Imprese e mercato

Gli italiani sono pronti per la “Connected Care”? La salute digitale appassiona ma il sistema fa ancora fatica

di L.Va.

Qual è il rapporto degli italiani con la tecnologia nell’ambito della salute? Hanno imparato a fidarsi? Sono consapevoli delle possibilità offerte dal digitale? Sulla scia del Future Health Index, lo studio condotto in 13 Paesi, Philips presenta i risultati della ricerca sulla realtà italiana per comprendere e interpretare le abitudini e le necessità dei cittadini rispetto al proprio stato di salute e per analizzare il ruolo cruciale svolto dalla trasformazione digitale in ambito sanitario. L’indagine “Future Health Study 2016” è stata condotta dalla società Strive Insight nel mese di maggio 2016 su un campione rappresentativo della popolazione italiana di pazienti.

Scarica il Future Health Study 2016.

Ne emerge una popolazione attenta al proprio stato di salute, consapevole delle proprie condizioni e sempre più spinta ad utilizzare innovativi sistemi che facilitano l'accesso alle cure sanitarie. La ricerca spalanca quindi le porte alla trasformazione digitale in campo medico come risposta ai bisogni attuali nell'ottica di un miglioramento del sistema sanitario. Una rivoluzione che, grazie alle tecnologie di “Connected Care”, dovrebbe traghettare il sistema sanitario da un sistema di “welfare di stato” a un “welfare di community” in cui tutti i soggetti sono attivi e contribuiscono al buon funzionamento della sanità nazionale, alla riduzione della spesa sanitaria complessiva e, nel lungo termine, al miglioramento dello stato di salute dell'intera popolazione.

«Questo ricerca italiana vuole essere un prezioso strumento di ascolto e analisi per affrontare in maniera più consapevole e puntuale le sfide e le opportunità della sanità del futuro. Il grande motore del cambiamento è il paziente con un ruolo sempre più attivo e responsabile. Il nostro compito e obiettivo è quindi motivare le persone a prendersi carico del proprio stato di salute partendo da uno stile di vita sano, passando per la prevenzione fino alla eventuale fase di diagnosi, cura e convalescenza, per poi ricominciare dalla prevenzione, in un ciclo virtuoso e continuo della salute denominato Health Continuum». Afferma Stefano Folli, ceo Philips Italia, Israele e Grecia.

Percezione positiva della propria salute ma c’è richiesta di conferme
Il 58% degli intervistati ha una percezione positiva del proprio stato di salute. Questa percentuale aumenta nei più giovani (sale al 70% negli under 34). Con l'avanzamento dell'età si denota una variazione in negativo, influenzata dall'insorgenza di patologie. Risulta, infatti, che l'83% degli over 55 è affetto da almeno una patologia. Un focus sulle patologie più diffuse in Italia conferma il primato delle malattie respiratorie e cardiologiche. Tra le più diffuse c'è anche il diabete che risulta essere a prevalenza maschile mentre depressione e aritmia più frequenti nella popolazione femminile. Se l'età è quasi sempre portatrice di patologie, fa eccezione l'asma che si manifesta più diffusamente tra i giovani.

Gli italiani, soprattutto i più giovani, pur avendo una percezione positiva cercano rassicurazioni sul loro stato di buona salute recandosi spesso dal medico o all'ospedale. In media vengono effettuate 5 visite mediche all'anno (le donne più degli uomini si recano dal dottore) e 1 italiano su 5 dichiara di aver trascorso almeno una notte all'ospedale negli ultimi 3 mesi precedenti all'indagine, percentuale che sale al 24% tra i giovani. Molti dichiarano di non andare dal medico anche se necessario adducendo quali motivazioni la mancanza di tempo, la minimizzazione o la rimozione del problema di salute e i costi elevati.

Alcune zone d'ombra
L'esperienza con la sanità è giudicata positiva soprattutto da parte dei più “anziani”, la fascia di popolazione che usufruisce maggiormente dei servizi e che desidera performance ottimali. Emergono però alcune criticità e inefficienze a livello di “sistema” e sono le donne a mostrare una maggiore insoddisfazione e una minore fiducia. L'assenza di una rete informativa integrata amplifica la percezione di un'inefficienza soprattutto nei pazienti: il 78% afferma di dover spesso ripetere le stesse informazioni al personale sanitario e il 61% dichiara di dover ripetere gli stessi esami solo per il fatto di accedere a strutture diverse. La riduzione dei tempi di attesa e un più veloce e corretto processo di diagnosi rappresentano ulteriori aree di intervento. Il target femminile risulta essere quello che beneficerà maggiormente del cambiamento in quanto principalmente coinvolto negli aspetti organizzativi della salute in famiglia.

Una sanità collaborativa per un paziente più proattivo
L'aspettativa di una maggiore qualità derivante dall'attuazione di una Sanità integrata è alta.
I pazienti italiani sono pronti a fare la loro parte (quasi la metà degli intervistati afferma di occuparsi attivamente della gestione della propria salute) ma necessitano di una maggiore chiarezza che li guidi all'interno di un sistema più strutturato. I benefici attesi sono soprattutto quelli di una maggiore efficienza di comunicazione tra paziente, sistema sanitario e medici. Burocrazia ed eccesso di regolamentazione sono visti come potenziali ostacoli alla trasformazione.

Internet e sanità: una grande risorsa ancora da scoprire
Dall'indagine si evidenzia un utilizzo di internet molto frequente per la ricerca di informazioni di carattere medico: l'85% dei pazienti intervistati cerca le risposte a una domanda di carattere medico e il 55% legge le recensioni su un medico o un altro professionista sanitario prima di consultarlo. In particolare, sono le donne ad utilizzare maggiormente internet rispetto agli uomini così come le persone che soffrono di patologie croniche e coloro che hanno una scolarità superiore mentre i residenti nelle regioni del sud Italia accedono maggiormente alle recensioni (probabilmente alla ricerca di un medico in altre regioni).

La “Connected Care” ci salverà?
Sono gli anziani a riporre maggiore fiducia nel progresso del sistema sanitario (l'86% degli over 55 vs il 76% degli under 55 riconosce che un sistema sanitario integrato porterà a una più elevata qualità dell'assistenza sanitaria ricevuta), ma sono anche coloro che, in maggioranza, ne riconoscono le potenziali barriere. Oltre la metà del campione intervistato individua nella burocrazia, nel costo e nelle politiche del sistema sanitario le principali barriere al miglioramento.

Per quasi un intervistato su tre, il livello di comprensione degli strumenti connessi è molto buono specialmente tra le persone con reddito più elevato e di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Rimane opinione comune che i medici debbano comunque ricoprire il ruolo di principali responsabili dell'interpretazione delle informazioni raccolte supportati da un atteggiamento attivo del paziente.


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