Imprese e Mercato

Cardiologia interventistica, crisi da spending review

di Sara Todaro


La riduzione del 5% di volume e spesa fino al 31dicembe, i prezzi di riferimento e il tetto di spesa del 4,9% nel 2013 e del 4,8% dal 2014 previsti dalla spending review rischiano di mettere in crisi la branca della cardiologia interventistica, con ricadute negative in termini di minori garanzie offerte ai cittadini.

L'allarme di esperti e imprese è stato lanciato dal 33° Congresso della Società Italiana di cardiologia interventistica. «La revisione della spesa è del tutto auspicabile- a commentato Alberto Cremonesi Presidente SICI-GISE - ma è necessario ricordare al decisore pubblico come la sostenibilità e l'accesso del paziente ad interventi "salva-vita" qualitativamente adeguati non possano essere assolutamente messi in discussione».
«La spending review è stata un'esigenza necessaria per rientrare nel bilancio dello Stato secondo le regole e gli impegni assunti dal Paese - ha confermato Antonio Tomassini, Presidente della XII Commissione Igiene e sanità del Senato - ma la strategia del sistema non può prescindere da una programmazione intelligente: le politiche sanitarie per il settore dei dispositivi medici debbono prevedere una concertazione in grado di indirizzare verso scelte omogenee riguardo a qualità, prezzi e procedure.»
Pessimista Luciano Frattini, Presidente e Amministratore Delegato di Medtronic Italia ha aggiunto: «Le norme varate non incidono sugli sprechi ma mettono in estrema difficoltà l'industria e abbassano la qualità e la quantità delle prestazioni. L'industria potrà quindi mettere a disposizione solo terapie di base oppure il mercato si aprirà a prodotti di altra origine». Tra le innovazioni che rischiano di saltare nel cardiovascolare figurano ad esempio il "drug filled stent", uno stent a rilascio di farmaco che grazie alla nanotecnologia toglie il polimero eliminando il rischio di infiammazione o il defibrillatore impiantabile compatibile con la risonanza magnetica che permette ai pazienti portatori di dispositivo di sottoporsi a questa diagnostica.
«Non è opensabile che un taglio complessivo pari a 12.650 milioni di Euro (2012 – 2014) della spesa sanitaria sia perseguibile in un quadro di invarianza di servizi ai cittadini e di semplici aggiustamenti nel mercato - ha concluso Frattini - Queste manovre porteranno certamente il sistema verso il disfacimento e l'impoverimento tecnologico».