Imprese e Mercato

Assemblea Farmindustria, Lorenzin: «Una legge quadro per mantenere l'industria nel territorio italiano»

Giudizio positivo dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, all'operato dell'esecutivo Letta. In occasione dell'assemblea annuale, il numero uno di Farmindustria ha sottolineato: «L'attuale governo, nei suoi primi provvedimenti, ha dato alcuni segnali positivi. Chiediamo - ha aggiunto - che proceda con sempre maggiore determinazione su questa via. Ne abbiamo tutti bisogno, per noi stessi e per l'Italia che verrà».

Scaccabarozzi ha quindi invitato «istituzioni e sindacati a una grande alleanza capace di far ripartire la crescita nel paese, cominciando dalla farmaceutica». Occorre, dunque, lasciare da parte «i pregiudizi e andare tutti nella stessa direzione con grande senso di responsabilità, per offrire al paese e alle generazioni che ne seguiranno, un futuro migliore», ha concluso dicendosi convinto che «insieme possiamo farcela, rimettendo in moto speranza e fiducia tra gli italiani».

Un'azione necessaria perché «negli ultimi cinque anni - ha aggiunto Scaccabarozzi nella sua relazione - la spesa farmaceutica é diminuita complessivamente del 3%, in controtendenza rispetto a tutte le altre voci di spesa sanitaria pubblica. E malgrado ne rappresenti solo il 14% del totale, paga il 30% dei tagli delle manovre 2012-2014».

«Oggi - ha detto il presidente - avremmo potuto parlare dei non pochi ostacoli che quotidianamente incontriamo nella nostra attività industriale. Avremmo potuto farlo con toni forti, ma non è quello che vogliamo fare. Oggi, con tutte le imprese del farmaco, vogliamo essere positivi presentando proposte per la crescita a costo zero per lo Stato». (VEDI TUTTE LE PROPOSTE SU QUESTO SITO) .

E il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha risposto all'appello di Farmindustria annunciando come priorità una «legge quadro che tenga nel nostro territorio italiano l'industria farmaceutica e le migliaia di lavoratori altamente qualificati che vi lavorano».

«Non può non essere interesse del Governo - ha detto il ministro - . Dobbiamo cioè bilanciare la sostenibilità della spesa ed il mantenimento del sistema industriale in Italia». A questo proposito, Lorenzin ha ricordato come ben il 12% del Pil «si muova intorno alla sanità italiana». Cambiamenti e riforme che possono essere fatti anche a costo zero, ma c'è un punto, ha detto il ministro, che non può essere a costo zero: «E' fondamentale investire sulle infrastrutture sanitarie e tecnologiche».

Lorenzin ha anche sottolineato che il comparto farmaceutico «gioca una partita strategica per l'Italia. Dal punto di vista sanitario - ha rilevato - noi produciamo innovazione scientifica e partendo da ciò - ha detto - l'altra sfida cui dare risposta è quella dei costi, per renderli sostenibili rispetto ad una spesa sanitaria che deve essere sotto controllo». Riferendosi quindi all'ambito dei farmaci innovativi, Lorenzin ha ribadito che è fondamentale «garantirne l'accesso dalla Sicilia alla Lombardia: su questo - ha avvertito - non credo che possiamo tirarci indietro». Tutti fronti, quelli evidenziati dal ministro, che necessitano però di una prima condizione fondamentale: «Dare stabilità al sistema industriale per permettere appunto all'industria - ha concluso - di rimanere in Italia».

Il ministro ha poi confermato lo stop ai tagli lineari: «Il nostro sistema non può sostenerli ed è impossibile che le Regioni si riorganizzino». Le risorse vanno trovate in altro modo: «Dobbiamo riorganizzare tagliando la spesa improduttiva - precisa - e reinvestirla in sanità». E lo strumento «é il Patto della salute. Ci sto lavorando, la bozza é in dirittura d'arrivo. Presto mi confronterò con le Regioni e lo Sviluppo economico». All'interno del Patto della salute, che dovrebbe durare cinque anni e non tre per dare maggiore stabilità al sistema, andranno «ripensati i modelli, prendendo spunto da quelli positivi di bestpractice. Poi dovremo attuare la deospedalizzazione, attraverso telesalute, cure domiciliari e più forza sul territorio. Ridisegneremo il ruolo delle farmacie e - conclude - punteremo sulla prevenzione».

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti , ha condiviso le parole del ministro. «Faccio mie le parole del ministro sul nuovo piano per salute - ha detto il governatore intervenendo all'assemblea di Farmindustria - serve una nuova stagione che preveda la chiusura della fase storica dei tagli e l'apertura di un nuovo modello di difesa della salute che é da rifondare e si basi sulla trasformazione, a cui siamo pronti».
«Con il ministro Lorenzin - ha aggiunto - per quanto riguarda il modello di difesa del modello della salute ho trovato grande affinità e se ho ben compreso il futuro piano per la salute nazionale si muove in sintonia con quanto vorremmo fare noi: salute di territorio e integrazione socio-sanitaria. Non c'é dubbio che questa sia una notizia positiva perché ci permetterà di andare avanti con più qualità e speditamente».

