Imprese e mercato

Legge di Stabilità, nuovi Lea e nuovo nomenclatore

di Michele Clementi (segretario nazionale Assortopedia)

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24 Esclusivo per Sanità24

Nella Legge di Stabilità di fine anno sarà prevista, a livello economico e programmatico, l'entrata in vigore dei nuovi Livelli essenziali di assistenza e, conseguentemente, del Nomenclatore tariffario delle prestazioni di assistenza protesica in essi contenuto. La Riforma del settore, intesa come revisione degli elenchi, delle tariffe e delle modalità di fornitura, è attesa dal 1999.
Dalle pagine di questo giornale Assortopedia ha già esposto il proprio punto di vista: si tratta di una riforma dovuta e fortemente attesa, ma è anche portatrice di alcune palesi sviste, che andranno certamente corrette, ed è figlia del momento storico che stiamo vivendo, nel quale il concetto di “gara” è, erroneamente, affiancato a quelli di appropriatezza e risparmio. Se dovessero – come pare - essere acquistati a gara anche gli ausili tecnici più complessi per la disabilità motoria, i danni derivanti dall'inappropriatezza sarebbero pesanti. Lo strumento di acquisizione di questi dispositivi medici, finora utilizzato nel comparto solo per acquistare dispositivi standard, sarà del tutto inidoneo ad individuare l'ausilio giusto, efficace ed efficiente per quella patologia, per quel disabile che avrà una morfologia unica, esigenze di vita particolari, ambienti casalinghi e lavorativi unici e diversi da quelli degli altri. La gara è un mezzo massificante, opportuno solo quando si devono acquisire dispositivi non solo realizzati in serie, ma anche “universali”. Questi concetti sono stati ribaditi dalle associazioni delle imprese in occasione della recente Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici organizzata, come ogni fine anno, dal Ministero della Salute.
Ma oltre a questo pesante rischio, le aziende del settore stanno vivendo un altro interrogativo.
Il comparto sta infatti attraversando un momento di forte incertezza perché, da un lato, questa riforma (di cui si sa ben poco) rischia di ridurre pesantemente gli atti professionali delle aziende ortopediche, dall'altro le Regioni, correttamente, stanno deliberando nella direzione dell'innalzamento dei requisiti minimi delle aziende fornitrici. Dunque, a breve, ci si potrebbe trovare tra incudine e martello: da un lato le Regioni che pretendono requisiti aziendali superiori al passato in termini di professionalità, ambienti di lavoro, attrezzature, dall'altro la riforma potrebbe escludere una grossa percentuale delle aziende ortopediche, in quanto la gara sarebbe un assist perfetto per i leader di prezzo e non per i leader di qualità. Di questi tempi, investire in un' azienda che a breve potrebbe perdere una consistente quota di mercato, non è nemmeno pensabile.
In conclusione, riteniamo che il Ministero della Salute abbia fatto uno sforzo notevole nella scrittura di questa riforma, ma che sia anche indispensabile correggere alcuni – pochi, in realtà – passaggi, nei quali si prevedono forme di acquisto corrette per alcuni dispositivi, del tutto inidonee per altri più complessi, che meritano percorsi e tutele differenziate. Solo in questo modo si potranno generare appropriatezza e, conseguentemente – il tanto atteso risparmio.


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