Imprese e mercato

Assemblea Federfarma, Racca: «La farmacia come hub di servizi per una sanità efficiente»

di Rosanna Magnano

Definire modalità di erogazione dei farmaci omogenee sul territorio nazionale, consentire la distribuzione in farmacia di tutti i medicinali a carico del Ssn (compresi quelli innovativi), con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di somministrazione, reinvestire nel servizio farmaceutico i risparmi generati con gli sconti a favore del Ssn e le varie trattenute, che valgono 800 milioni di euro l'anno, definire i requisiti per la remunerazione dei servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco. Sono queste le priorità indicate dalla presidente di Federfarma Annarosa Racca alla prima assemblea pubblica della Federazione nazionale dei titolari di farmacia, questa mattina al Teatro Eliseo di Roma. L’obiettivo generale è fare in modo che decisori politici e stakeholder guardino al mondo della farmacia e del farmaco «non più come a una voce di costo da comprimere, ma come uno strumento di salute e di risparmio su cui investire. Per costruire una sanità nuova, adeguata a un Paese che sta crescendo e che vuole guardare al futuro puntando sull'innovazione, sulla prevenzione, sulla professionalità degli operatori».

«Con questa manifestazione – ha spiegato Racca - vogliamo evidenziare che la farmacia vera è quella che conoscono e apprezzano i 4 milioni di cittadini che ogni giorno entrano in farmacia per avere farmaci, servizi, consigli e informazioni per la loro salute. Il buon funzionamento del servizio farmaceutico è dato per scontato e troppo spesso, quando parliamo di farmacia, ci accorgiamo che i nostri interlocutori conoscono poco le regole che ne consentono l'efficienza sull'intero territorio nazionale. Sentiamo quindi la necessità di far conoscere meglio la realtà della farmacia italiana, le sue specificità e le iniziative promosse per migliorare costantemente il servizio offerto alla collettività».

Ma la conoscenza non basta. «Affinché l'impegno delle farmacie si traduca in un processo strutturato e organico di potenziamento del servizio farmaceutico – sottolinea Racca - abbiamo bisogno che la parte pubblica dia stabilità al settore e che sia data attuazione a norme di legge già esistenti».

L’attenzione del dibattito si è concentrata sulle principali partite aperte: Ddl Concorrenza, rinnovo della Convenzione farmaceutica, nuova governance del farmaco.

Ddl Concorrenza tra fascia C e grande capitale
Il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza è ancora fermo al Senato dopo il cambio al vertice del Mise e il riavvio dell’iter è probabilmente rimandato al dopo voto per le amministrative con la guida del nuovo ministro Carlo Calenda. A questo proposito la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha rassicurato i farmacisti: «Non credo che i farmaci con ricetta possano essere venduti nei supermercati: devono essere venduti soltanto in farmacia. Non lo dico in difesa di una categoria ma in base a un ragionamento all'interno del sistema sanitario», ha spiegato. «Ci vuole estrema cautela - ha aggiunto la ministra - e la consapevolezza che se si muove un attore all'interno del sistema sanitario poi, per un effetto domino, si muovono anche gli altri. Quando si immaginano degli interventi sul sistema sanitario pregherei di ascoltare tutti gli attori del sistema».

Di fatto sui farmaci C, con buona pace di parafarmacie e grande distribuzione, i giochi sarebbero ormai fatti. «In Commissione Attività produttive - spiega Emilia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - si è registrata una convergenza unanime sulla fascia C, che deve restare una prerogativa della farmacia. Perché siamo tutti d’accordo che i farmaci non sono saponette e non possono essere considerati merci qualsiasi. Il problema è un altro: l’ingresso nel settore del grande capitale potrebbe portare alla chiusura delle piccole farmacie, soprattutto nei piccoli paesi e nelle aree rurali. Con lo spostamento del punto vendita magari in un centro commerciale a 20 chilometri, dove l’anziano non può arrivare facilmente. E questo diventerà un grandissimo problema. Anche per le stesse parafarmacie, un capitolo questo sul quale bisognerà comunque fare un ragionamento chiaro. Perché dentro le parafarmacie c’è un farmacista come voi. Non vogliamo fare sanatorie? Ma anche qui va difeso il tema della dignità professionale dei farmacisti. Troviamo delle soluzioni: togliamo il farmacista dalle parafarmacie? Bisogna rifletterci. In gioco c’è la qualità del servizio. E dobbiamo fare anche una scrematura, con trasparenza, su quali sono le parafarmacie con un solo proprietario e quali sono le parafarmacie che hanno anche altri proprietari».

