Imprese e mercato

Sanità digitale, Anitec (Confindustria): «Investimenti oltre 1,3 mld di euro, pari all'1,2% della spesa sanitaria pubblica»

«La diffusione delle malattie croniche richiede di identificare nuovi metodi e sistemi per il loro monitoraggio e la loro prevenzione. In questo processo, la tecnologia dell'Internet of Things e tutto l'ecosistema che ruota intorno ad essa, aiuteranno il paziente ed il sistema sanitario con la creazione ed attuazione di sistemi integrati e in rete, a supporto di interventi di prevenzione e di miglior gestione della complessità territoriale, con maggiore efficienza e minor costo per tutti. In questo ambito si aprono scenari applicativi e di business per tutto il settore ICT: informatica e telecomunicazioni entreranno sempre di più nei processi di cura quotidiana di una massa diffusa di persone. Ci aspettiamo un cambiamento di paradigma pari a quello che la sharing economy ha indotto in altri settori. Anitec è già attiva su questo fronte e i suoi associati sono impegnati a collaborare per trovare soluzioni per migliorare la prevenzione delle malattie. Parliamo di sviluppi tecnologici atti a migliorare la qualità di vita dei malati e anche a ridurre i costi della sanità pubblica».

È quanto dichiara il vicepresidente di Anitec, Nicola Ruggiero, in vista delle tre giornate di Winter School 2017, promosse ed organizzate da Motore Sanità a Ferrara dal 23 al 25 febbraio presso l'Hotel Ferrara (www.motoresanita.it) sul tema del nuovo rapporto pubblico privato tra innovazione, sostenibilità e qualità del servizio sanitario.
Il tema centrale è lo sviluppo di un sistema sanitario e di welfare sostenibile, presentando singole esperienze regionali di innovazione gestionale tra pubblico e privato.

Secondo gli ultimi dati del CREA, la spesa del SSN è inferiore al 36% della media degli altri paesi europei e la differenza di spesa pro capite per le regioni arriva fino al 40% come tra la Calabria e la Provincia di Bolzano. Tra l'altro, la stima della quota privata è di circa 36 miliardi di cui l'89% è out of pocket e solo una parte, seppur in costante aumento, è intermediata da fondi integrativi, mutualità sociali ed assicurazioni private. Da qui, la necessità di sviluppare, col supporto delle nuove tecnologie, progetti di governance e di rapporto tra pubblico e privato che accompagnino la possibile trasformazione da un sistema a fiscalità diretta a un sistema misto di stampo europeo, già operante in altri paesi OCSE. Tutti gli strumenti Ict ed i progetti innovativi in sanità negli anni a venire vanno inevitabilmente parametrati con lo sviluppo della PA digitale, in un confronto su scala europea.

Secondo dati dell'Osservatorio Innovazione in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, l'innovazione del sistema sanitario procede a piccoli passi, con investimenti per la digitalizzazione della sanità italiana che nel 2015 si attestano a 1,34 miliardi di euro, pari all'1,2% della spesa sanitaria pubblica. Al centro degli investimenti delle strutture sanitarie vi è la Cartella Clinica Elettronica (CCE), con una spesa di 64 milioni di euro (+10% rispetto al 2014). Seguono i sistemi di front-end (61 milioni di euro budget), il Disaster Recovery e continuità operativa (48 milioni), la gestione amministrativa delle risorse umane (39 milioni), la gestione informatizzata dei farmaci (26 milioni).

Le nuove tecnologie forniscono un supporto fondamentale nell'analisi dei big data sia sul fronte della prevenzione, sia su quello dell'offerta di un servizio sanitario sempre più mirato tramite, ad esempio, dispositivi wearable sempre più evoluti. L'evoluzione high tech giocherà, quindi, un ruolo significativo nel fornire informazioni personalizzate in tempo reale, aiutando le persone a prendere le migliori decisioni per la propria salute, tra cui la ricerca di un professionista, o educandoli sull'importanza della prevenzione. Nel corso degli anni, le compagnie farmaceutiche, gli ospedali e le compagnie di assicurazione hanno raccolto un'enorme quantità di dati su medicine ed esiti terapeutici, utili per educare i pazienti sui migliori trattamenti. Esiste già un campo di confronto tra questi attori (startup incluse) per tentare di coinvolgere i migliori scienziati e analisti nel creare modelli predittivi sulla salute. Inoltre diversi progetti europei di Horizon 2020 prevedono dei finanziamenti per progetti di ricerca e sviluppo in aree multidisciplinari quali la bioinformatica, la medicina personalizzata (bandi H2020-SC1-2016-2017) .


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