Imprese e Mercato

Assobiomedica: pronto un esposto alla Commissione europea contro la rinegoziabilità dei contratti

«E' necessario partire da un concetto di riorganizzazione del sistema sanitario che coinvolga anche l'industria per coniugare qualità ed efficacia in sanità e colpire le aree di spreco. Le recenti manovre del Governo hanno invece massacrato il nostro settore con tagli lineari senza ascoltare e coinvolgere l'industria del biomedicale». Questa la posizione di Assobiomedica, espressa oggi dal presidente Stefano Rimondi nel corso della cerimonia di apertura della Conferenza nazionale sui dispositivi medici organizzata dal ministero della Salute.

«Il taglio alla spesa sanitaria – ha proseguito Rimondi - non è giustificato soprattutto se si considera quanto il Ssn sia risparmioso, secondo la definizione del Cergas-Bocconi, rispetto agli altri paesi europei. Se le recenti manovre verranno attuate il rischio è che si vada a creare un doppio mercato: uno privato non convenzionato con prodotti innovativi e di qualità e un altro pubblico con dispositivi medici economici e scadenti. Tutto ciò metterebbe in discussione l'universalità del servizio sanitario nazionale quando si potrebbe puntare su un'industria che ha sempre creato sviluppo, innovazione e occupazione».

«Le nostre imprese – ha dichiarato ancora – sono seriamente preoccupate e vedono profilarsi il rischio di procedere a pesanti ridimensionamenti occupazionali e a interrompere gli investimenti in ricerca e innovazione. Prevediamo che con i provvedimenti messi in atto dal Governo andremo a tagliare circa 10mila posti di lavoro invece di contribuire a rendere la sanità italiana tra quelle di eccellenza nel mondo».

Per Assobiomedica l'imposizione dei tetti di spesa sui dispositivi medici al 4,4% per il 2014 non trova riscontro in nessuno standard europeo e comporteranno solo l'immissione sul mercato di prodotti scadenti. «Inoltre, il problema delle differenze di prezzo dei dispositivi medici – ha concluso Stefano Rimondi - si sarebbe risolto in modo strutturale se si fosse introdotto un Osservatorio degli acquisti, come proponiamo da anni. L'inefficacia delle soluzioni trovate con i prezzi di riferimento e la rinegoziazione dei contratti, che nei mesi scorsi abbiamo cercato di sottolineare senza successo, ora è stata riconosciuta anche dal Tar del Lazio che ha sospeso l'efficacia dei prezzi di riferimento dei dispositivi medici predisposti dall'Osservatorio dell'Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici (AVCP) e l'obbligo di rinegoziazione dei contratti in essere previsto dalla spending review 2. In coerenza con i ricorsi avanzati a livello nazionale, Assobiomedica presenterà in questi giorni un esposto alla Commissione europea contro la rinegoziabilità, che consentirebbe una risoluzione unilaterale dei contratti di fornitura validamente in essere».