Per Farmindustria, la vendita di farmaci di fascia C con ricetta fuori dalle farmacie «non cambierebbe niente, si tratta sempre di farmaci a prescrizioni mediche». Quello che bisogna fare è smettere di parlare di salute e farmaci in termini di risparmi. E il presidente Massimo Scaccabarozzi ha puntato il dito sulle gare per i farmaci equivalenti , «fatte per risparmiare». «Ma i farmaci che hanno la stessa indicazione all’improvviso sono tutti uguali? Sappiamo bene che non è così e apprezzo la presa di posizione dei medici a questo proposito». Cominciamo, invece, a parlare di efficienza - ha sottolineato Scaccabarozzi- perché, se abbiamo un sistema efficiente, allora si può risparmiare da altre parti. Il sistema dei tetti di spesa non regge più ma se non si cambia il paradigma i problemi li avranno i pazienti».

Governance, quei tetti che non reggono più
I tetti della spesa farmaceutica infatti scottano e il tavolo della governance è arrivato a un punto di svolta: «La spesa ospedaliera - spiega Paolo Bonaretti, consigliere per le Politiche industriali del Mise e responsabile del Tavolo sulla Farmaceutica - ha sfondato di 2 mld l’anno passato e se va bene avremo lo stesso sforamento anche nel 2016, nel 2017 e nel 2018. È evidente che la spesa farmaceutica è sottofinanziata. Il problema è come sostenere questo carico, continuando a curare tutti. Si discute molto sulla necessità di calcolare i costi evitati dai farmaci innovativi, ma questi vengono prodotti dopo e non nel momento in cui si spendono i soldi per le cure. Va quindi trovato un sistema di finanziamento diverso. Se l’andamento demografico continua così tra 100 anni saremo 20 mln e non sosterremo più nulla. Invecchiamento e cronicità vanno affrontati intervenendo in quella zona grigia tra sociale e salute con strumenti finanziari nuovi. Le terapie personalizzate comportano un percorso che coinvolge il territorio e la farmacia può aiutare a gestire con appropriatezza anche questi nuovi prodotti, con l’obiettivo di mantenere la spesa sanitaria a un livello di sostenibilità. La spesa sanitaria è in aumento ovunque. Il problema è chi la paga. Siamo arrivati a 7 mld di spesa out of pocket. Si deve riflettere sul secondo pilastro. E avere certezza sui dati. Anche per l’ospedaliera bisogna fare quello che viene fatto in farmacia per la spesa convenzionata: abbinare al farmaco il codice fiscale del paziente».

Convenzioni: Farmacisti e Mmg in convergenza parallela
Fondamentale la partita del rinnovo della Convenzione farmaceutica. «La convenzione con il Ssn dovrebbe avere durata triennale - sottolinea Racca - ma non è stata più rinnovata dal 1998: un bambino, nato allora, quest'anno compie 18 anni, internet praticamente non esisteva (gli utenti collegati in tutto il mondo erano 200.000 oggi sono 3,3 miliardi), gli smartphones nemmeno, non c'era l'euro e non c'era il titolo V della Costituzione che ha definito la salute materia di legislazione concorrente. Ci auguriamo, a questo proposito, che, come previsto dalla riforma costituzionale, la salute venga riportata alla competenza del livello centrale per garantire omogeneità nell'accesso al farmaco».

Modalità di accesso che cambiano di pari passo con l’innovazione, ad esempio sui farmaci per Hiv e l’Epatite C, diventate patologie croniche. «L'innovazione dei farmaci che oggi sperimentiamo - spiega la presidente di Federfarma- ha un impatto importante anche sulle modalità di somministrazione, tale da rendere la distribuzione di farmaci per patologie importanti non più con stretta necessità di somministrazione in ambiente ospedaliero»

E nell’ambito della nuova convenzione «è venuto il momento di riconoscere e valorizzare il ruolo della farmacia del territorio nella distribuzione di tutti i farmaci a carico del Ssn che non richiedono particolari cautele in fase di somministrazione. In questo modo si darebbe concreta realizzazione a un modello di farmacia perfettamente integrata nel Sistema Sanitario Nazionale. La farmacia, infatti, si rivolge non più al solo paziente ma anche alle strutture di erogazione dei servizi ospedalieri e di assistenza sanitaria e sociale, garantendo la presa in carico di un tratto sempre più ampio del servizio di distribuzione del farmaco».

Per ora le parole d’ordine sui costosi farmaci innovativi restano il risparmio e naturalmente una gestione appropriata. Su questo capitolo non solo i farmacisti ma anche i medici di famiglia chiedono di essere maggiormente coinvolti, puntando su un rinnovo delle rispettive convenzioni «in parallelo». «Non cadiamo nei luoghi comuni. I professionisti vanno guidati con una formazione adeguata, ma se li impoveriamo - ribadisce Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg - sottraendo loro la gestione dei farmaci innovativi in nome di una presunta incompetenza si è poi costretti a pagare costi aggiuntivi indiretti e a limitare di fatto l’accesso alle cure». E i medici di famiglia rilanciano sul rinnovo contestuale delle convenzioni dei farmacisti e dei Mmg: «Si tratta di un’occasione - conclude Milillo - per definire importanti sinergie, con la giusta flessibilità e nella consapevolezza di possibili conflitti di interessi, che potrebbero essere agilmente regolati da un codice etico comune».

