Imprese e mercato

Farmaci, Scaccabarozzi: «Con Ema a Milano più investimenti». Biosimilari: « Italia leader in Europa». Payback: «Riforma nella manovra»

di R. Tu. (da Il Sole-24 Ore di oggi)

L'Ema a Milano come «preziosa occasione» anche per nuovi investimenti di Big Pharma in Italia. La governance farmaceutica da riformare urgentemente a partire dall'annosa questione dei payback per i ripiani a carico delle imprese. Ma anche i dati nuovi di zecca che parlano di un mercato dei biosimilari - i “generici” dei farmaci biologici, i biotech - che in Italia è da record in tutta Europa. Tra attese, speranze, conti che non tornano e bilanci invece in attivo, Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ripercorre in questo colloquio con Il Sole-24 Ore, alcuni dei passaggi cruciali che attendono l'industria farmaceutica made in Italy fin dai prossimi mesi.

La partita dell'Ema.L'Agenzia europea dei farmaci in uscita da Londra e che Milano aspira a conquistare in un testa a testa che si annuncia all'ultimo voto, è sicuramente, non solo dal punto di vista strategico e politico, un argomento che sta particolarmente a cuore all'industria farmaceutica italiana. Spiega Scaccabarozzi: «Io sono ottimista, Milano ha tutte le carte in regola. Potremo dare tutta la continuità che è importante assicurare per non perdere neanche una settimana di attività dopo il trasferimento. Non dimentichiamo che con Ema parliamo di salute, di farmacovigilanza, di aspetti cruciali per le cure europee». Ma ce la può fare davvero l'Italia a portare l'Ema a Milano? Scaccabarozzi non minimizza: «Credo sarà molto importante che la decisione non sia geopolitica; in quel caso conterà molto il lavoro diplomatico, dove però sappiamo che c'è una grande volontà di farcela. Come già hanno dimostrato tutte le istituzioni - Stato, regione, comune - al di là delle appartenenze politiche, nell'incontro dell'altro ieri col presidente Gentiloni»

Ma potrebbero esserci riflessi come investimenti in Italia di Big Pharma con un' “Ema milanese”? «In via indiretta credo di sì. Per l?italia sarebbe un'occasione preziosa - afferma il presidente di Farmindustria -. Poiché Ema è importante per lo sviluppo della ricerca, a quel punto sarà altrettanto importante che le aziende - come a Londa- stiano vicine all'Ema. Visiteranno l'Ema qui, con tutto un indotto intorno. Una chance preziosa».

Una chance che intanto stanno diventando i biosimlari in Italia. Che, secondo i dati di QuintilesIms, ci vedono primi in Europa rispetto a tutti i big per valore di mercato - 509 mln contro i 216 della Germania o i 195 dell'UK - e per consumi, col 25,7% del totale. Un mercato, quello dei biosmilari, che tira parecchio insomma, e che in prospettiva può riservare risparmi per centinaia di milioni. «A dispetto dei pregiudizi - rivendica il presidente di Farmindustria - questo risultato significa che in Italia non siamo secondi a nessuno. Anzi, siamo i primi in Europa e facciamo risparmiare, tanto più con i prossimi farmaci biotech in scadenza».

Per una fetta di mercato che tira, c'è però la palla al piede per le imprese del payback, la quota di ripiano a loro carico per lo sfondamento dei tetti della spesa farmaceutica pubblica. A partire da quella ospedaliera, che dal 2013 ha macinato deficit plurimiliardari. Con un 2016 che ancora, dicono gli ultimissimi dati Aifa, ha chiuso a -1,5 miliardi, la metà dei quali di competenza delle industrie. «Credo che tutte le istituzioni si sono rese conto che c'è assolutamente bisogno di una nuova governance», incalza Scaccabarozzi. «È giusto parlare di sostenibilità del Ssn, ma se guardiamo all'entità del payback lo è altrettanto farlo per la sostenibilità del sistema delle imprese farmaceutiche. Che non possono più affrontare questo tipo di prelievo», aggiunge. Dunque, nuova governance, nuovi tetti, nuova “visione” del sistema del payback e della spesa ospedaliera, secondo Scaccabarozzi.«Possibilmente a partire dalla prossima manovra». Perché, conclude, «non esiste che oggi ci siano im prese chiamate a ripianare centinaia di milioni l'anno. Per un po' reggono, poi saltano. Così non è possibile fare impresa».


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