Imprese e mercato

La domanda sanitaria in Italia: l’imprenditorialità e la necessità di investimenti immobiliari

di Simone Roberti (Head of Research di Colliers International Italia)

Analizzando la composizione della popolazione nazionale degli ultimi quindici anni emerge, su tutti, l'invecchiamento della popolazione italiana come fenomeno strutturale.
L'età media italiana è pari a 45,5 anni, un livello superiore rispetto alla media di 42,6 anni del panorama europeo, collocando il Paese al secondo posto della classifica, subito dopo la Germania. Ma a destare le maggiori preoccupazioni è il tasso di crescita italiano di questo fenomeno, che negli ultimi anni procede a velocità doppia rispetto alla media europea, come registrato nel corso del biennio 2014/2016.
Inoltre, da quanto emerge da recenti dati Istat, si è registrata una variazione significativa nella composizione delle “classi” della popolazione: se nel 2002 erano gli italiani tra i 35 e i 39 anni a rappresentare la quota principale della popolazione, oggi – a distanza di soli quindici anni – ci troviamo in uno scenario ben diverso, con una presenza significativa di italiani tra i 45 e i 49 anni e con una crescita del segmento over 65, dal 18,6% del 2002 al 22% nel 2016.
Trend positivo invece, ma poco incoraggiante se considerato in funzione degli anni vissuti in piena salute, è quello relativo all'aspettativa di vita alla nascita, che cresce in Italia – in misura maggiore per gli uomini, rispetto alle donne – a 84,6 anni e 80,1 anni.
Poco importa se questo fenomeno viene considerato “invecchiamento della popolazione” o “allungamento della vita”: il dato di fatto è che questo scenario sta comportando un aumento inevitabile, nella frequenza e nell'impatto, della crescita di problematiche sanitarie quali malattie croniche, disabilità e non autosufficienza, che si traducono in quello che può essere definito come “bisogno di salute” della popolazione, o “domanda sanitaria”.
La risposta a questa domanda sanitaria, potenzialmente destinata a crescere nel corso dei prossimi anni, non conforta: l'offerta sanitaria pubblica, infatti, si presenta a livello regionale frammentata e con una distribuzione poco omogenea. Prendendo in considerazione Presidi Asl e Aziende ospedaliere, è la Sicilia la regione con più strutture sanitarie (57 pari al 14% del totale) seguita, a pari merito, da Lazio e Campania, con rispettivamente 40 e 39 strutture (9% del totale). Prendendo in considerazione unicamente le Aziende ospedaliere, invece, il quadro risulta sensibilmente differente: è infatti la Lombardia ad attestarsi prima in classifica, con 29 strutture pari a circa il 39% dell'offerta totale, seguita dalla Campania e dal Piemonte, rispettivamente con 7 e 6 strutture (9,3%, 8%).
Inoltre, dai dati riportati dal rapporto Oasi 2016 emerge come nel corso degli ultimi 15 anni, “l'offerta ospedaliera” – ovvero il numero di strutture dedicate all'assistenza sanitaria – sia andato riducendosi. Tra il 2002 e il 2015, il numero totale delle strutture sanitarie si è ridotto del 26,3%, pur con una forte componente privata a discapito di quella pubblica (quest'ultima pari a circa il 40% del totale).
Questa fotografia, scattata dall'Osservatorio sul mercato immobiliare Healthcare di Colliers in Italia, mette a fuoco come il potenziale aumento di “bisogno di salute” degli italiani, negli anni a venire, risulterà privo di un riscontro nel panorama dell'offerta disponibile, sia pubblica che privata. La filiera della salute lascia quindi ampi e importanti margini di azione agli operatori privati che intenderanno investire nel settore immobiliare della Sanità, delineandolo come un settore con un grande potenziale di crescita e con una forte attrattività. Attrattività che trova riscontro nel volume degli investimenti effettuati nel corso degli ultimi dieci anni, in particolare da Fondi di investimento specializzati nel comparto Sanitario, passati da una media di circa 30 milioni di euro nel periodo 2006-2014, a 230 milioni di euro nel triennio 2015-2017.
Il settore delle Residenze Sanitarie Assistenziali rappresenta, in particolare, un segmento verso cui l'operatore privato sta destinando sempre più attenzione in quanto il non-intervento pubblico lascia ampi spazi di investimento per i capitali privati.
Proprio partendo da questo settore sarà possibile assistere anche in Italia a forme di investimento che prevedono la collaborazione tra l'imprenditorialità sanitaria privata e gli investitori del real estate nazionali e internazionali.


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