Imprese e mercato

Omeopatia: i farmacisti a Beppe Grillo, «impossibile sospendere la vendita»

di Er.Di.

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24 Esclusivo per Sanità24

Per la legge gli omeopatici sono farmaci e i farmacisti non possono rifiutarsi di distribuirli. E' la replica della Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) a Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi aveva lanciatoun j’accuse nei confronti dell’omeopatia appellandosi agli stessi farmacisti «affinché sospendessero la vendita di prodotti omeopatici». «I rimedi omeopatici sono classificati dalla vigente normativa, sia comunitaria che nazionale, come farmaci - ricorda il presidente della Fofi, Andrea Mandelli -. La questione va affrontata anche considerando che molti farmaci omeopatici sono prescritti da medici e sarebbe difficile per il farmacista entrare a gamba tesa nel rapporto tra medico omeopata e paziente».

A riconoscere i prodotti omeopatici come farmaci è una direttiva europea (2001/83/Ce) che definisce medicinale omeopatico «ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza omeopatici secondo un processo di fabbricazione omeopatico descritto dalla farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee attualmente utilizzate ufficialmente negli Stati membri; un medicinale omeopatico può contenere più principi».

Si tratta di prodotti, dunque, definiti e considerati medicinali nell’ambito dell’intera Unione europea tanto che in alcuni Stati, ricorda Mandelli, «sono addirittura posti a carico dei sistemi sanitari».

«Se esiste un rischio di confondere il cittadino paziente - continua il presidente Fofi - , questo discende da una normativa che ancora stenta ad affrontare con chiarezza questa materia, sulla quale si interviene con provvedimenti tampone, come quello contenuto nell’attuale Decreto milleproroghe attualmente licenziato dal Senato l’8 agosto e in attesa del passaggio alla Camera. Personalmente ritengo che Beppe Grillo, quale garante del Movimento 5 stelle sia in grado di promuovere la discussione all’interno della maggioranza su questi temi sempre che lo ritenga opportuno, per ispirare un’azione politica adeguata».

«Dal canto nostro – conclude Mandelli -, nel Codice deontologico del farmacista è chiaramente stabilito che il professionista è tenuto a promuovere trattamenti scientificamente validati e a informare correttamente anche sulle medicine complementari. È quanto dobbiamo fare ed è quanto facciamo ogni giorno».


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