Imprese e Mercato

Health care summit: serve un patto per la sanità

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Cambiare la spending review, abbandonare la strada fallimentare dei tagli lineari, rivedere i modelli di gestione e di organizzazione del sistema, dare spazio ai fondi integrativi. E trovare un nuovo rapporto tra pubblico e privato, riconoscendo e valorizzando in pieno il ruolo delle industrie della filiera della salute. Tra welfare che cambia e risorse che sempre più vanno riducendosi, la sfida della sostenibilità è per la sanità pubblica ormai ineludibile. Tanto più ai tempi della grande crisi che sempre più induce le famiglie a ritardare o addirittura a rinunciare del tutto alle cure. Su questi temi, e sulle mille ricette possibili per salvare il salvabile della sanità pubblica, si è svolto ieri a Roma il secondo «Health care summit» del gruppo Sole 24 Ore.

Un nutrito panel di esperti e di operatori al massimo livello della sanità italiana, ha contribuito ad affrontare tutti i problemi sul tappeto per il Servizio sanitario nazionale e per un sistema che, considerando l'intera filiera della salute, vale l'11,2% del pil. Come dire, la quarta, se non addirittura la terza industria italiana, tra qualità ed eccellenze sanitarie non sempre riconosciute e valorizzate come meritano, ma anche la presenza di isole non esattamente felici, a partire dal Sud.

«È tempo di pensare ad altre forme di coinvolgimento del privato», ha rilanciato Alberto De Negri di Kpmg. Anche perché, ha ricordato Antonio Irione di Ernst&Young Italia, «il privato è una risorsa per sistema pubblico». Un apporto da calibrare con attenzione, ha detto Carla Collicelli, vice direttore del Censis, anche perché se 9 milioni di italiani rinviano le cure, almeno in 12 milioni ricorrono alle cure private sia per ridurre le liste d'attesa sia perché ormai spesso costa di più rivolgersi al sistema pubblico.

La questione della sostenibilità del welfare sanitario, insomma, non è solo, o tanto, di carattere finanziario, ma anche di carattere sociale, ha riconosciuto il presidente del'Agenas, Giovanni Bissoni. Non senza mettere in guardia: «Dove il pubblico funziona, anche il privato è più efficiente». E viceversa. E in ogni caso va abbandonata del tutto la strada dei tagli lineari, ha aggiunto Guido Riva, presidente del «Comitato Sanità» di Confindustria, battendo tutte le strade possibili per sconfiggere «sprechi e illegalità». Ma senza fare delle imprese «un bancomat» per finanziare con le varie manovre i tagli alla spesa, ha messo in guardia Daniel Lapeyre, vice presidente di Farmindustria. Tante tessere da sistemare in un puzzle sempre più complicato, insomma. Che forse troverà una cornice entro luglio col nuovo «Patto per la salute» tra Governo e regioni, ha promesso il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Bevere. Un «Patto» per la sostenibilità ora tutto da riempire di contenuti.