Imprese e mercato

Assobiotec: centrare la combinazione Human Technopole-Ema. Il primato del biotech della salute

di Ernesto Diffidenti

Il rafforzamento dell’industria biotech in Italia si gioca sullo sviluppo dello Human Technopole e il trasferimento dell’Ema a Milano. Per il presidente di Assobitec, Riccardo Palmisano, centrare tale combinazione «significherebbe unire due grandi investimenti strategici, due progetti di alto profilo scientifico e internazionale, ma soprattutto rappresenterebbe la conferma che il nostro Paese ha deciso di fare sul serio nel puntare su eccellenza scientifica e tecnologia come elementi chiave per rendere l’Italia più competitiva e attrattiva in un settore cruciale per il futuro delle giovani generazioni e per la qualità della vita di tutti».

I numeri delle biotecnologie
La fotografia del biotech in Italia presenta elementi positivi e grandi opportunità ma anche limiti evidenti legati soprattutto alle piccole dimensioni delle imprese che fanno fatica a fare quel salto dimensionale indispensabile per competere nel mercato globale. In ogni caso l’Italia è tra i leader in Europa con 251 miliardi di euro di fatturato e 1,65 milioni di occupati (dati pubblicati nel “Terzo rapporto sulla Bioeconomia” realizzato da Assobiotec con Intesa Sanpaolo). Il biotech in senso stretto si dimostra un settore attivo, ad alto tasso di innovazione e strategico per la crescita economica futura, considerati gli oltre 10 miliardi e mezzo di fatturato generati nel 2015.
L’analisi 2017 del comparto, sviluppata anche quest’anno da Assobiotec in collaborazione con Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile - evidenzia la presenza di 541 imprese biotech attive in Italia al 31 dicembre 2016, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (553 imprese a dicembre 2015).

Il primato delle Red Biotech
Guardando agli ambiti di applicazione, il comparto vede al primo posto le realtà impegnate nel settore delle biotecnologie della salute (Red Biotech) che rappresentano poco più della metà delle imprese di biotecnologie in Italia (54%). A dispetto delle difficoltà e dei limiti del nostro sistema, in area salute l’Italia detiene oggi una posizione di leadership riconosciuta nel settore della terapia personalizzata, delle terapie avanzate, dei vaccini e dei farmaci orfani per malattie rare. In particolare tra le terapie avanzate, possiamo dire con orgoglio che tre delle sei terapie avanzate autorizzate all'immissione in commercio in Europa sono frutto della ricerca italiana; analogamente in Italia anche il settore dei vaccini rafforza il suo primato internazionale.
Per quanto riguarda l’area industriale (White Biotech), l’analisi del Centro Studi Assobiotec evidenzia un lieve aumento dell'incidenza delle imprese attive (+ 0,5%) nell’insieme dei settori che utilizzano materie prime rinnovabili.
Anche nell’ambito delle biotecnologie applicate al settore agricolo e zootecnico (Green Biotech) l’analisi del Centro studi evidenzia un incremento della quota di imprese (+2%) e una conseguente crescita del contributo al fatturato biotech del comparto che raggiunge circa il 9% nel 2015, con un aumento di quasi il 50% rispetto alla quota detenuta nel 2014.

Le sfide che il Paese non può perdere
Human Technopole ed Ema, ma non solo. Secondo Palmisano per far sì che il sistema Italia faccia un autentico salto di qualità, evitando di stare all’inseguimento di Paesi che godono di condizioni maggiormente favorevoli per lo sviluppo d’impresa, occorre confermare e consolidare gli importanti passi avanti già fatti.
«La prima priorità d’azione, necessaria e imprescindibile - spiega - è quella di una governance efficace, certa e centralizzata che consenta di migliorare la gestione delle risorse e di definire obiettivi chiari e condivisi in termini di scelte di investimento a livello di settore. Abbiamo, in altre parole, bisogno di una regia complessiva che superi la frammentazione tipica del nostro Paese con la creazione di un’Agenzia nazionale della ricerca. Altri Paesi si sono dotati con successo di una simile organizzazione, per cui sarebbe sufficiente seguire tali esempi internazionali».
La seconda priorità è legata alla definizione di una strategia nazionale dell’innovazione e della ricerca di medio e lungo periodo, con un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale. Tale strategia secondo Assobiotec «deve essere in grado, da una parte, di catalizzare gli investimenti in un numero minore di progetti ma di dimensioni adeguate a raggiungere una massa critica sufficiente; dall'altra, utilizzando la “fattispecie” recentemente introdotta di Piccola impresa innovativa, di esprimere uno strumento fortemente incentivante per chi fa innovazione. Anche in questo caso ritorna il tema della visione che sia allo stesso tempo unica e prospettica nel tempo».
Fondamentale poi la creazione di un fondo di Venture Capital dedicato alle biotecnologie che possa da un lato favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative e dall'altro costituire un punto di riferimento per operatori finanziari esteri interessati a
co-investire nel nostro Paese. «Bisogna attrarre il venture capital e gli investimenti nel biotech italiano, sia con interventi di defiscalizzazione degli investimenti in capitale di rischio nelle piccole e medie imprese innovative, sia aumentando le capacità e le competenze nel technology transfer, attraverso la creazione di un tech transfer dedicato alle biotecnologie e la promozione di una maggior cultura dell'imprenditorialità».

Le biotecnologie della salute
Secondo Assobiotec puntando i riflettori sul settore delle biotecnologie della salute emerge chiaramente anche la necessità di:
❖ Evidenziare e sostanziare il continuum che esiste tra ricerca di base, sviluppo pre-clinico, sviluppo clinico, produzione e valorizzazione dell'innovazione: dalla R&S all'accesso al mercato, lungo tutto il viaggio del farmaco.
❖ Dimostrare che dall'eccellenza scientifica e produttiva passa la creazione di valore, di occupazione e di economia per il Paese, attraendo investimenti da parte delle aziende bio-farmaceutiche innovative che investono nel Paese in rilevanti progetti di ricerca clinica, contribuendo sia alla crescita del sistema sanitario italiano che alla salute della popolazione, studiando, sviluppando e portando alla registrazione importanti prodotti innovativi.
❖ Semplificare la normativa esistente, sia per i clinical trials che per l’autorizzazione dei laboratori di ricerca e produzione biotecnologica, fino alla collaborazione di ricerca e sviluppo con il non-profit.
❖ Costruire condizioni abilitanti per lo sviluppo industriale di Cell & Gene Factory e Terapie Avanzate, il futuro della medicina.


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