Imprese e mercato

Ddl concorrenza, Federfarma: «Tardivo e incoerente risveglio di Farmacieunite»

di Federfarma

Nel dibattito sul Ddl concorrenza, dopo un lungo letargo, a giochi praticamente chiusi, interviene anche Farmacieunite, criticando i risultati ottenuti da Federfarma. In particolare, l'associazione sostiene che i limiti posti dal Parlamento all'ingresso del capitale sarebbero insufficienti e che sarebbe stato meglio consentire la vendita dei medicinali con ricetta nelle parafarmacie piuttosto che permettere l'ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie.

Ci chiediamo: in tutti questi mesi, dov'era l'organizzazione presieduta da Muschietti? Quali proposte e quali iniziative ha adottato per far valere le proprie ragioni? Ma soprattutto quali sono le vere proposte di Farmacieunite?

Non è stato facile trovare prese di posizione ufficiali sull'argomento. Citiamo le due reperite sui motori di ricerca: a settembre del 2015 Farmacieunite esprimeva – senza aver mosso un dito per ottenere tale risultato - apprezzamento per il mantenimento dell'esclusiva delle farmacie sui medicinali di fascia C con ricetta e dava una “lettura positiva” all'ingresso del capitale, portatore di “elementi di vitalità e di potenzialità per gli esercizi del nostro Paese.”

Nel gennaio 2016, Farmacieunite confermava l'esigenza di non demonizzare il capitale, ma di aprire un tavolo “con i soggetti del capitale che guardano con interesse alla farmacia”.
Uscita dal letargo, Farmacieunite ha cambiato radicalmente idea e oggi è contro il capitale e vede in una possibile fuoriuscita dei farmaci di fascia C con ricetta il male minore.

Se a settembre questa organizzazione non avrà cambiato opinione, probabilmente la vedremo sostenere la richiesta di fuoriuscita dei farmaci con ricetta dalla farmacia, con l'obiettivo di allargare la propria base associativa anche alle parafarmacie, come peraltro previsto dallo statuto di Farmacieunite.


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