Imprese e Mercato

Debiti Pa, Assobiomedica: fornitori della sanità ancora a secco

di Roberto Turno

Due settimane in meno di ritardi dei pagamenti da parte di asl e ospedali e crediti recuperati per circa 284 milioni tra giugno e agosto. Una boccata d'ossigeno, ma niente di più. Le aziende del biomedicale non possono certo leccarsi i baffi. La crisi le costringe a tenere altissima la guardia e i debiti della Pa, nonostante l'iniezione di liquidità immessa in questi mesi dall'Economia verso le Regioni (3,9 mld solo per la sanità VEDI) ), restano a livello da capogiro, anche perché alle imprese sono finora arrivate solo le briciole. La Calabria si conferma pessima pagatrice con 970 giorni di ritardo e un suo ospedale,il Mater Domini di Catanzaro, che rimborsa dopo 1.317 gionri. Più di quattro anni dopo.

Maglia nera a Catanzaro: l'ospedale paga a 1.317 giorni
I nuovissimi dati sui crediti insoluti verso la Pa arrivano da Assobiomedica, l'associazione dlele imprese del biomedicale. Dati che parlano chiaro e che confermano in fondo alla classifica dei pagatori le solite regioni (e asl e ospedali) "canaglia". Il Sud in genere paga più tardi. E la Calabria è maglia nera. Con tre strutture calabresi in fondo a tutti: l'ospedale Mater Domini di Catanzaro, che paga (dati di agosto) in 1.317 facendo segnare addirittura un peggioramento di un mese; quindi il San Sebastiano di Caserta che rimborsa dopo 1.214 giorni (ma ha migliorato di tre mesi); quindi la asl provinciale di Cosenza che onora le fatture in 1.203 giorni. Quattro anni prima che i fornitori-creditori possano passare alla cassa.

A pagare dopo mille giorni sono in tutto otto tra asl e ospedali. Sempre al Sud. Alle peggiori tre calabresi si aggiungono così: la asl di Campobasso (1.111 giorni), l'azienda ospedaliera di Cosenza (1.066), la asl di Napoli centro (1.029) in nettissimo miglioramento dopo essere a lungo in testa con più di 1.600 giorni di ritardo dei pagamenti; e ancora l'azienda di Reggio Calabria e l'ospedale Ciaccio di Catanzaro (entrambe con 1.009 giorni di ritardo).

Ranking locale, Sud in fondo
Il ranking delle strutture e delle singole regioni la dice lunga delle difficoltà ancora da superare per le imprese. Il commento di Assobiomedica nell'audizione svolta al Senato, suona amaro: «Qualche segnale positivo c'è stato. Ma il problema per il momento è lontano dall'essere risolto. Ciiò che però temiamo è che tra qualche tempo, finiti i soldi, le regioni riprenderanno ad accumulare ritardi».

Le classifiche regionali indicano un calo dei ritardi dai 270 giorni di luglio ai 256 di agosto. Meno 14 giorni, appunto. Con tutte le regioni – chi più chi meno – che hanno visto calere i tempi dei rimborsi ai fornitori: il Piemonte di ben 47 giorni, poi le Marche (35), l'Emilia (31) e la Toscana (23). Soltanto la Calabria, ancora una volta, ha peggiorato: 10 giorni in più di ritardo. E proprio la Calabria del resto s'è confermata la regina delle regioni che non rimborsano: 970 gionri in media di fatture che restano nei cassetti. Mentre il Molise rimborsa in 880 giorni e la Campania in 555. Guarda caso: tutte e tre regioni commissariate. Valle d'Aosta (73 giorni), Trentino (81), Marche (89) e Lombardia (91) sono invece le òpiù veloci a onorare i debiti.

I mega debiti delle regioni commisssariate
Debiti della Pa verso i produttori del biomedicale che ad agosto valevano ancora 4,5 miliardi. In Campania la massa più pesante: 685,8 milioni, il 15% del totale dei crediti insoluti per il settore. A seguire il Lazio con 552 milioni in sospeso. Sempre regioni commissariate in fondo a tutte, tanto che considerando i debiti di tutte e 5 le regioni sotto tutela (Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Calabria) si raggiunge il 42% dei crediti da onorare. Quasi la metà. Tutto in quelle regioni che poi che fanno pagare mega addizionali ai cittadini. E spesso servizi in meno e più scadenti agli assistiti.