E l’idea delle convenzioni in parallelo piace anche a Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di settore sanità delle Regioni e assessore lombardo al Bilancio: «Le convenzioni vanno rinnovate entrambe in tempi brevi - spiega- ma centralmente si definiscono solo i livelli minimi. L’H16 è il minimo, ma si può fare anche di più. Se uniamo i Mmg come presidio del territorio alla farmacia dei servizi possiamo davvero fare un salto».

Tutti i numeri delle farmacie
Le farmacie costituiscono già una rete capillare di presidi territoriali. In Italia sono oltre 18.200; piccole imprese imprese professionali in cui operano 70.000 addetti, di cui 50.000 laureati, per la maggior parte donne. Considerando anche l'indotto, il settore dà lavoro a oltre 100.000 persone. Una macchina complessa che ogni giorno si mette in moto per portare le medicine agli italiani, anche a casa gratuitamente, se sono impossibilitati ad andare in farmacia. I numeri sono quelli diffusi nell’opuscolo su «La farmacia italiana 2015», diffuso nel corso dell’assemblea pubblica.

In farmacia si dispensano farmaci, prodotti e servizi, ma anche consulenza gratuita su un bene fondamentale qual è la salute: ogni farmacista dedica 2 ore al giorno a questa attività che costituisce una preziosa campagna di prevenzione quotidiana e capillare.

Il settore ha poi puntato con convinzione sull'informatizzazione per rendere più trasparente ed efficiente il servizio offerto e migliorare la qualità della vita dei cittadini. In farmacia, infatti, è anche possibile prenotare visite ed esami, effettuare prestazioni di telemedicina (elettrocardiogramma, holter cardiaco e pressorio, spirometria) in collegamento con centri specialistici, ottenere prestazioni di altri operatori socio-sanitari (come fisioterapisti e infermieri), effettuare screening per la prevenzione di patologie dal forte impatto sociale, come il tumore del colon retto o le patologie metaboliche e cardiovascolari.

Ancora, le farmacie hanno reso possibile la diffusione della ricetta elettronica, trasmettono gratuitamente alla pubblica amministrazione tutti i dati sui farmaci erogati dal Ssn e, da quest'anno, anche i dati degli scontrini fiscali per la realizzazione del 730 precompilato.


Le priorità di Federfarma
1) Ripristinare uno standard quanto più possibile omogeneo su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda le modalità di erogazione di farmaci, prodotti e servizi sanitari, tenendo conto di quanto previsto dalla più recente riforma della Costituzione, che riporta alla competenza nazionale la materia della tutela della salute. Negli anni passati, infatti, si sono susseguiti innumerevoli interventi da parte delle Regioni, ma spesso anche di singole Asl, che hanno modificato il regime di erogazione delle prestazioni creando forti diseguaglianze nell'accesso da parte dei cittadini;

2) Consentire la distribuzione in farmacia di tutti i medicinali a carico del Ssn, con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di somministrazione. In questo modo si valorizza il ruolo della farmacia del territorio come Hub di riferimento per la distribuzione dei farmaci. I vantaggi di questo nuovo approccio sono molti: riduzione delle barriere all'accesso ai farmaci e migliore aderenza alle terapie; omogeneità dei dati su tutti i farmaci distribuiti; miglioramento del governo della spesa farmaceutica complessiva; riduzione della frammentazione regionale nell'accesso al farmaco.

3) Investire nella farmaceutica convenzionata proprio per garantire l'erogazione di medicinali innovativi. La spesa farmaceutica convenzionata è una spesa virtuosa e controllata, che non può continuare ad essere oggetto di tagli. È inoltre necessario superare il sistema dei tetti rigidi, a favore di un sistema che consenta di tener conto dei risparmi che l'utilizzo del farmaco produce su altre poste di spesa.

4) Reinvestire nel servizio farmaceutico almeno parte dei risparmi generati dalla farmacia stessa, in particolare con gli sconti a favore del Ssn e le varie trattenute, che valgono 800 milioni di euro l'anno. Tali risorse potrebbero essere destinate a favorire la distribuzione in farmacia dei farmaci innovativi, dei prodotti dell'assistenza integrativa e dei nuovi servizi. Si potrebbero inoltre finanziare progetti volti a potenziare l'assistenza ai pazienti cronici nell'ottica di migliorare l'aderenza alle terapie, con l'obiettivo di ridurre i costi complessivamente sostenuti dal Ssn;

5) Procedere alla definizione dei requisiti strutturali e della remunerazione dei servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco. Tale argomento è stato oggetto di confronto nell'ambito del Tavolo sulla farmaceutica, convocato dai Ministeri dello sviluppo economico e della salute.
Con queste proposte Federfarma intende promuovere un grande cambiamento culturale che consiste nel .


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