Imprese e mercato

Biomedicali, proposte condivise e gestione integrata per svecchiare il parco macchine

di Paolo Salotto (amministratore delegato di TBS Group)

Il cambiamento che il modello organizzativo sanitario e i connessi processi stanno vivendo, hanno contorni strutturali e di durata. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente riconversione di un'ampia serie di servizi socio-assistenziali e sanitari, rappresenta una sfida che necessita di risposte innovative e coordinate. Una di queste risposte deve con certezza passare per un adeguamento delle tecnologie che necessariamente continueranno a supportare i processi diagnostici e terapeutici nella direzione di una crescente e veloce modernizzazione. Per farlo, anche alla luce dei vincoli connessi con la capacità di spesa corrente e i piani di contenimento di questa stessa spesa, è indispensabile andare a ripensare nel suo complesso la modalità con la quale oggi queste tecnologie vengono gestite.
In questo senso, la proposta che TBS formula, e che trova concordi i diversi attori che – a vario titolo – compongono il panorama industriale che si occupa di biomedicale in Italia, può rappresentare un punto di partenza per una riflessione strutturale capace di favorire un'ottimizzazione delle spese e, al contempo, dare nuovo impulso agli investimenti.
Più nello specifico, l'obiettivo è quello di attivare una piattaforma integrata per la gestione delle tecnologie biomedicali in grado di gestire cicli di vita multipli dell'infrastruttura (dalla disponibilità del bene fino alla gestione del second hand), assicurando un continuo svecchiamento del parco tecnologico a costi sostenibili; di pianificarne l'approvvigionamento, il finanziamento, la manutenzione; di gestire i materiali di consumo, l'erogazione dei servizi, l'equipment library, la dismissione, la formazione degli utenti; di prevedere anche diverse opzioni, sia in termini di servizi che di strumenti finanziari (dal noleggio operativo al pay per use; al revenue sharing).

Questa iniziativa, denominata HTM (Health Technology Management), include anche una progettualità di carattere finanziario, che può passare sia per l'attivazione di SPV, Special Purpose Veichles, da sostenere attraverso investimenti provenienti da fondi strutturali o da modelli di factoring, appetibili dagli investitori finanziari.
HTM si colloca sullo sfondo di uno scenario nazionale critico: nel nostro Paese, infatti, sono 6.400 le apparecchiature di diagnostica per immagini obsolete, superando in modo evidente la soglia di adeguatezza tecnologica attestata tra i 5 e i 7 anni, così come riportano le mappature condotte da Assobiomedica.
È, ad esempio, significativo lo stato di vetustà delle apparecchiature radiologiche come i mammografi convenzionali e telecomandati, ma anche delle PET, RMN e TC che hanno visto un peggioramento dello stato di obsolescenza rispetto agli anni passati. In particolare, continuano a registrare un'età superiore ai 10 anni il 72% dei mammografi convenzionali, il 76% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, il 66% delle unità mobili radiografiche analogiche e il 60% dei sistemi telecomandati convenzionali.
Anche il quadro economico legato al parco tecnologico nazionale è altrettanto critico: il valore complessivo dei macchinari installati nel 2015 risultava essere pari a 13 miliardi €, mentre la spesa annuale per il rinnovo degli impianti era pari a circa 1,1 miliardi €.
Se a questo si aggiunge che, per effetto della revisione dei modelli clinici, molto spesso il rinnovo di apparati coincide con la ristrutturazione o la riorganizzazione di un intero reparto/dipartimento (come ad esempio le sale operatorie o la diagnostica per immagini) o con la necessità stessa di dotare tecnologicamente in modo adeguato i nuovi processi diagnostici e terapeutici dall'Ospedale al Territorio (come la domiciliarità), ecco che le necessità finanziarie risulteranno essere sempre crescenti e le risorse al contorno sempre più difficilmente reperibili nei bilanci delle strutture sanitarie.
In questi anni TBS Group ha avuto modo di condurre delle prime, significative esperienze di attivazione di piattaforme integrate di gestione delle apparecchiature biomedicali. I risultati che ne sono scaturiti possono essere giudicati come molto interessanti. In particolare, in Inghilterra, al Bedford Hospital, una delle strutture di eccellenza del sistema sanitario britannico, è stato concretizzato un progetto di armonizzazione dell'indice di diversità della componentistica biomedicale per le pompe di infusione presenti che ha abbattuto di oltre il 20% il costo annuo di manutenzione.

L'esperienza con il Bedford Hospital ci porta a pensare che, attraverso la piattaforma HTM, si possano generare risparmi anche superiori al 20% nello stock di apparecchiature mobili e del 10% nei costi di approvvigionamento, con una riduzione complessiva dei costi che può arrivare anche al 30%.
Un modello di questo tipo necessita di un approccio sistemico, che coinvolga i produttori di apparecchiature, i fornitori di servizi di assistenza e manutenzione, gli investitori finanziari, le strutture sanitarie, le stazioni appaltanti e che, naturalmente, possa anche essere condiviso dai decisori pubblici.
Serve il contributo di tutti per liberare risorse e rendere realmente sostenibile e moderna la nostra Sanità, gettando oggi le basi per una gestione più economica e, al contempo, efficiente del parco tecnologico, per consentire alle strutture ospedaliere di garantire domani servizi adeguati alla storia del sistema pubblico e alle attese della cittadinanza.


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