Imprese e mercato

Basta con i tagli lineari, è tempo di riorganizzare

di Società nazionale di aggiornamento per il medico di medicina generale- Snamid

La diagnostica di laboratorio costituisce un supporto fondamentale nella pratica quotidiana ospedaliera e del medico di medicina generale, essa infatti contribuisce a formare o confermare il giudizio diagnostico, orientando di conseguenza le decisioni clinico-terapeutiche. La continua crescita della domanda di salute e delle aspettative dei cittadini, la medicina preventiva, la medicina di iniziativa e quella difensiva, l’offerta di prestazioni laboratoristiche sempre più fini, hanno determinato un incremento della richiesta di esami ed un aumento dei costi legati alla medicina di laboratorio in un momento di crisi in cui la Pubblica amministrazione si confronta con una condizione di scarsità di risorse e con i vincoli di bilancio che ne conseguono. In questo scenario ampio, complesso e attualissimo occorre collocare il Public procurement inteso come strumento capace di conseguire efficienza e innovazione nell’ente acquirente, che può assumere un’ottica manageriale adeguata a un’epoca di spending review.

Non solo: si tratta di uno strumento capace di consentire l’attuazione di politiche pubbliche in grado di entrare nel merito della spesa sanitaria, orientandola secondo strategie capaci di articolare in modo più soddisfacente la spesa sanitaria in tempi di crisi.

Se la sfida è quella di migliorare il rapporto tra costi e servizi, il public procurement può produrre effetti ben diversi da quelli presi con la scorciatoia di semplicistici tagli lineari, incapaci di discernere sprechi e spese giustificate e che non sembrano essere la ricetta migliore. Nessun vero beneficio si nasconde dietro a tagli che apparentemente garantiscono un risultato a breve e che, per tale logica, risultano essere spesso privilegiati dai bilanci pubblici. Riteniamo, dunque, che il Public procurement sia fondamentale per la riduzione della spesa e per l’orientamento di questa verso obiettivi di qualità, obiettivi coerenti con una profonda razionalizzazione della spesa sanitaria.

Come segnalano diversi studi in proposito, ci sono settori in sanità che consentono una riduzione di costi a patto che siano messe in atto scelte coerenti di riorganizzazione: i costi relativi al personale possono essere difficilmente compressi, soprattutto a causa della complessità di un mercato del lavoro reso sempre più articolato da figure professionali diversificate. Sono conseguibili, invece, riduzioni relative ai costi di beni e servizi nell’ambito di coerenti politiche di razionalizzazione.

Non mancano, certamente, casi di frammentazione degli acquisti, tuttora diffusi nel Paese, e ostacoli nei confronti di una adeguata programmazione con conseguente riduzione di costi. La direzione è quella di una progressiva razionalizzazione della spesa sanitaria agganciata al public procurement: una strada imboccata con sempre maggiore determinazione in Europa e in Italia, anche se qui si presenta al momento come un vestito d’Arlecchino, considerato che si acquista ancora in modo diverso da Regione a Regione. La scelta intrapresa di unificare, di puntare alla presenza di enti aggregatori, di sposare logiche condivise, per quanto articolate, è un punto di arrivo importante, pur accompagnato da nuove modalità organizzative, da strumenti innovativi quali l’e-procurement e capacità di orientare la professionalità in modo diverso.

Il futuro della sanità è dunque aperto a un superamento della frammentazione e a un’opzione in favore dell’unificazione. Siamo tuttavia consapevoli che non si può dimenticare che al cuore delle possibilità legate al public procurement, al centro dei suoi effetti virtuosi, resta un problema di origine culturale di grande importanza: la necessità di cambiare metodi e strumenti, mentalità, professionalità. Si sa, il cambiamento non è mai immediato, semplice, indolore. Anche in sanità e nelle politiche sanitarie occorre sempre fare i conti con abitudini consolidate e una forte resistenza al cambiamento e all’innovazione.

Da qui l’importanza e l’urgenza di dare vita a politiche che favoriscano processi di sensibilizzazione, formazione e informatizzazione. Inoltre, dovranno tenere conto anche dei seguenti elementi: mettere in atto una cultura del cambiamento, presentare la voglia di rimettersi in gioco come uno step ineludibile di processi che razionalizzino la condizione attuale, consentire al medico l’utilizzo appropriato di potenti e indispensabili strumenti di lavoro e al cittadino il giusto accesso alla diagnostica clinica, preventiva e di screening. A nostro avviso, dunque. è necessario un cambio di passo che certamente coinvolga in primo luogo le strutture aziendali, ma che soprattutto investa tutti i soggetti implicati attivamente nel processo di guarigione e cura del cittadino.


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