistema dinamico d'acquisto (Sda), per una durata compresa tra i 36 ed i 48 mesi, mentre il criterio di aggiudicazione utilizzato è quello del “prezzo più basso” (art. 82, Codice degli Appalti). Dall'analisi sugli esiti di gara, è stato poi stabilito che la principale causa di non aggiudicazione è da far risalire ai valori errati delle basi d'asta, in particolare per i farmaci esclusivi e per farmaci con prezzi di base d'asta eccessivamente bassi.

Altro tema è poi quello della “buona riuscita” di una gara che, l'analisi portata avanti dal team di Astrazeneca, dice dipendere solo in parte dal grado di innovazione tecnologica dello strumento gestionale impiegato nelle fasi procedurali perché, in definitiva, essenziali restano invece l'appropriatezza della domanda interna, l'adeguato livello di partecipazione degli stakeholders aziendali, la determinazione delle basi d'asta basata sull'evoluzione del mkt e una misurazione continua della differenza tra qualità progettata e qualità erogata.


© RIPRODUZIONE RISERVATA