Per quanto riguarda la farmaceutica in partciolare, Zingaretti ha proposto di «aprire un tavolo per arrivare entro un anno a un accordo di programma tra diverse istituzioni, tra le aziende farmaceutiche e i centri di ricerca, con un semplice ma rivoluzionario metodo che porti ognuno a fare il proprio lavoro, a scrivere una pagina nuova e cambiare le cose», dato che la farmaceutica è uno dei settori industriali principali della Regione.
Zingaretti ha parlato di una «stagione nuova che rifondi il rapporto fra Regione e industria. Il Lazio viene da 7 anni sotto commissariamento, con tutti i vincoli che cio' ha comportato, e non c'è dubbio che questa lunga fase abbia messo l'accento sulla spesa farmaceutica solo come costo. La cattiva attuazione dei piani di rientro ha nascosto le potenzialita' e impedito la valorizzazione delle eccellenze produttive che sono un valore per il Lazio e tutto il paese. Quindi «dobbiamo cambiare, e la nuova stagione dovrà prevedere anche per le Regioni in rosso un nuovo modello di difesa del diritto alla salute. Vediamo in questo settore produttivo in Regione un settore che contribuisce all'export e alla tenuta del sistema industriale e aiuta il resto dell'economia ad affrontare le sfide. In molti Paesi questo verrebbe visto e viene visto come incubatore della ripresa e quindi dobbiamo cambiare pagina. Insieme al Governo possiamo uscire dall'ossessione di un'idea di regione che fa tutto e gestisce tutto, ma che sia un attore di coordinamento».

«Riconvocheremo il tavolo, presso il ministero dello Sviluppo economico, sulla politica industriale e la regolazione del mercato farmaceutico entro metà luglio», ha annunciato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti intervenendo all'assemblea di Farmindustria. De Vincenti ha aggiunto: «Concorderemo con il ministro la data, e faremo tutto in pieno accordo con il ministro della Salute».

Il Governo deve poi sostenere l'Aifa e rafforzare il suo ruolo rispetto alle Regioni: «Non possiamo avere 21 sistemi di regolazione in Italia, il mercato é globale», ha aggiunto de Vincenti. «Quando l'Aifa autorizza l'immissione in commercio di un farmaco - ha sottolineato - questa deve essere automatica in tutto il Paese» perché «il sistema sanitario nazionale deve far sì che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti». Il Governo e la politica in generale, ha quindi sostenuto, devono adoperarsi per «superare prassi fatte di inerzie e di abitudini».
De Vincenti ha poi detto di condividere la proposta arrivata da Farmindustria di creare una «cabina di regia sui farmaci» e si è detto convinto che «il perno della cabina debba essere il ministero della Salute». Infine il sottosegretario allo Sviluppo economico ha detto di condividere la proposta di Beatrice Lorenzin, «per un nuovo patto per la salute» che duri cinque anni invece che tre «perché c'è bisogno di orizzonti lunghi e di guardare avanti».

Alle imprese serve «un quadro politico certo e stabile per crescere, competere, rafforzare gli investimenti per fare ricerca e innovazione», ha detto all'assemblea di Farmindustria il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, concludendo i lavori dell'Assemblea . «Per non generare un rimbalzo negativo» serve «una esecuzione rapida di quanto scritto nei decreti» varati dal Governo. «Tutti, imprese, lavoratori e giovani aspettano quelle misure» e «noi sappiamo quanto sia scivoloso« il terreno della messa in atto dei provvedimenti. Squinzi si riferisce al decreto «del fare» e a quello sul lavoro. Comunque, come sempre, vigileremo», conclude Squinzi che ha anche sottolineato con forza come «l'occupazione, anche da un punto di vista sociale» sia la priorità assoluta per il Paese».
Solo la buona politica può portare »a una crescita robusta del Paese», e per ottenere questo «bisogna fare presto e bene», ha detto Squinzi.
Per Squinzi gli interventi devono essere «forti, o la crescita sarà lenta. Quantificare la somma di cui abbiamo bisogno non è facile». Certamente, ssicura il numero uno di Confindustria, «una crescita dello 0,3-0,4% non servirebbe a nulla perchè non aiuterebbe l'occupazione». Piuttosto, conclude, «dobbiamo creare le condizioni per una crescita robusta del 2-3%. Questo deve essere l'obiettivo del Paese e di chi ci governa». Intanto il via libera della Ue all'Italia per una maggiore flessibilità di bilancio dal 2014, ha aggiunto «é una buona notizia. Credo che come Paese, come italiani, con tutti i sacrifici che abbiamo fatto in questo ultimo periodo ce lo meritiamo ampiamente». «Naturalmente - ha aggiunto - un giudizio definitivo si potrà esprimere solo dopo aver constatato di quale ampiezza possono essere questi interventi».

Sulla revisione del Prontuario prevista dalla legge 189/2012 (dectreto Balduzzi) «abbiamo terminato la fase che era da completare entro il 30 giugno 2013. Sono tanti i prodotti che escono dal prontuario, ma questa versione non è definitiva, quindi è prematuro parlarne», ha spiegato Sergio Pecorelli, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

La fase successiva prima dell'ufficialità sarà quella di discutere il prontuario rivisto con gli attori del settore. «Adesso - ha aggiunto infatti Luca Pani, direttore generale dell'Aifa - ci sarà il confronto con gli stakeholder. E' previsto in questi giorni».

Per quanto riguarda invece i farmaci innovativi, Pecorelli ha sottolineato che «il punto principale è che sono immessi tutti, immediatamente, in fascia C per renderli subito disponibili. Dopodiché tutti i casi in cui viene richiesta la rimborsabilità chiaramente vengono trattati per primi. E' ciò che avviene in molti altri Paesi d'Europa come Germania e Inghilterra. D'altra parte l'Aifa aveva già evidenziato che poteva succedere questo».